Capitolo quarto: Riunioni

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"Tell the world that I'm coming home

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"Tell the world that I'm coming home

Let the rain wash away
All the pain of yesterday
I know my kingdom awaits
And they've forgiven my mistakes
I'm coming home"

-Coming Home pt.II (Skylar Grey)

Italia, giorni nostri

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Italia, giorni nostri

Quando scesero dal treno, ore dopo esservi saliti, Levi si concesse il lusso d'inspirare l'aria viziata della stazione. I fumi dei macchinari, delle sigarette e l'odore delle persone di passaggio si andavano a mischiare con un lieve sentore di salsedine, creando una fragranza che più volte costrinse la sorella ad arricciare il naso e coprirsi il viso. A differenza sua, Alexandria doveva soffrire quel fetore con molta più forza, ma cercava in tutti i modi di non darlo a vedere: le apparenze, in fin dei conti, erano ciò su cui avevano fondato la loro intera esistenza e, persino in quell'ultimo viaggio avrebbero dovuto crearne di perfette, armature indistruttibili per gli occhi famelici delle persone. Certamente, confondersi e passare inosservati sarebbe stata la scelta più saggia, ma dato il loro aspetto tanto peculiare, fingersi semplicemente una coppia di strampalati o vittime di una moda eccentrica era la soluzione più pratica.

Il ragazzo, rallentando il passo in uno spicchio di luce, si concesse il lusso di alzare il viso verso il sole, beandosi per qualche istante del tepore mattutino. Per raggiungere Venezia non avevano impiegato più di una manciata d'ore, ma restare rinchiuso in un vagone di latta, senza riscaldamento, era stata per lui una tortura. Aveva sofferto il freddo per tutto il tragitto, trovandosi nuovamente a maledire la propria condizione di mezzo rettile e rinunciando così al sonno tanto anelato; i serpenti, dopotutto, come le lucertole bramavano il calore - e questo gli aveva impedito di poter recuperare le ore di riposo perse nelle settimane precedenti.

Quasi fermo, si permise di sbadigliare pigramente, stiracchiando i muscoli. Negli ultimi giorni non aveva fatto altro che dibattere con la sorella sul piano da seguire e ascoltare interminabili resoconti su avvistamenti fatti da persone dalla dubbia fiducia, esattamente come gli era capitato solo due sere prima quando, circospetti, si erano dovuti affidare alle parole di uno degli informatori più vecchi di lei che, trovandosi di fronte due ragazzi della metà dei suoi anni, aveva esitato a credere che si trattasse delle stesse persone che lo avevano assoldato decenni prima. Era stato un incontro strano, condito da una buona dose di diffidenza, ma comunque utile al fine designato. Grazie a un uomo dal naso a patata, l'accento dell'Est Europa e l'alito pregno di alcol, si erano accaparrati le informazioni necessarie per proseguire nella loro bizzarra avventura, approdando in quella meravigliosa città.

Le Chimere di Salomone: il ReWhere stories live. Discover now