~Capitolo 15~

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Elizabeth

<<Non mi ricordo con chi esci stasera>> esordì mia madre appoggiandosi allo stipite della porta della mia stanza.

Stavo facendo gli ultimi rintocchi. Non ero solita uscire la sera, soprattutto non con un ragazzo, quindi non ero molto sicura che il mio abbigliamento fosse consono. In fin dei conti però stavamo andando ad una festa ed un vestito mi era sembrata l'idea migliore.

<<Con Mark, il ragazzo che lavora con me in libreria>> dissi guardandomi per la centesima volta allo specchio. Non volevo fare brutte figure perché, in primo luogo, era una festa universitaria e in secondo luogo non volevo fare la figura della disagiata con Mark.
<<Ah sì, mi ricordo di quel ragazzo. Ti riporta a casa lui dopo?>>.
<<Sì>> risposi di fetta prendendo in mano il telefono, che aveva cominciato a squillare.
<<Bada che non beva troppo>> si raccomandò come suo solito.
<<Sì, mamma. Ora vado>> così dicendo mi sporsi verso di lei e le lasciai un bacio veloce sulla guancia nervosa come non mai.
<<Fai la brava!>> urlò mentre scendevo le scale di fretta. Alzando gli occhi al cielo salutai Mia, sdraiata sul divano a guardare i cartoni animati prima di indossare il cappotto ed uscire di casa con un sorriso da un orecchio all'altro.

Ero felice ed eccitata per quell'uscita, nonostante non fosse in programma da tanto. Passare un po' di tempo con Mark al di fuori dell'orario di lavoro, era una sensazione stupenda oltre che strana. Quella sera l'avrei visto sotto un'ottica diversa tanto che forse avrebbe smesso di piacermi... o cosa più logica mi sarebbe piaciuto ancora di più.

<<Hey! Sei stupenda>> mi accolse sorridente lasciandomi un bacio sulla guancia.
Arrossii di conseguenza mormorando un flebile "Grazie", non so se per il complimento o per il bacio inaspettato.
<<Andiamo?>>.
Annuii velocemente e lasciai che mi aprisse la portiera, come un vero gentiluomo.

Durante il viaggio non parlammo molto. La nostra conversazione si limitò a domandare all'altro come stesse e commentare stupidamente ciò che dicevano per radio. Ero terribilmente in imbarazzo e fui sollevata nel costatare che la festa si svolgesse poco lontano da casa mia.

<<Eccoci!>> esordì il biondo parcheggiando di fronte ad una casa da cui proveniva un fracasso infernale.

La festa si svolgeva nella villetta di un suo amico e ci sarebbe stato almeno tutto il suo corso di laurea. Diciamo che probabilmente mi sarei sentita un po' fuori luogo ma, per Mark avrei resistito. La villa era immensa e spaziosa, ed aveva annesso un cortile davvero stupefacente. C'era già molta gente nonostante fossero appena le undici ma, Mark riuscì, anche se con molta fatica, a farci entrare.

<<Ti piace?>> chiese sorridente.
In quel momento dirgli che odiavo la confusione e le feste, non mi sembrò una buona idea, così annuii ricambiando il sorriso.
<<Vieni, ti offro da bere!>> esclamò trascinandomi verso il bar.

La festa era allestita decisamente bene. Non mi aspettavo tale organizzazione per una semplice festa universitaria. Mi chiesi se Mark fosse solito parteciparvi spesso perché non so se avrei resistito per una nostra possibile seconda uscita.

<<Che cosa prendi?>> domandò gentilmente avvicinandosi al mio orecchio perché lo sentissi meglio. Senza volerlo però sfiorò con le labbra il mio orecchio e una scarica di brividi si propagò per tutto il corpo facendomi arrossire. Mi ci volle un attimo per riprendermi.

<<Quello che predi tu va bene>> mi schiarii la voce imbarazzata.

Senza farselo ripetere due volte ordinò qualcosa, che non riuscii bene a capire, al barista ed in seguito me lo porse.

Vivere a ColoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora