~Capitolo 43~

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Elizabeth

Era successo tutto così in fretta. Un attimo prima mi stavo apprestando a prendere il telefono, un attimo dopo ero nuovamente sdraiata su quello scomodo letto sotto il peso del corpo di Thomas. Il battito del mio cuore era accelerato di parecchio ed ero entrata in iperventilazione.

Non mi ero mai sentita così. Così vulnerabile ed eccitata allo stesso tempo. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare erano le sue labbra.

C'eravamo già baciati ma, nessuna delle due volte precedenti era paragonabile a quella. Infatti, appena aveva posato la bocca sulla mia, il mio cervello, già non del tutto attivo la mattina, si era spento totalmente lasciando solo spazio alla voglia che avevo di lui, di assaporare finalmente le sue labbra. Avevo aspettato così tanto, che non mi sembrava vero.

Thomas premeva con insistenza le labbra sulle mie, baciandomi e mordicchiando dolcemente il mio labbro inferiore chiedendo di più di quel semplice contatto. Non ci mise molto ad ottenerlo. Anch'io come lui avevo atteso tanto quel momento. Dischiusi di poco le labbra per permettergli l'accesso e, appena le nostre lingue entrarono in contatto l'una con l'altra, iniziarono una lenta danza senza fine. Mi parve di sentirlo sospirare di sollievo, o forse ero io.

Si reggeva con un braccio al cuscino per non pesare troppo su di me mentre, con la mano libera poggiava sul mio fianco e disegnava dei piccoli cerchi sulla stoffa del mio pigiama. Una scarica di brividi si propagò lungo la mia colonna vertebrale quando, immersa nella miriade di sensazione che stavo provando, posai le mani tremanti sul suo viso e l'attirai maggiormente a me.

Lui dovette vedere quel gesto come un tacito permesso per approfondire il bacio, perché da dolce scambio di effusioni, cominciò a premere con veemenza le labbra sulle mie, succhiandole e prosciugandole con passione. Ero certa che quando ci saremmo staccati avrei avuto le labbra rosse e gonfie come mai mi era capitato ma, in quel frangente, ciò che sarebbe successo dopo poco importava. Volevo che il tempo si fermasse, permettendoci di godere a pieno quell'istante di felicità.

Ad un tratto sentii Thomas insinuarsi con le gambe tra le mie e posare la mano con la quale si reggeva sulla mia guancia. Prese ad accarezzarla dolcemente mentre con la lingua non faceva che stuzzicare la mia. Stavo impazzendo. Non ero mai stata meglio, neppure con Mark.

In quegli istanti di frenesia percepii il lembo di stoffa che separava il mio fianco dalla sua mano venir meno ma, Thomas senza farci troppo caso cominciò ad accarezzarmi lentamente senza smettere di baciarmi. Sentivo il suo pollice passare lieve sulla pelle sensibile e rabbrividii, mentre una scarica di eccitazione mi si propagò per tutto il corpo.

Ci misi un attimo però a cambiare atteggiamento nei confronti di quel gesto. L'entusiasmo venne presto sostituito da panico puro. Era troppo presto per arrivare a quel punto. Era il nostro primo vero bacio e lui pensava a quello?

Ero terrorizzata all'idea di arrivare già a quella tappa. Dove sarebbe finita la mia dignità? Mi fidavo di lui e sapevo che non mi stesse prendendo in giro ma, ero io a non essere psicologicamente preparata. Fu per quel motivo che, nonostante mi trovassi in paradiso tra le sue braccia, dovetti allontanarlo posandogli una mano sul petto e spingendolo piano lontano da me. Per mia fortuna, a coprire il mio gesto arrivò la suoneria del mio telefono e non capì il vero motivo della mia reazione.

Thomas si alzò a sedere sbigottito senza però alzarsi da letto, restando fermo a fissarmi. Non avevo il coraggio però di reggere il suo sguardo così mi misi di spalle per rispondere al telefono.

<<Mamma!>> esclamai forse con troppa enfasi.

<<Tesoro. Tutto bene?>> chiese lei con un tono confuso.

Vivere a ColoriWhere stories live. Discover now