~36~ Run Away.

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"Mi dispiace ma sono piuttosto impegnata, quindi, se non ti dispiace..." dissi provando a chiudergli la porta in faccia. C'era bisogno di dire che fu un tentativo pressoché inutile? Ovviamente lui mi anticipò bloccando la porta con la mano e riaprendola. Si fece largo superandomi ed entrando in casa mia senza la mia autorizzazione, come sempre d'altronde.

"Vedo quanto sei impegnata..." disse guardando il salotto e tutta la mia postazione paradisiaca.

"Nel caso non l'avessi capito ti sto cacciando in maniera carina, il minimo che tu possa fare è cogliere il mio invito e andartene" dissi voltandomi verso di lui incrociando le braccia al petto. Ero infinitamente stanca, probabilmente alla fine non avrei nemmeno guardato la tv, mi sarei fatta un bel bagno caldo e dopo sarei andata a dormire, nessuno dei miei programmi comprendeva un ragazzo dagli occhi di ghiaccio che fa irruzione in casa mia dicendomi di cancellare tutti miei programmi, favolosi tra l'altro, per andare con lui. Era fuori discorso.

"Eppure sarei curioso di vedere le maniere cattive, me le mostreresti?" ghignò puntando i suoi occhi su di me. Stavo perdendo la pazienza, l'unica cosa che desideravo era mezza giornata di pace, perché non potevo mai mai mai averla? Eppure non mi sembrava una richiesta eccessiva.

"Dimmi cosa vuoi ed esci da casa mia" dissi sospirando esasperata. Due minuti, bastava la sua presenza per due minuti a mandare al diavolo il mio autocontrollo e a stravolgere i miei programmi. Sarebbe mai riuscito a lasciarmi in pace almeno per mezza giornata?

"Sempre dolce il mio Scricciolo" ammiccò e desiderai ardentemente di sbattere la porta contro quel viso perfetto e magari non rivederlo per settimane. Credevo che dopo quelle confessioni qualcosa tra di noi, in lui, sarebbe cambiato, ma mi sbagliavo di grosso, non era cambiato di una virgola, per quanto il suo passato fosse più doloroso del mio questo non lo piegava nemmeno un po'. La promessa di affrontare tutto insieme è più grande di ciò che entrambi ci aspettavamo, a lui interessa solo spassarsela mentre io... io non sapevo cosa volevo, e non avevo nemmeno tempo per pensarci, ogni volta che provavo a farlo compariva lui a stravolgermi la vita, per quanto provassi ad allontanarlo i miei sforzi venivano sempre vanificati e non riuscivo a capirne nemmeno il motivo.

"Comunque sono qui perché mi ha mandato Jacob. C'è una corsa particolarmente interessante stasera alla quale parteciperò e vuole che ti porti con me, secondo lui farti conoscere meglio le sfaccettature di questa realtà ti aiuterà ad abituarti più facilmente al fatto che ora sei con noi e bla bla bla" disse iniziando a camminare con nonchalance per il corridoio di casa mia fino ad entrare in cucina, dove fui obbligata a seguirlo. Non mi stupiva il fatto che Jacob gli avesse chiesto una cosa del genere, a differenza di Dylan lui non si è mai opposto al mio ingresso in squadra, tutt'altro, ha sempre fatto in modo che mi ambientassi nel miglior modo possibile.

"Quindi mi stai dicendo che devo mollare tutto per venire ad una corsa clandestina con te?" dissi appoggiandomi allo stipite della porta della cucina con le braccia incrociate al petto mentre lui si versava un po' d'acqua nel bicchiere tranquillamente. Dovevo ancora capire come avessi fatto in tutto questo tempo a non ucciderlo, sarà per via del mio autocontrollo.

"Sai che non mi va a genio che tu venga con me, è troppo pericoloso. Ma secondo il grande capo è una buona idea che una ragazzina della Florida veda la parte oscura dell'uomo californiano. Ma non ha da temere Mademoiselle, la proteggerò a qualunque costo" disse facendo a conclusione una piccola riverenza, versando per poco tutto il contenuto del bicchiere sul pavimento. Quasi soffocai nel tentativo di reprimere una risatina.

"Ride di me, Mademoiselle?" mi chiese mentre un sorriso, di quelli veri, affiorava sulle sue labbra e i suoi occhi diventavano di un azzurro ghiaccio intenso. Mise giù il bicchiere e si sistemò la giacca di pelle nera senza staccare mai il suo sguardo dal mio. Misi una mano davanti alla bocca per soffocare una risata, più che una postura minacciosa, la sua faceva proprio ridere, per quanto ci provassi non riuscivo mai a prenderlo sul serio. Volendo non era coerente ridere in quel momento, fino a pochi secondi prima ero propensa a chiudergli la porta in faccia e ora mi ritrovavo ad indietreggiare trattenendo una risata mentre lui avanzava con un sorrisetto verso di me.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora