Capitolo Ventiseiesimo - Parte Seconda: Addio Noah Dietrich

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"Well, if I'm there to catch you when you fall

You'll have a friend down in Hell after all
And if you're there to catch me when I fall
Then maybe Hell ain't so bad after all"

- If I'm there, Bad Omens

Intorno a sé la folla si muoveva in fiumi incontenibili

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Intorno a sé la folla si muoveva in fiumi incontenibili. C'era chi andava e chi tornava, chi stava in attesa di un familiare o una destinazione. Ovunque cadessero i suoi occhi c'era un viso che non gli piaceva. Sentiva addosso un insolito disagio, il timore che da un momento all'altro mani sconosciute si stringessero intorno alle sue braccia per portarlo via, in un luogo sconosciuto e pericoloso.
Sapeva che Alexandria e Zenas, forse anche Levi, erano lì, nascosti da qualche parte all'interno della stazione, camuffati in modo che nessuno potesse riconoscerli, eppure il fatto di non vederli gli seccava la gola.

Stava per compiere un passo che avrebbe per sempre cambiato la sua vita, quella vita, la centesima che gli era stata concessa. Una volta salito sul treno che lo avrebbe portato a Marsiglia non ci sarebbe stato alcun ritorno, lo sapeva. Non importava quanto le Chimere avessero insistito sul fatto che era libero di andarsene in qualsiasi momento, tutti sapevano bene che non era così; non c'era via di fuga da qualcosa di così... incredibile.

Fece un sospiro. Era stata sua volontà seguirli, aveva capito fosse la cosa giusta da fare nel momento in cui aveva chiuso quel dannato borsone che adesso gli penzolava dalla spalla - eppure aveva paura.
Circospetto si guardò ancora una volta attorno, ignaro di come le Chimere volessero agire. Gli ci volle un po', e non fu nemmeno certo che fosse lui, prima di scorgere Zenas dall'altra parte della zona in cui si trovava. Il greco ne stava appoggiato a un cartellone pubblicitario, i lunghi dread scuri sciolti e la tracolla lasciata a penzoloni su un lato del corpo. Aveva addosso strati di vestiti che lo rendevano ancora più massiccio di quanto fosse e con le mani stava girando una sigaretta artigianale che non avrebbe mai fumato. Da quella distanza sarebbe potuto apparire come un hippie qualunque, per questo Noah non fu del tutto sicuro che si trattasse di Akràv. 
Più si sforzava per capire se fosse lui, meno ne era certo - e la cosa lo annichilì. La capacità delle Chimere di camuffarsi era davvero qualcosa di fuori dal comune. Non importava quanto il loro aspetto fosse inusuale, quanto, al di fuori di simili situazioni, la loro presenza risultasse imponente: se braccati sapevano come sparire persino ai suoi occhi.
D'improvviso l'uomo che stava osservando fece un gesto con il capo. Chiunque avrebbe pensato si stesse solamente allontanando i dreadlock dal viso, ma a Noah quello parve un segnale, così seguì la traiettoria disegnata dai capelli di Zenas.
Con lo sguardo finì sulle schiene di decine di persone in coda al bancone di un bar. Alti, bassi, grassi e magri, uomini e donne e, sotto un caschetto biondo reso meno individuabile da un berretto, Alexandria. Teneva tra le mani un bicchiere di carta, in spalla uno zainetto da studentessa e, fingendo di guardare un punto indefinito, lo teneva d'occhio.

Le Chimere di Salomone: il Reحيث تعيش القصص. اكتشف الآن