~40~ Improbabili Amici.

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Dopo l'assurda serie di eventi della sera prima, che ancora facevo fatica a metabolizzare, andai a dormire molto tardi ma dovetti svegliarmi presto ugualmente e come mio solito, presa dalla rabbia di quel drin continuo, lanciai la sveglia fuori dalla porta aperta che, con una mira incredibile non volontaria, andò a colpire mia madre che in quel momento stava passando davanti alla mia camera per scendere le scale, dopo quell'incidente imprecò dicendo che quella era l'unica cosa che non le era mancata in quei mesi e che se non mi fossi alzata in tempo record sarebbe salita di nuovo con una bacinella di acqua fredda e ghiaccio, e sapevo che l'avrebbe fatto e sapevo anche che non era una sensazione piacevole. Dopo una decina di minuti passati a convincermi inutilmente che avevo ancora tempo mi costrinsi ad alzarmi, cullata dal profumo di pane tostato con burro e marmellata... e caffè, mio Dio avevo proprio bisogno di un caffè. 

"Sbrigati scansa fatiche o farai tardi! Ti butto fuori a calci senza colazione" con quella perla di saggezza incoraggiante di mia madre andai in bagno dove, dopo essermi sciacquata la faccia e lavata i denti, mi truccai velocemente e sistemai i capelli in un unica grande treccia dietro la testa, facendo cadere qualche ciocca ad incorniciare il viso. Tornai in camera ed evitai di incrociare con lo sguardo l'orologio, per quel giorno non mi sarei dovuta preoccupare dell'ora, non sarei andata a scuola con l'autobus o a piedi di corsa, quindi avevo ancora qualche minuto. Scelsi di indossare dei jeans neri con un piccolo strappo sulle ginocchia, una maglia bianca a mezze maniche con la stampa della spiaggia di Los Angeles e con una scritta nera in alto 'Lost Angeles' e infine una camicia a scacchi rossi e neri, in assoluto la mia preferita. Stavo indossando le scarpe e raccogliendo le mie cose nello zaino quando improvvisamente sentii mia madre urlare e un boato, come il suono di padelle che sbattono. Scesi correndo le scale con lo zaino mezzo aperto in spalla e il cuore in gola mentre in mente mi si presentavano i peggiori scenari, ladri, serial killer o nelle peggiori delle ipotesi Morgan. 

"Sbrigati Ariet, chiama la polizia!" disse mia madre non appena fui a due gradini dall'ingresso e per poco non svenni vedendo la scena che mi ritrovai davanti, Mia madre sull'attenti che stringeva una grossa padella davanti a sé con fare minaccioso, come se quella fosse l'arma più letale al mondo, e dall'altra parte c'era Dylan con le mani avanti a sé come segno di sera e la porta dietro di lui semi aperta. 

"Stai lì impalata o mi dai una mano?" mi chiese il ragazzo non appena incrociò il mio sguardo. 

"Mamma è tutto okay, è un... amico" spiegai scendendo gli ultimi gradini non molto convinta del termine da dover usare con lui, era una situazione troppo strana.

"Da quando frequenti i delinquenti? Non si entra in casa delle persone come se nulla fosse, solo un delinquente sa come aprire una porta chiusa a chiave senza quest'ultima" disse giustamente mia madre e non potei replicare, aveva ragione, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine. 

"Magari ieri sera ti sei dimenticata di chiudere bene la porta, può succedere" azzardai e mia madre si arrese abbassando la padella permettendo così a Dylan di tornare a respirare. 

"D'ora in poi mi accerterò sempre di aver chiuso bene la porta, una cosa del genere stai certo che non accadrà mai più" disse mia madre guardandolo poco convinta, ma lui parve non scomporsi minimamente a quelle parole, sembrava quasi divertito. Non c'era modo peggiore per far conoscere alla propria madre un 'amico'. 

"Mettiamoci una pietra sopra, che ne dite?" proposi cercando di scaricare la brutta atmosfera che si era creata tra di loro. Con Victor era andata decisamente meglio, forse Sophia le sarebbe piaciuta di più. Mia madre si ricompose ma senza abbandonare la sua postura autoritaria. 

"Posso sapere il nome di questo tuo amico?" chiese quest'ultima arrendendosi all'idea che fosse un amico, sempre che lo fosse effettivamente, ma quelli erano altri problemi.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora