Capitolo 28

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<<Porca troia>> dico mentre scaglio un cuscino verso l'aggeggio infernale chiamato SVEGLIA, che finalmente cessa di suonare.

Vi direte 'oh, ma che bel modo di iniziare un capitolo' e infatti doveva essere così, ma poi la sveglia ha iniziato a suonare e in men che non si dica i miei piani di restare calma se ne sono andati a fare la terza guerra mondiale. Per non dire altro.

Ritornando a noi, mi giro nel letto e vedo che al mio fianco non c'è più Cameron e una sensazione di vuoto mi assale. Ieri mi sono addormentata dopo le sue dolci parole, ma non ricordo se le ho sognate oppure era semplicemente la realtá, quindi faró finta di niente.

Estremamente dolorante mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per vedere se i segni sul mio corpo peggiorano o migliorano, ma per mia grande sfortuna stanno peggiorando.

Indosso una felpa nera e degli skinny jeans bianchi, le mie convers nere e lascio i capelli lunghi sciolti.
Mi trucco con una linea sottilissima dì eye-liner e del mascara.

Mi dirigo verso la cucina dove sento abbastanza voci che sparlano.

Sto quasi per fare gli ultimi gradini della scala quando un dolore tremendo mi prende la caviglia, la schiena e la pancia. Per non urlare dal dolore chiudo gli occhi piegandomi in due e facendo un respiro profondo. Quando il mio battito ritorna regolare mi alzo in piedi e apro gli occhi facendo una paura tremenda.

Mi ritrovo tutti davanti. E dicendo tutti intendo proprio tutti, comprese le ragazze e Cameron. Peró non ci sono ne mio padre ne i miei fratelli più piccoli. Pensandoci bene non li vedo da parecchi giorni.

<<Ma dico io, quale problema mentale vi affligge?>> chiedo io riferendomi allo spavento che mi hanno fatto prendere.

<<Crystal Allison Grier, ora devi dirci tutto.>> dice mia madre. Oh no, mi ha chiamato con il nome intero. E mo so cazzi.

<<Si allora, parto dal principio. Dio creó un uomo a sua immagine e somiglianza è così nacque Adamo, poi Eva e insieme diedero alla luce...>> stavo cercando di alleggerire la tensione fin quando peró non fui interrotta da mio fratello Hayes.
<<Crystal, non fare l'idiota e raccontaci cosa ti è successo ieri.>> dice facendo un passo avanti.

Involontariamente ripensando a ieri mi ricade lo sguardo su Kate e ricordo tutto quello che mi ha detto. Il fatto di aspettare un bambino.

La trovo tra gli altri con lo sguardo su di me, ma si vede che è assente.
Ad un certo punto iniziano a scendere lacrime sul suo viso e infila le mani nei suoi capelli per poi iniziare a camminare avanti e indietro.

<<Sono stata io, lo sapevo, è tutta colpa mia.>> inizia a dire mentre tutto si girano verso di lei con faccia confusa.

<<TU STA ZITTA E FERMA CHE NON È AFFATTO COLPA TUA.>> dico urlando e indicandola, riportando l'attenzione di tutti, compresa la sua, su di me.

<<Come fai a dirlo, è stata colpa mia se ti sei ridotta così!>> dice lei scoppiando a piangere nuovamente.

Io subito mi precipito verso di lei e la stringo in un forte abbraccio.
<<Non azzardarti mai più a pensare una cosa del genere, non è stata affatto colpa tua, la colpa è solo mia e del mio essere impulsiva.>> le dico accarezzandole la schiena mentre lei continua a bagnarmi la felpa.

Dopo che si è calmata ci sciogliamo dall'abbraccio e notiamo lo sguardo di tutti su di noi. Sembrano impauriti, arrabbiati, delusi, confusi, si insomma, avete capito.

<<Basta, io non ce la faccio più, io vi manderó in un manicomio a tutte e due.>>dice mia mamma mettendosi le mani nei capelli.

Io e Kate ci scambiamo un occhiata e poi scoppiamo a ridere.
<<Si okay. Ma adesso volete spiegarci cosa sta succedendo?>> chiede Shawn.

A quel punto Kate inizia a tremare e siccome me ne accorgo subito le afferro la mano e mi piazzo avanti a lei iniziando a parlare.
<<Ragazzi non dovete preoccuparvi, stiamo bene.>> fingo un sorriso.
<<Giuro Crystal che se non la smetti di dire cazzate ti uccido. Torni a casa tutta ferita e dolorante, Kate piange e ha sbalzi d'umore, tu quando ci sei è come se non ci fossi, adesso ci nascondete qualcosa e vuoi dirci che va tutto bene? Stai scherzando spero.>> si fa avanti Nash per la prima volta.

<<Calmo Nash, non è niente di chè, ieri ho partecipato ad una gara con lo skate e sono caduta sfracellandomi a terra. Ecco, volevi la verità, eccoti la verità.>> dico per poi guardare Cameron che mi guarda in modo interrogativo come se volesse chiedermi perchè non ho detto tutta la verità, ma per il momento non deve sapere niente nessuno.

Gli altri un pó dubbiosi dopo poco annuiscono.
<<E invece Kate? Tu cos'hai?>> chiede Shawn avvicinandosi a lei.

Io subito mi posiziono di nuovo avanti a lei e respingo Shawn.

<<Oh beh, l-lei , h-ha le s-sue co-se. È nel suo periodo.>> dico iniziando a tremare come una foglia.
<<Si, è proprio così, ho le mie cose>> dice Kate fingendo un sorriso.

Gli altri scrollano le spalle e poi ritornano alla loro noiosa vita.
<<Grazie di nuovo>> dice Kate abbracciandomi.
<<Giuro che se non la smetti di ringraziarmi ti strozzo.>> dico per poi farla scoppiare a ridere.
<<Senti Kate, ma dove sono Papà, Jack e Jennifer?>>
<<Papá è partito per il lavoro, Jack è a casa di Ambar con Harry e Jenny è voluta andare un pó dalla nonna.>>
<<Minchia. E io dov'ero quando è successo tutto questo?>> dico ridendo.
<<Sulle nuvole cara, sulle nuvole.>> dice lei allontanandosi.

Mi avvio in camera mia per prendere il mio zaino ma una volta arrivata sopra Cameron mi trascina in camera chiude la porta a chiave e si volta verso di me che sono al centro della stanza.

<<Ringraziami per non aver detto niente.>> dice lui avvicinandosi.
<<Grazie>> dico abbassando lo sguardo.
<<Non intendevo in quel modo.>> dice lui con un ghigno malizioso e avvicinandosi sempre di più.
<<Cameron sta fermo!>>dico iniziando ad indietreggiare fino a quando non vado a sbattere contro la parete.
<<Perchè dovrei?>> mi chiede lui avvicinandosi e poggiando, come sempre, la mani ai lati della mia testa.
<<Ma perchè cazzo ci ritroviamo sempre in questa posizione dico io? Cosa vuoi da me? Cosa ti ho fatto? Ma perchè non vai a sbatterti quella troietta di Lizzy?>> dico cercando di spostarlo di lato. Cosa impossibile.
<<Gelosa?>> dice con il solito ghigno.
<<No cazzo. Ti ho solo chiesto di lasciarmi in pace.>> dico urlando e una luce nei suoi occhi si spegne.
<<E ora cos'hai?>> chiedo scocciata.
<<Niente>> risponde lui allontanandosi.
<<Ma lo sai che sei uno stronzo bipolare?>>
<<Lo so.>>
<<Bene>>
<<Bene.>>

Restiamo qualche minuto in silenzio a guardarci intorno nella stanza ma poi i nostri sguardi si incontrano di nuovo.
<<Oh, al diavolo tutto.>> dice lui per poi avvicinarsi velocemente a me e poggiare in modo violento ma passionale le mie labbra sulle sue.

Io non oppongo resistenza, ma rimango un pó scioccata dall'accaduto, dopo poco peró inizio a ricambiare il bacio.Avvolgo le braccia attorno al suo collo e lui mi cinge i fianchi scendendo sempre un pó più giù. Cameron cerca di giocherellare con la mia lingua e io gli lascio fare anche quello, inizio ad inarcare la schiena visto che sta iniziando a fare un pó male e sento la sua erezione giusta giusta sul bacino. Lui sorride e geme a quel contatto e la stessa cosa faccio anche io.
<<Hai visto che effetto mi fai?>> mi sussurra staccandosi un attimo dalle mie labbra ridendo per poi iniziare a baciarmi il collo.

Dopo aver toccato un punto sensibile mi scatta un allarme in testa e subito l'allontano.

<<Cosa c'è?>> mi chiede lui sbuffando.
<<Niente. È tutto sbagliato quello che facciamo.>> dico per poi lasciarlo da solo nella mia stanza e uscendo strascinandomi il mio zaino per poi uscire di casa a testa bassa con ancora le sue impronte  sulla mia pelle.Sto sbagliando, lo so.

Filofobia [Cameron Dallas]   ~{In revisione}~Where stories live. Discover now