~Capitolo 21~

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Elizabeth

Poteva andarmi peggio?! No, non credo proprio. Chiusa in uno sgabuzzino microscopico con il ragazzo più insopportabile che conoscessi e per di più claustrofobica. Il giusto mix per un esaurimento nervoso.

Cominciai a respirare profondamente, nella speranza di tranquillizzarmi ma, la visione di fronte a me di Thomas completamente rilassato, diversamente da ciò che mi sarei aspettata, non aiutava.

Come poteva stare così calmo?! In un posto tanto piccolo e stretto, dove l'aria al suo interno sarebbe finita in poco tempo e saremmo morti asfissiati. Sì, forse lui tutte queste paranoie non se le poneva e, da quel che ne sapevo, lui non soffriva di claustrofobia.

Mi mancava l'aria. La stanza sembrava farsi sempre più piccola, vedevo le pareti avvicinarsi poco a poco e la testa cominciava a girare.

Chiusi gli occhi e mi appoggiai al muro, immaginando di trovarmi altrove. In un prato fiorito, magari, con un ruscello che scorre veloce tra le rocce.

<<Ma che stai facendo?>>.

Ma ovviamente non era possibile data la fastidiosa voce di Thomas che mi distraeva.

<<Non rompere, sto cercando di rilassarmi>> risposi acida senza aprire gli occhi.
<<Ti rendo tanto nervosa, fragolina?>> domandò con sarcasmo ed io lo immaginai con un ghigno divertito, che mi sfotteva come suo solito.
<<Almeno fossi tu...>> pensai ad alta voce.
<<Cos'è? Il ricciolino non vuole che frequenti altri ragazzi? Pensa se sapesse che sei rimasta chiusa con me in uno sgabuzzino>> lo sentii sghignazzare.

A quelle parole, furiosa, scattai come un fulmine verso di lui. Non doveva permettersi. <<Senti un po'>> cominciai aprendo di scatto gli occhi e cercandolo per lo stanzino, <<tu non sai niente della mia relazione con Mark e non gli dirai nulla di tutto questo!>> esclamai minacciosa puntandogli un dito contro. Già non vedeva di buon occhio Thomas, non volevo che Mark pensasse che ci fosse qualcosa tra me e lui.
<<Adesso avete anche una "relazione"?!>> mi derise mimando le virgolette.
<<Sì, mi ha chiesto di essere la sua ragazza, per tua informazione>>.
<<Ti sta prendendo in giro>>.
<<E tu che cavolo ne sai?! Lo conosci forse? No, aspetta, tu conosci me, giusto?!>> risi infastidita dalla sua insinuazione.

Le parole mi uscivano dalla bocca come una cascata, senza che potessi mettervi fine. Ero talmente nervosa per la situazione, che sfogarmi su di lui mi venne naturale. Non sopportavo che mi trattasse come se nessun ragazzo potesse interessarsi a me.

<<Non ho detto nulla di simile ma, so come sono fatti i ragazzi come lui e so che tendono ad approfittarsi di ragazze ingenue come te>>.
<<Ma come ti permetti?! Tu non sei nessuno! Io non sono ingenua come pensi tu, so difendermi da sola!>>.

Ci trovavamo ad un palmo di mano l'uno dall'altra ma, ci urlavamo contro come se ci trovassimo a due lati opposti di una strada. Vedevo la sua forte contrarsi ogni qualvolta che pronunciava con rabbia ogni parola.

<<Non ho detto che sei stupida ma che ti fidi troppo facilmente!>>.
<<Sì, hai ragione. Mi fido troppo in fretta, ma non di Mark, che lo conosco da anni ma di te>> conclusi abbassando di vari decibel la voce.
<<Fa come ti pare, poi non venire a piangere>>.
<<E perché dovrei venire da te?! Mi hai trattata come immondizia tutta l'ora, chissà perché poi!>> sorrisi amaramente allontanandomi da lui.

La rabbia e il nervosismo di poco prima si stavano trasformando in un pianto nervoso e non volevo che se ne accorgesse.

<<E da chi vorresti andare? Dalla tua amica Carly? Ah, no, aspetta, anche lei non ti parla più>>.

Vivere a ColoriWhere stories live. Discover now