Capitolo primo: Fratelli

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"Through these fields of destruction

Baptisms of fire
I've witnessed your suffering
As the battle raged higher
And though they did hurt me so bad
In the fear and alarm
You did not desert me
My brothers in arms "

Brother in arm, Dire Straits 

- Brother in arm, Dire Straits 

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Italia, giorni nostri

Con un broncio tutt'altro che rassicurante si mise a fissare il vicolo buio in cui l'uscita secondaria del locale dava la possibilità allo staff di sgattaiolare via. Ci aveva impiegato quasi due mesi ad arrivare in quella cittadina del Nord-Italia e, per farlo, aveva dovuto riscuotere favori da ogni dove, partendo dagli informatori meno costosi e approdando infine al cospetto di quelli più esigenti - tutta gentaglia, certo, ma comunque utili per il fine ultimo a cui ambiva. Nessuno di quei tizi aveva osato fargli domande, dopotutto erano loro quelli pagati per dare risposte e, così, avevano fatto. Uno alla volta i pezzi di una mappa sconosciuta si erano andati sommando, finché qualcuno non era riuscito a dirgli con precisione in che punto dell'Europa si trovasse almeno uno dei suoi fratelli, colui che più di tutti avrebbe voluto avere al proprio fianco in una simile spedizione.

Con il cuore palpitante e l'ansia a far prudere i palmi, l'uomo si era così deciso ad abbandonare tutto e raggiungere quella specie di parente, scongiurando in ogni modo possibili guai.

Il viaggio che aveva intrapreso dalla Repubblica Ceca fino a lì però, non si era certo potuto definire piacevole: aveva dovuto muoversi con discrezione, accaparrandosi i last minute più impossibili e immaginabili, trovando alloggi economici e controllando continuamente il saldo del conto corrente per essere certo di non farsi bloccare la carta - per non parlare poi dei vari imprevisti intercorsi nel mezzo di quell'avventura. Eppure eccolo lì, in attesa di qualcuno - o meglio, qualcosa. 

Il barman, un tizio che aveva cercato inutilmente di fregarlo dicendogli che non aveva idea di chi fosse la persona che stava cercando, non gli era parso poi tanto sveglio e, con le giuste tecniche, gli avrebbe cavato di bocca le informazioni necessarie per trovare Z'év.
Ovviamente, per farlo, doveva attendere che se ne uscisse da quella specie di tugurio, quantomeno per buttare la spazzatura; ma a quanto pareva, quel tizio fin troppo palestrato, non sembrava affatto intenzionato a ridurgli l'estenuante attesa che ormai andava avanti da ore.

Che palle!

Il ragazzo si massaggiò la base del naso, restando appoggiato alla parete in modo da passare il più inosservato possibile. Odiava fare certe cose: perlustrare, appostarsi, minacciare e comportarsi da criminale in generale, solo che non aveva altri mezzi per trovare qualcuno che non voleva essere scovato – anche se quel qualcuno era un parente.
Seppur per poco, aveva creduto di poter finalmente dire addio a quella vita fatta di piccole e grandi efferatezze, ma poi qualcosa era cambiato e tutto si era rimesso a muovere come sempre: una ruota che non aveva ancora smesso di girare, anche se aveva notevolmente rallentato l'andamento.

Le Chimere di Salomone: il ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora