Ask the stars

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-E tu? Come mai sei qui?
Chiese uno dei tanti senzatetto che si accampava sotto al ponte fuori dalla città. Faith Davis era stanca di dormire contro un tronco duro, perciò scelse di passare quei giorni freddi assieme a quella comunità che, stranamente, le stava molto simpatica dato che l'unica regola che vigeva tra di loro era l'umiltà.
Si strinse nella coperta calda che le avevano offerto, bevendo della buona cioccolata davanti al fuoco.
-È una storia lunga sapete, non è molto divertente.
Una risata generale si sollevò, le diedero qualche colpetto sulle spalle per invogliarla a parlare.
-Dai, secondo te le nostre storie sono divertenti?
Sospirò, iniziando a ricondurre le fila di ciò che le era successo. Raccontò dei suoi falsi genitori, di come la trattavano, delle intere notti d'inverno con addosso solo delle lenzuola estive, di quei giorni di vacanza passati a giocare con le dita sul muro della sua cameretta senza aver nulla da fare o qualche gioco con cui giocare.
Ma per lei le ferite erano ancora aperte, troppo giovane per sostenere tutto quel peso mentre i suoi nuovi amici erano adulti, anziani, tutti con il mondo sulle spalle.
C'era chi aveva perso la casa, chi i figli, chi il lavoro, ma si sentiva tra di loro quell'atmosfera di eguaglianza tra le loro avventure e proprio per questo tutti socializzavano bene.
-Fidati figliola, meglio questa vita piuttosto che stare con quelle serpi in città.
Disse uno dei più vecchi, un ex soldato, alzando il bicchiere per un brindisi in suo onore.
Quando calò la notte e si sentiva solo il russare sotto le coperte, Faith ne approfittò per prendere pistola e sigaretta elettronica, salendo la piccola collinetta per poi andare a sedersi sul parapetto del ponte, le gambe che penzolavano sopra l'acqua a sfidare la morte.
Si portò il veleno alla bocca, aspirando forte mentre sparava qualche colpo in acqua senza far sentire alcun rumore grazie al silenziatore.
Creò dei cerchi con il fumo, divertendosi a disfarli con le mani.
Mentre fumava guardava sempre il cielo, dritte le stelle, sfidando l'universo con un sorriso di scherno e fumando ancora di più quando il vento si alzava per spintonarla.
-Te l'ho detto, non c'è più nulla da fare.
Hannah ogni giorno cercava di farsela amica, ma lei regrediva sempre di più soprattutto per colpa del professor Downey che cercava ogni occasione per chiederle scusa, ma lei non voleva stare più con lui o con un'altro essere umano che frequentava quella scuola.
I voti? Sempre quelli, lo studio e la mente purtroppo erano nati per studiare, non poteva farci niente.
Percepì un'altra folata di vento che respinse con un'enorme nuvola bianca di veleno.
Con ancora il tubicino in bocca, puntò la pistola dove aveva sentito dei passi avvicinarsi, gli occhi dalle occhiaie rosse erano spalancati come quelli di una volpe in trappola.
La punta del silenziatore si posò sulla fronte del professor Bart, ancora segnava i lividi della colluttazione con il suo protetto.
Nonostante Downey fosse figlio del preside, per lui era come se fosse suo.
Faith abbassò la pistola, voltando la testa di nuovo verso le stelle e svapando un'ultima volta prima di lasciar sedere l'atleta del passato al suo fianco.
-Sai, non credo che il cielo ti risponderà.
Disse lui, osservando l'immenso che copriva i loro sguardi.
-Troppo occupato?
Chiese lei tranquillamente, fumando ancora.
Bart ghignò.
-Troppo saggio.
Le diede una pacca sulla spalla, senza chiederle come mai fosse lì o perché stava fumando come una pazza, nemmeno perché teneva una pistola in mano carica e pronta a colpire.
-Chiedi alle stelle piuttosto.
Rise fredda lei.
-Già fatto.
-E?
Si massaggiò un occhio che doleva, affondando le dita nelle borse che le rovinavano il volto.
-Mute come dei pesci.
Bart rise di gusto, infastidendola mentre si teneva la pancia per darsi un contegno e la Davis osservò le rughe che stropicciavano il suo viso quando sorrideva. I segni del tempo avevano scritto frasi di ogni cosa su quella pelle rugosa.
-Oh no Faith, loro ti parlano, sta a te decidere se ascoltare o meno quello che hanno da dirti!
La sua pazienza si stava consumando troppo facilmente.
-Senta, non voglio star qua a sentire le sue lezioni sulla vita o cazzate simili.
Rise di nuovo.
-Nella vita imparare è l'unica cosa certa quasi più della morte!
Sbuffò in risposta.
-Tsk, nella vita puoi solo commettere errori su errori.
-Gli errori sono fatti per essere risolti.
-Ridicolo.
Rispose lei cinica, tentando di fumare un'altra volta, ma la mano di Bart la fermò delicatamente e con qualche parola la convinse a riporre tutto nella tasca dei pantaloni. Faith iniziò a giocare il suo gioco, mettendosi a cavalcioni sopra il parapetto e guardandolo come una bimba curiosa.
-E il perdono, professore? Come puoi perdonare chi non ha fatto altro che urlarti contro per anni e metterti le mani addosso quando l'unica cosa che volevi dargli tu era una seconda possibilità, uh?!
L'atleta iniziò a balbettare.
-Eh, beh, io credo..
La ragazza sbatté una mano sul marmo duro.
-NO! INTENDO ADESSO, IN QUESTO PRECISO ISTANTE! COME SI PERDONA UN DIAVOLO!
Gridò con i polmoni deboli, ma nonostante ciò non riuscì a svegliare i suoi amici sotto le rive del fiume.
Bart le chiese gentilmente di abbassare il tono di voce, la guardò dritto negli occhi senza lasciarsi sfuggire un minimo cambiamento dentro i suoi occhi divenuti di platino sotto la luce della Luna.
-Vuoi perdonare un diavolo? Portalo dalla parte degli angeli.
Faith si coprì il volto dalla disperazione che il fumo le aveva portato, rendendola nervosa e fuori controllo.
-Argh, come se fosse facile cambiare qualcuno!!!
Il professore incrociò le braccia, annuendo mentre le stelle con lui ci conversavano per ore.
-Direi che questa è una cosa che dovrete risolvere tu e il professor Downey.
Faith Davis alzò lo sguardo, guardandolo stranita mentre impotente lo lasciava sfuggire, osservandolo camminare verso la città.
Lui era noto per i suoi atti di carità, ma mai si era aspettata che facesse visita anche ai senzatetto.
-Ehi, aspetti!
Bart si girò camminando all'indietro.
-Sul serio, come si fa a perdonare qualcuno?
Esso alzò una mano al cielo.
-Chiedi alle stelle.
Le fece un occhiolino, girandosi per continuare la sua passeggiata notturna. Faith sorrise, annuendo e capendo che la sfida era comprendere la lezione del saggio.
Tornò a fissare il cielo, ma come faceva ad ascoltare gli astri?


*la saggezza non fa mai male. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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On The Side Of The Angels~Robert Downey Jr (Teacher/Student)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang