Capitolo Sesto - Parte Seconda: Il contenitore dell'anima

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"Don't be ashamed 

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"Don't be ashamed 

of all the monsters in your head"


- Kill or be killed (New year's day)

Levi poggiò il calice di vino sul tavolo, attendendo una qualsiasi reazione da parte del fratello che, dopo tutte le chiacchiere, aveva distolto lo sguardo, interrompendo così il contatto visivo

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Levi poggiò il calice di vino sul tavolo, attendendo una qualsiasi reazione da parte del fratello che, dopo tutte le chiacchiere, aveva distolto lo sguardo, interrompendo così il contatto visivo.
Nonostante lo conoscesse da secoli, per la prima volta si ritrovò a non comprendere il suo gesto: stava forse soppesando con serietà le sue parole? Oppure ne aveva già decretato l'improbabilità?

Con Zenas, doveva ammetterlo, affrontare la questione non era stato facile come con Alexandria. Parlare di ciò che era successo a Praga era apparso come un ostacolo quasi insormontabile, ma dopo un lungo silenzio, denso di preoccupazione, le parole erano infine riuscite a riversarsi fuori dalle labbra. Aveva raccontato tutto, forse persino più dettagliatamente della prima volta e, probabilmente, per via del fatto che Akràv  non era affatto incline alla speranza - dopo ciò che aveva visto nei suoi quasi duemila anni di vita, aveva imparato ad andarci piano con simili cose, perché dare troppa fiducia, credere incondizionatamente nel lato positivo, gli aveva più volte spezzato il cuore. Suo fratello avrebbe preteso una garanzia: non gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio come Z'év, ne era consapevole, soprattutto ora che l'assenza di Salomone minacciava ogni aspetto delle loro esistenze. 

«Credi davvero che sia lui?» portandosi via dalle labbra i resti del vino, il padrone di casa tornò a fissarlo, indagando ogni sfaccettatura della sua espressione. Sembrava cercare in lui una feritoia, una crepa da cui far crollare la sua storia - persino il tono con cui gli rivolse quella domanda parve mettere in dubbio la veridicità della questione.
Nakhaš sentì in bocca un gusto amaro, ben diverso da quello dell'alcolico che stava bevendo, e si chiese per quale motivo avesse creduto così fermamente di trovare, con una certa facilità, il sostegno del fratello: Zenas sembrava tutto fuorché propenso a seguirli in quella stravagante ricerca - eppure, se persino Alexandria aveva messo da parte il proprio dolore, forse anche in lui c'era qualcosa a cui appigliarsi. Il problema sarebbe stato scoprirla. 
Senza rendersene conto, nel valutare quei pensieri, lo sguardo gli scivolò nei pressi della finestra, lì dove loro sorella stava cercando di rilassarsi tra una boccata di nicotina e l'altra.
Non li stava guardando, per questo il Generale poté concedersi il lusso di soffermarsi sulla linea del suo collo pallido, il trapezio delle spalle e la schiena che per tre quarti era rivolta nella loro direzione. Fissarla lo calmava, rasserenava ogni sua tensione, anche se non ne conosceva il motivo - ma era una condizione che aveva scoperto già al loro primo incontro.

Le Chimere di Salomone: il ReWhere stories live. Discover now