Capitolo Ventottesimo - parte prima: Trova il Vitriol

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"This is the time when all I was convinced of gains a new meaning,

an unknown awareness, a secret life of words.
You may say my eyes are empty and my skin is so withered,
but unlike a candle my life burns from both ends!"

- From yesterday to ashes, Harakiri for the sky

A Levi ci erano voluti giusto un paio di pomeriggi per recuperare dai meandri della casa diari e libri che Salomone, in una delle sue tante vite precedenti, aveva avuto la premura di nascondere, forse sospettando che a un certo punto gli sarebbero...

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A Levi ci erano voluti giusto un paio di pomeriggi per recuperare dai meandri della casa diari e libri che Salomone, in una delle sue tante vite precedenti, aveva avuto la premura di nascondere, forse sospettando che a un certo punto gli sarebbero potuti tornare utili. Da quello che aveva detto la Chimera erano stati messi in punti strategici, protetti da sistemi di sicurezza che solo chi aveva grande conoscenza dell'Ars, o era stato presente il giorno in cui erano stati attivati, avrebbe saputo come raggirare. E Noah non si era preoccupato di chiedere altro. A dire il vero, non gli piaceva l'idea di apparire agli occhi delle sue creature come uno stolto. Così aveva preso i volumi poco per volta, leggendoli con una certa, intima bramosia. Non voleva che i suoi compagni di viaggio sapessero con quanto desiderio, in solitudine, volesse scoprirsi. Era stufo di essere ignorante, di non sapere, di essere sopraffatto dalle loro confessioni - per una volta avrebbe voluto potersi dire preparato.

Così, nella libertà che gli era stata concessa, l'Hagufah aveva appreso più cose di quanto si sarebbe mai immaginato. Si era letto in epistole scritte a persone che mai le avevano ricevute e in diari che parevano essere più delle tesi di laurea che confessioni a se stesso.
Insieme a tutto ciò era sopraggiunta anche una tranquillità familiare. Si muoveva per la casa come se fosse sempre stata sua e durante le telefonate con gli amici e i parenti della vita che stava provando ad abbandonare gli uscivano di bocca menzogne di cui si accorse non pentirsi. Finalmente, dopo tanto tempo, si sentiva al posto giusto e con le persone a cui era destinato da... sempre. Tutte le allucinazioni che lo avevano assillato si erano fatte concrete, carne, ossa, profumi e suoni in cui trovava conforto ogni giorno - e in quel conforto si spinse a osare.
La mattina presto, quando Levi usciva per allenarsi, Colette per andare in città a svolgere chissà quale attività e Alexandria restava sotto le lenzuola, lui scendeva al piano di sotto e prendeva possesso di una delle sedie in cucina. Restava lì mentre con sapienza Zenas preparava leccornie per la colazione. La prima volta che gli aveva posto una domanda, la Chimera aveva interrotto il suo impastare aggressivo, si era voltata con le labbra schiuse e aveva corrugato le sopracciglia prendendosi diversi minuti prima di dire qualsiasi cosa. Il giorno seguente era andato pressoché nella stessa maniera, poi Zenas aveva pian piano ridotto le reazioni, limitandosi a far diventare le sue risposte parte integrante della preparazione dei croissant. I dubbi di Noah erano diventati più specifici e, a un certo punto, si era concesso il coraggio di chiedere il motivo per cui la sua Ars fosse tanto speciale, ma soprattutto perché il Cultus la volesse.
Le mani di Akràv erano affondate nell'impasto, l'avevano stretto e schiacciato e con estrema pazienza aveva iniziato a raccontare ciò che sapeva. Agitando la testa per allontanare il dreadlock sfuggito dalla crocchia, Zenas gli aveva detto che c'erano stati altri alchimisti nel tempo, ma nessuno di loro aveva mai potuto apprendere direttamente da Salomone. Erano orbitati intorno alla loro famiglia senza mai riuscire a farsi accettare veramente, così avevano estrapolato dai pochi discorsi con il Re le basi, rielaborato i concetti secondo le ideologie moderne e, alla fine, avevano creato un ibrido abbastanza accettabile da venir chiamato nella stessa maniera. La loro però era più un'accozzaglia di scienza e filosofia, non qualcosa di paragonabile alla magia e, forse, perché nessuno aveva oltrepassato gli insegnamenti della Magnum Opus come aveva fatto lui. Insomma, il Cultus aveva creato delle imitazioni, non dei veri e propri alchimisti. Molti di loro riuscivano a manipolare un elemento, a trasformarlo e muoverlo secondo il proprio desiderio, ma nulla più. Il Re, invece, aveva controllo su tutto, persino la vita e la morte.

Le Chimere di Salomone: il ReWhere stories live. Discover now