~13~ Emmett.

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Una volta fuori mi portò nel garage.
Aprì la porta e ciò che mi trovai davanti mi fece restare a bocca aperta.

"Niente male, vero?" Si pavoneggiò lui vedendo la mia faccia scioccata.
Ciò che mi trovai davanti furono per lo meno 7 auto sportive.
Di ogni tipo di colore, modello e fantasia.

"Io...ehm... wow..." balbettai continuando a fissare le auto.

"Vieni" disse lui ridendo. Mi portò di fronte ad un'auto gialla. L'ultimo modello di una Ferrari.
Assolutamente magnifica.
Entrammo in auto e mise in moto. Amavo quell'auto.

"Un regalo di Max e Austin" disse lui uscendo dal garage.

"Della serie: è il pensiero che conta" dissi sarcastica ammirando gli interni.

"Esatto" disse lui ridendo. Sfrecciammo per le vie di Los Angeles passando fra alberi e grattacieli sotto gli occhi curiosi e stupiti delle persone, fino ad arrivare alla mia dolce casetta.
Dopo averlo ringraziato scesi dall'auto. Ma, ovviamente, non potevo passare il resto della giornata in pace. Infatti scese anche Dylan.

"Che c'è?" Chiesi sospirando mentre mi avvicinavo alla casella della posta.

"Ti ho ospitata a casa mia, beh ricambi" rispose lui ovvio.
Presi la posta: bollette, affitto, una lettera dalla mia vecchia vicina di casa e una da mia madre.
Mia madre? Oh... giusto l'affitto.

"Vattene Dylan" dissi avviandomi verso l'entrata di casa.

"Aspetta Ariet" disse lui ma non risposi. Entrai in casa e chiusi a chiave. All'improvviso mi era passata la voglia di parlare.
Buffo no? Come una lettera possa far cambiare umore.
Dopo aver posato chiavi e quant'altro entrai in cucina e mi sedetti al tavolo. Sparsi le buste per il tavolo e iniziai a rigirarmi quella di mia madre fra le mani.

"New York" era da li che arrivava la lettera. C'era persino l'indirizzo di una casa. Dallo stesso indirizzo mi aveva inviato la busta una volta ogni tre settimane. Pensa che io non me ne accorga ma so perfettamente che se si trova a New York non è per lavoro.
Dopo un po' decisi di aprire la busta per leggere la lettera che mi aveva scritto.

"Ciao Tesoro,
Sono a New York per lavoro e mi tratterrò un po' di più qui. Come sempre ti ho inviato qualcosina, spero che ti bastino. Torno presto, promesso. Mi manchi.

Mamma"

Se veramente le mancavo sarebbe tornata per stare un po' con sua figlia. Capivo che lavorava sempre, non è facile crescere da sola una figlia. Apprezzo gli sforzi che fa. Non chiedo molto, solo che lei sia presente un po' di più.
Come sempre appallottolai la lettera e la gettai in un punto indefinito della stanza. Presi i soldi e salì in camera mia. Aprì la porta e mi avvicinai alla scrivania. Aprì un cassetto chiuso a chiave e vi misi i soldi. Era ridicolo tutti i soldi che avevo vinto con la corsa avevano occupato tutta una cassaforte e più di mezzo cassetto. Per non parlare di quelli nel portafoglio e sotto al materasso. Roba da: se entrava un ladro trovava oro.

"Dovresti metterli in banca" disse una voce alle mie spalle. Mi volati di scatto e per poco non mi prese un infarto. Dylan era seduto sulla nicchia interna della finestra. Aperta tra l'altro.

"Se volevi farmi prenedere un infarto ci sei riuscito" dissi mentre il battito cardiaco si regolarizzava.

"È piuttosto facile entrare. Arrampicarsi sull'albero è da bambini e forzare la serratura della finestra una passeggiata" disse lui tranquillo.

"Niente e nessuno ti da l'autorizzazione di entrare in casa mia quando vuoi" dissi incrociando le braccia al petto.
Lui in risposta alzò le spalle.

"Devi metterli in banca" disse lui guardandomi.

"Si certo. Una 17enne che ha quattro milioni in banca. Normale" dissi andando verso l'armadio.

"Posso aiutarti" disse mentre mi seguiva con lo sguardo.

"E come pensi di fare? Intendi spiegare a quelli della banca che li ho guadagnati lavorando? Non ci crederebbero." Dissi prendendo un paio di shorts di Jeans e una maglia a mezze maniche bianca.

"Sai ragazzina, non hai conosciuto una parte importante della squadra." Disse.

"E sarebbe?" Chiesi voltandomi verso di lui.

"Ti aspetto in macchina" disse facendomi l'occhiolino per poi uscire dalla stanza.
Un giorno. Solo un giorno normale, no?
Sbuffai ed entrai in bagno. Mi feci una doccia veloce e mi cambiai. Lasciai i capelli lisci e mi truccai l'indispensabile.
Presi una valigetta da sotto al letto e ci misi tutti i soldi. Dovevo fidarmi? Fidiamoci.
P

resi una giacca di Jeans e la indossai. Presi il telefono e la valigetta e uscì di casa.
La macchina era parcheggiata dove l'avevo lasciata. Dylan era seduto al posto del guidatore con il cellulare in mano.
Sospirai ed entrai in auto mettendo la valigetta sulle gambe.

"Ora mi spieghi che piano hai?" Chiesi guardandolo.

"Lo vedrai" rispose ghigando. Mise in moto e sfrecciammo via.
Dopo un quarto d'ora arrivammo davanti ad un enorme edificio a vetri.
Scendemmo e davanti la porta c'era un ragazzo con la carnagione un po' scura e un filo di barba. Indossava una maglia blu e una giacca sportiva grigia con le maniche alzate fino ai gomiti e un paio di Jeans.

"Ehi amico" disse quest'ultimo abbracciando Dylan.

"Ehi. È un piacere rivederti" disse Dylan dandogli delle pacche affettuose sulla schiena.

"E lei?" Chiese indicandomi.

"Ariet" mi presentai un po' titubante.

"Emmett" disse lui.

"È una nuova recluta di Jacob" spiegò Dylan.

"Cosa fa?" Chiese.

"Corre" rispose Dylan. Sapevo perfettamente che la cosa non gli andava a genio ma ci avrebbe dovuto fare l'abitudine. E con lui anch'io...

"Cosa?! Il vecchio Jac ha preso in squadra una ragazza? In pista?! Wow ragazzina, se sei piaciuta a Jacob allora sei un fenomeno" disse Emmett prima a Dylan e poi a me.

"Ho solo fatto una corsa. E bhe è stato facile. È bastato solo notare qualche particolare" dissi.

"Ha battuto Bastian" disse Dylan ghigando.
Quel suo ghigno cominciava a darmi sui nervi.

"Scherzi? Bastian? L'unico da cui è stato mai battuto siete stati tu e Jacob. Già il solo essersi fatto battere da un 19enne l'ha mandato in bestia. Non oso immaginare cos'ha fatto quando ha perso contro una ragazzina" disse lui sorpreso. Dicevano tutti che questo Bastian era un tipo forte, ma da quel che ho visto non lo era nemmeno tanto. Insomma non accorgersi che la propria macchina perdeva benzina e far fare tutti quei giri al motore... perde credibilità.

"Lascia. Ti spiegheremo dopo. Ho bisogno di un favore" disse Dylan tornando serio.

"Lo so. Se siamo qui è perché hai bisogno di mettere in cassa qualcosa, no?" Chiese Emmett.

"Con la gara di Bastian ha vinto quattro milioni e mezzo. Deve metterli al sicuro. Diciamo che casa sua non è a prova di ladro." Disse Dylan. Io gli diedi un pugno sul braccio.

"Alla prima corsa hai già milioni. Niente male" si complimentò lui.
Non feci in tempo a rispondere che entrammo nella struttara.

Angolo Autrice:
Ci sono riuscita! Nuovo capitolo.
Scusate ho avuto la febbre e, pur avendo il capitolo pronto, non ho potuto correggerlo e quindi aggiornare.
Spero che, per quanto brutto e corto possa essere, il capitolo vi piaccia.

Bye.
Phoenix ✞

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora