~46~ Parlare.

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Quella mattina mi svegliai di soprassalto, con la maglia del pigiama alzata fin sotto al seno, le coperte erano quasi tutte sul pavimento e la stanza era illuminata da dei piccoli spiragli di luce. Io stavo bene, la mia vita stava bene, tutto sarebbe andato bene. Mi alzai in fretta dal letto cercando di non inciampare nelle varie coperte, vestiti e tutto l'orrore che era sparso per la mia camera, non capivo come Victor riuscisse a non mandarmi via a calci, lui che era un maniaco quasi ossessivo compulsivo quando si parlava di pulizia e di ordine, casa sua era immacolata se non si guardava quella che era la mia stanza. Feci una doccia veloce per lavare via le tracce del sonno e della stanchezza onnipresenti. Indossai dei jeans azzurri con uno strappo sulle ginocchia, una maglia bianca a maniche lunghe e una giacca/camicia di jeans, legai i capelli in un'unica grande treccia dietro la testa e mi truccai come ogni mattina scolastica dai tempi del primo anno di liceo: fondotinta, correttore, mascara e lucida labbra. Presi lo zaino e uscii in corridoio, Victor era a qualche porta di distanza appoggiato al muro, le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso in un punto non molto interessante del pavimento davanti a lui. Sospirai e presi a camminare passandogli accanto nella speranza che non dicesse nulla, ma ovviamente non ci riuscì.

"Vai avanti così da una settimana, quando hai intenzione di parlare con Dylan?" Mi chiese ormai rassegnato. Ero ancora profondamente dispiaciuta dell'aver coinvolto anche lui in tutta quella storia, nella mia storia, ma sarebbe stata l'ultima settimana, dopo i suoi genitori sarebbero tornati e io avrei dovuto cercare un altro posto dove andare. Casa mia era da escludere, non sapevo se mia madre fosse ancora lì o se era già tornata dall'altro lato del Paese da quel Clark, Christophe o come si chiamava l'imprenditore ruba cuori in giacca e cravatta. In ogni caso avevo il terrore anche solo di avvicinarmi a quella casa e non potevo vivere per sempre da Vic, quindi avrei dovuto trovare una soluzione alternativa e in fretta.

"Quando deciderà di rivolgermi di nuovo la parola" dissi distaccata fermandomi poco più avanti di lui in modo da non dover incrociare il suo sguardo, ma riuscivo ad immaginare la sua espressione di disappunto.

"Non sai cosa gli è successo e non lo saprai mai se non metti da parte l'orgoglio e gli parli una buona volta" disse per la millesima volta quella settimana. Il mio migliore amico era diventato un pappagallo, ma di quelli fastidiosi.

"L'unica cosa che so è che prima mi bacia come se volesse che quel bacio, che noi, durassimo per sempre e due giorni dopo mi evita, non risponde ai messaggi e alle chiamate. Sono stanca di lui e dei suoi sbalzi d'umore. Quando il principino deciderà di rivolgermi di nuovo la parola sarò più che felice di ascoltarlo" dissi cercando il più possibile di non infuriarmi. Non era con lui che dovevo arrabbiarmi, non lo meritava. Sospirai ancora per sbollire almeno un po' di quella rabbia che mi attanagliava lo stomaco e il cuore da giorni ormai. Scesi le scale e afferrai una fetta biscottata e un po' di marmellata... anche del burro di arachidi, dei pancakes e una tazza colma di caffè.

"Bhe, almeno ti è tornato l'appetito" disse lanciando un'occhiata al mio piccolo angolo di paradiso.

"Ho il cuore spezzato, non lo stomaco" gli feci notare addentando un morso di banana inzuppata nel burro di arachidi. Sublime. "E poi ieri sera sono andata a correre e ci andrò anche stasera quindi ho bisogno di energie"

"Finisci di rimpinzarti così andiamo" disse infine sorridendo e prendendo una mela dal cesto della frutta. Mondano.

"No, voglio riprendere in mano la mia vita, quindi oggi..." Dissi lasciando la frase in sospeso e subito dopo un clacson si fece largo per tutta la cucina. Addentai un'ultima fetta biscottata, misi le scarpe, presi lo zaino e salutai Victor.

"Ho un passaggio, ci vediamo a scuola" era più o meno quello che volevo dire ma la fetta biscottata in bocca non rese molto l'idea o forse sì, ma ero in ritardo e non me ne curai. Uscii di casa e salii in auto allacciando la cintura.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora