~Capitolo 41~

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Thomas

Ero nervoso, direi quasi iperattivo mentre, con decine di pensieri inutili che mi ronzavano per la testa, a grandi passi raggiungevo la libreria dove lavorava Liz. Diciamo che più che essere seriamente interessato ai miei pensieri non volevo pensare alla ragazza che ero sul punto di incontrare. Non sapevo neppure perché mi stessi recando lì. O meglio, in realtà lo sapevo benissimo ma, dovevo inventarmi una scusa più plausibile di un banale "Avevo voglia di vederti", avrei fatto la figura dell'idiota se le avessi detto qualcosa di simile. E lei già pensava che lo fossi, non aveva bisogno di certezze.

Arrivato all'entrata del piccolo negozietto mi chiesi come potesse continuare a restare aperto se circa due vie più in là vi era una libreria molto più grande, innovativa e fornita. Quella libreria era mezza diroccata, vecchia e, soprattutto, non vi avevo visto molti clienti da quando ero arrivato in città. Solo pochi clienti fissi, forse abituati da sempre a rivolgersi alla proprietaria.

Aprii la porta è un meccanismo fece suonare una vecchia campanella. Stranamente non ero solo come mi sarei aspettato, oltre a me c'erano ben tre o quattro persone che si aggiravano per il negozio. Un record. Se ne stavano ognuno per i fatti propri a leggere o a cercare libri. Avevo seri dubbi relativamente al fatto che avrebbero comprato qualcosa alla fine ma, non erano problemi miei.

Allontanai ogni altro possibile pensiero quando, tra gli scaffali notai girata di spalle con i capelli ordinatamente raccolti in uno chignon, il motivo della mia visita. Stava mettendo a posto con cura dei libri, tutta concentrata ed attenta che sarebbe stato troppo facile disturbarla e farla di conseguenza arrabbiare.

<Hey, fragolina!>> esclamai una volta che le fui di fianco e lei quasi non saltò in aria per lo spavento.
<<Ma sei completamente fuori di testa!?>> sbottò voltandosi verso di me e trucidandomi con lo sguardo.
<<No, sono Thomas>> la presi in giro facendole l'occhiolino.
<<Cretino, quasi non mi fai venire un infarto>> mormorò a denti stretti tornado a concentrarsi sui libri.

Sì, lo ero, e molto anche se ero andato fino a lì solo per vederla.

<<Oggi mi hai completamente ignorato a scuola>> le feci notare cambiando discorso.
<<Non è affatto vero. Semplicemente non ho trovato alcun argomento per instaurare alcuna conversazione con te>> ripose con nonchalance, senza badare troppo a me.
<<E questo non equivale ad ignorarmi?>> domandai confuso. Quella ragazza aveva questa abilità: mandarmi completamente in confusione. Non capivo se lo facesse apposta o le uscisse naturale, o se forse ero io a non capire più nulla ogni volta che la vedevo.
<<Non credo>> disse pensandoci un po' su.

Sospirai sommessamente per non perdere la pazienza. Era lunatica, questo l'avevo già ampiamente capito, dovevo solo rimanere calmo e rilassato. E trovare altro di cui parlare.

<<Che fai venerdì?>> chiesi dopo aver riacquistato una tranquillità apparente. Liz si voltò verso di me e mi guardò con sospetto, poi come se nulla fosse sospirò e raccolse un altro libro dal cartone abbandonato a terra.
<<Nulla, è il mio compleanno>> disse con tranquillità come se stessimo parlando del sale da cucina.
<<Lo so, motivo per cui ti ho chiesto che cosa hai intenzione di fare>> sospirai alzando gli occhi al cielo. Le costava tanto pronunciare frasi più lunghe?!

Sbuffò, sicuramente infastidita dalla mia insistenza. <<Nulla, te l'ho già detto>>.

Ah, lei era infastidita?! Non io che per avere una conversazione con lei dovevo cavarle le parole dalla bocca?!

<<Mi stai seriamente dicendo che non hai intenzione di far nulla per il tuo compleanno?>> la guardai confuso più che mai.
<<Bravo!>> fece un applauso finto, <<ci sei arrivato>> concluse poi in tono neutro.
<<Andiamo Liz, non puoi non far nulla, è parecchio... triste?>> dissi con il maggior tatto possibile. Ma lo era e non potevo negarlo!
<<È più triste festeggiarlo da sola, credimi>>.
<<Ma non saresti sola! Ci sono Alex, Sarah e Sasha!>> dissi cercando di ricordarmi i nomi delle sue amiche.
<<Alex è fuori città e Sarah si inventa sempre una scusa per non uscire>> ribatté prontamente.
<<Sì, ma per il tuo compleanno farà un'eccezione!>> sbuffai. Era davvero una testa dura.
<<Non mi va. Posso non aver voglia di festeggiare un compleanno del quale a nessuno importa?!>> sbottò concludendo di mettere a posto i libri e avviandosi verso la cassa.
<<Puoi ma è decisamente poco maturo da parte tua. Quando pensi di festeggiare? A novant'anni?!>>.
<<Anche se fosse?! A te che ti importa?!>> sbottò voltandosi verso di me e lanciandomi una delle occhiate peggiori che mi avesse mai tirato. Non capivo perché non le piacesse. Io adoravo festeggiare il mio compleanno, certo, quell'anno non era stato il massimo ma, mi sarei rifatto quello seguente, ne ero sicuro.

Vivere a ColoriWhere stories live. Discover now