~Capitolo 44~

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Elizabeth

Il bacio più bello della mia vita. Il momento più bello della mia vita con il ragazzo migliore che potessi incontrare. Sembrava tutto orchestrato alla perfezione. Come se Thomas avesse già pensato a tutto, cosa che tra l'altro non mi avrebbe sorpresa per niente.

Durante tutto il tragitto di ritorno, in aereo, non avevo fatto altro che sorridere sotto i baffi e fantasticare su di noi. Ancora non riuscivo a crederci, voglio dire, poteva esistere un noi. Non era solo la mia immaginazione, giusto? Quel bacio era stato qualcosa di magico e avrei mentito a me stessa se avessi anche solo pensato che lui non avesse provato nulla. Lui era lì, con me, e se non fosse stato per l'autista che era venuto a chiamarci, saremmo rimasti lì per tutta la notte e, sinceramente, di perdere l'aereo poco me ne sarebbe importato.

Sfortunatamente non potemmo sederci vicini dato che accanto a me vi erano una mamma con un bambino piccolo e Thomas non poteva farli spostare entrambi per sedersi al mio fianco, così rimasi per tutto il tempo a contemplare il paesaggio che si vedeva dal finestrino, anche se non lo guardavo veramente. Non solo mi trovavo fisicamente tra le nuvole ma, lo ero anche con la testa. Diciamo che fossi ancora tra le sue braccia, davanti a uno dei paesaggi più belli che avessi mai visto. Ero certa che quello sarebbe diventato il mio posto preferito al mondo.

Quando atterrammo Thomas, da vero gentiluomo, mi aiutò a portare i bagagli e, insieme, ci dirigemmo verso gli arrivi. Improvvisamente mi innervosii al pensiero di tornare alla realtà. Nella realtà noi discutevamo tutto il tempo e sicuramente non ci baciavamo come avevamo fatto poche ore prima. Ergo: non volevo tornare alla realtà.

<<Senti...>> esordii ad un tratto in mezzo alle tante voci. Anche se era sera tardi c'era molta gente in aeroporto. <<Posso farti una domanda?>> chiesi nervosa torturandomi le mani, mentre scendevamo con le scale mobili fino all'ingresso.

<<Credo che tu debba farmene due a questo punto>> rise leggermente. Sembrava anche lui nervoso.

<<N-noi che cosa siamo?>> domandai tutto d'un fiato, senza far caso al suo pessimo senso dell'umorismo.

Si voltò verso di me e mi sorrise dolcemente.

<<Tu che cosa vorresti che fossimo?>> mi rigirò la domanda, dandomi anche un po' fastidio. Gli costava tanto rispondere?!

<<I-io non voglio correre troppo>> dissi a testa bassa, <<l'ho già fatto una volta e guarda com'è finita>> sospirai sperando che non si arrabbiasse.

<<Non vuoi stare con me?>> chiese poi con una vocina da cucciolo che mi portò inevitabilmente ad alzare lo sguardo e puntarlo dritto nel suo.

<<Penso di sì. Solo che non voglio bruciare le tappe. Tra poco la scuola finirà, poi ci sarà l'estate e subito dopo inizierà l'università. Cambierà tutto. Non voglio prendere decisioni affrettate>> gli confidai sinceramente.

Non volevo più soffrire ed ero certa che se avessimo corso troppo, sarei finita sicuramente con il cuore spezzato.

<<Io non sono Mark, questo lo sai vero? Noi non ci vedremo una volta ogni due settimane perché abbiamo impegni differenti a cui far fronte. Perché stai pur certa che, dopo due volte che mi dai buca, io al contrario suo ti vengo a prendere a casa>> disse facendomi sorridere

<<E poi, l'anno prossimo saremo insieme all'università>> continuò prendendomi la mano nella sua.

<<Tu puoi frequentare di meglio...>> gli feci notare. Ricordando quanto fosse molto meglio di me in ogni cosa.

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