~32~ Party fuori sede.

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"Tu... docc- che... cosa?" Balbettai cercando di riacquistare un colorito e una temperatura corporea il più possibile normale.

"Sai Johnson... devo ammettere che il tuo faccino rosso è davvero sexy. Assomigli a un peperone... un peperone davvero sexy" ammiccò con un sorrisetto stampato in faccia. Sentì la rabbia e l'imbarazzo ribollire dentro di me. Mi aveva presa in giro?

"T-tu... BRUTTO SCHIFOSO MANIACO E PERVERTITO!!" iniziai ad urlargli contro tornando ad essere paonazza per l'imbarazzo.

"Vedo che sei tornata la simpatica e gentile Johnson di sempre" sorrise beffardo con quella sua aria di superiorità che mi fece stringere lo stomaco per quanto volessi picchiarlo.

"E tu sei tornato il solito Black, pieno di se e stronzo" dissi serrando i pugni cercando di placare la voglia di gonfiarlo di botte e sbraitargli contro insulti a raffica. Dov'era finito il Dylan dolce, protettivo e premuroso che avevo conosciuto la sera prima? In quel momento mi dimenticai persino dell'assurda nottata che avevo passato all'insegna dei ricordi e dei rimpianti... e ce ne voleva. Ma non gliel'avrei data vinta per niente al mondo.

"Andiamo scricciolo... lo so che non ti è dispiaciuto affatto. Come questa notte... Mentre dormivi, mi chiamavi in continuazione, stringendomi e spingendomi verso di te..." disse con voce roca ritornando all'assalto. Mi appiattì con le spalle alla porta, marcando ancora di più il rosso che ormai era diventato parte integrante del mio povero viso. Cosa gli era successo? Poteva una persona cambiare così velocemente e in rapida successione? Erano snervanti questi suoi sbalzi d'umore. Doveva decidere, o era dolce e gentile o era stronzo e maledettamente antipatico. Personalmente preferivo la prima versione. La seconda risvegliava fin troppo un istinto omicida che cercavo di reprimere.

"Devi esserti... sbagliato" dissi facendo respiri profondi. Una buona tattica se non fosse che ad ogni respiro non facevo altro che respirare il suo profumo, che, nonostante in quel momento stesse provocando la mia calma post-traumatica, stava riuscendo a rimarginare lentamente la ferita.

"Non credo proprio.... a meno che 'Dylan... mh... Dylan' non sia qualcun'altro" continuò a sorridere imitando, senza successo, la mia voce. L'idea che ciò che stava dicendo fosse vero mi fece venire un'improvvisa voglia di auto seppellirmi dall'imbarazzo. Non potevo essere così stupida da chiamarlo nel sonno, era ridicolo! Pur volendo per quale orrido motivo avrei dovuto farlo?

"Te lo sarai immaginato..." dissi anche se la mia certezza traballava. Dovevo uscire da quella stanza, e in fretta, se non volevo diventare uno strambo ammasso gelatinoso. Mi concentrai sul suo sorrisetto che in quel momento emanava sicurezza e determinazione nel farmi morire dall'imbarazzo. Focalizzai le mie emozioni sul pensiero, e in parte la certezza, che mi stesse prendendo in giro, il che non era del tutto impossibile visto che lo faceva spesso e volentieri. Accumulai sempre più sicurezza, raddrizzai le spalle e lo guardai fisso negli occhi, sfidandolo. Mentre lui era troppo preso dallo studiare la mia espressione e dal non ridermi in faccia, perché dovevo ammetterlo, la mia figura in confronto alla sua era nettamente imbarazzante, e ciò mi faceva perdere di credibilità. Ma non mi arresi, non poteva prendermi in giro in quel modo e il suo bipolarismo non mi avrebbe fatta impazzire... come se già non lo fossi.

"Anzi no... sai che ti dico Black?..." dissi sostenendo il più che potevo il suo sguardo. Lui mi guardò particolarmente divertito e alzò un sopracciglio come per incitarmi a continuare. Poggiai, senza farmi notare, la mano destra sul pomello della porta. Presi un respiro profondo, pronta a darmela a gambe levate. Lo guardai e improvvisamente divenni seria.

"Fanculo" dissi amabilmente mostrandogli, in tutto il suo splendore, il mio dito medio. Lui sgranò gli occhi sorpreso, ma non ebbe il tempo di dire niente che subito mi catapultai fuori dal bagno richiudendo con forza la porta. Credevo di aver preso in pieno il suo viso, aprendo e richiudendo la porta, ma non importava. Se lo era meritato? Oh senza ombra di dubbio. Certe cose avrebbe potuto farle con Cris, ma non con me. Lo sentì ridere da dietro la porta... idiota. Lasciai perdere e mi avvicinai all'armadio, presi un paio di jeans azzurri e una maglia a mezze maniche nera, molto semplice. Gettai un'ultima occhiata alla porta del bagno, soffocando l'istinto di sfondare la porta e prenderlo a calci, soprattutto quando sentì l'acqua iniziare a scorrere, l'ultima cosa che avrei voluto era coglierlo completamente nudo mentre entrava in doccia. Avvampai appena la mia stupida mente perversa iniziò a immaginare cose, nettamente, vietate ai minori. Mi maledissi in tutte le lingue del mondo, compreso l'elfico, e corsi al piano di sopra, occupando una delle tante docce messe a disposizione per la sauna. Mi tolsi la felpa di Dylan che avevo usato, involontariamente, come pigiama, stessa cosa per l'intimo ed entrai in doccia. Passai quelli che dovevano essere i 27 minuti più belli di quella pseudo vacanza, coccolata dal lieve tepore emanato dall'acqua calda e dal profumo di rose del mio bagnoschiuma. Uscì rigenerata, era come se l'acqua avesse portato via con se tutto quello che era successo nelle ultime ore e me ne sentì sollevata. Ma ahimè, sapevo benissimo che quel momento paradisiaco non sarebbe durato allungo. Mi vestì svogliatamente e dopo essermi asciugata i capelli decisi che forse sarebbe stato meglio coprire e correggere le brutte borse che avevo sotto gli occhi. Misi un po' di correttore, mascara e burrocacao alla vaniglia per ridare vita alle mie povere labbra secche e screpolate, nonostante sembrassi uno zombie uscito adesso da un film di Marc Forster, giusto per fare un'esempio, non volevo strafare con il trucco. Presi un bel respiro e mi decisi a scendere al piano terra. La confusione era udibile già dalle scale. Emmett e Roman litigavano come spesso e volentieri accadeva.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora