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-Forza Davis, non stare lì impalata!
La voce del professor Downey giunse alle orecchie di Faith come un risveglio improvviso nel cuore della notte, facendola quasi saltare dallo spavento. Alzò lo sguardo dal terreno e vide il moro sorriderle con la bici in spalla, facendole segno di avvicinarsi.
La prima cosa che notò fu il modo apparentemente gentile con cui le stava sorridendo, cosa che la preoccupava di più.
Lo raggiunse anche se con le movenze di un cane abbandonato che vede per la prima volta un umano, ma quando giunse al cospetto del suo insegnante che mise giù la bici, prendendo una sedia.
All'inizio Faith pensò che fosse per lui, ma quando Downey le fece segno di sedersi per paura più che per altro si sedette.
-Bene ragazza, adesso ti mostro cosa fare quando ti cade la catena o si storta un raggio.
Sussultò quando le diede una pacca sulla spalla come se fosse un vecchio amico prima di avvicinarsi al catorcio.
Lo osservò maneggiare con tutta una serie di strumenti, pareva volesse proprio modificarla più che aggiustarla. Era inginocchiato per terra, le maniche arrotolate fino alle spalle mentre con una bandana rossa in testa si era infilato la salopette da meccanico.
Ad ogni mossa spiegava a Faith il nome dello strumento, come andava ad usarlo, il tutto come se fosse in classe di fronte agli studenti. La biondina non si lasciò sfuggire il fatto, tra l'altro molto inquietante, che Downey era DAVVERO gentile con lei! Non le aveva ancora urlato contro, non si era divertito a spaventarla, semplicemente le spiegava pacato un modo semplice per riparare la bici.
Ed era il bene improvviso che le fece temere dell'arrivo del male.
Prima era arrabbiato con lei perché non l'avevano sospesa, sculacciandola oltretutto, e adesso se ne stava buono e a cuccia come se fosse stato addomesticato?
Qualcosa non quadrava, qualcosa stava per andare storto.
Solo che Faith commise l'errore gravissimo di aver pensato tutto ciò guardando dritto negli occhi mielosi dell'uomo che come sempre riuscì ad anticiparne la finalità, vomitando fuori quelle frasi che la lasciavano sempre senza parole.
-Uff, però dopo un po' questa storia dovrà finire Davis!
Sbuffò divertito, continuando a maneggiare sul telaio della bici.
Si fece coraggio.
-Quale storia, professore?
Si pulì le grandi mani sporche di grasso con uno straccio, il volto rivolto al pavimento. Alzò di scatto il viso, senza far sanguinare nessuna emozione, chiudendole dentro se stesso.
-Di essere così terrorizzata da me da essere più rigida di un morto.
E solo in quel momento si accorse che la sua postura era rigida  fino a farle sentir male ai muscoli, ma oramai il danno era fatto e per quanto cercasse di rilassarsi Downey aveva già notato tutto.
Quasi cadde dalla sedia quando il professore si alzò di scatto, battendo le mani in modo tale da far chiudere la saracinesca del garage. Prese uno sgabello, sedendosi proprio di fronte alla ragazza che si ritrovò a gareggiare contro il tempo per non sfiorargli le ginocchia con le proprie.
Appoggiò un pugno sulla bocca, scrutandola così intensamente da ridurre gli occhi a due fessure sottili come due serpenti.
-Rispondimi Davis.
Non sentì più il coraggio di aprire bocca.
-Perché hai così tanta paura di me?!
Provò ad inumidirsi le labbra, ma anche la saliva sembrava satura di qualsiasi tentativo di passare l'imbarazzo e spezzare il sottilissimo equilibrio che teneva in piedi tutto quel teatrino.
-Non è una richiesta.
Qualcosa reagì a contatto col suo tono freddo e profondo, capace di salire e scendere come una montagna russa.
Faith ci provò a formulare una risposta, davvero, ma giuro che non riuscì a trovare le parole per descrivere quel terrore con cui conviveva da quattro anni a questa parte. Era talmente atroce per lei decidere se rischiare o meno che alla fine scelse la via più facile.
Si preparò al peggio quando Downey si alzò e la fece alzare dalla sedia, ma quando le circondò le spalle fino a portarla in casa, verso il salotto, capì che davvero c'era qualcosa che stava per esplodere dentro l'uomo.
Era arrabbiato e lui più di chiunque altro amava aggiungere alla rabbia la punizione.
Invece le preparò una camomilla molto buona che bevve, ma capì troppo tardi che quel liquido era molto più che una semplice ed innocua camomilla.
Iniziò a piangere quando sentì il potere del sonnifero succhiarle via tutte le forze.
-S..signore...
Mr Downey la prese prima di farla cadere, posando un dito sulle sue labbra per farla tacere.
-L'apparenza inganna Davis, dovevi stare più attenta.
L'ultima cosa che vide fu un sorriso rompere la gentilezza e divenire diabolico, coprendole la visuale e ogni sua speranza svanì nel fumo delle apparenze.



*allora raga, è difficile accettarlo ma devo dirvi momentaneamente addio. State calmi. Ho gli esami quest'anno e mi sono accorta che Wattpad, questo mio piccolo lavoro, questa mia ossessione di aggiornare ogni sera mi ha distratto dalla cosa più importante per me: studiare. Perciò quello che voglio dirvi è che questa storia, come la mia attività sul social, riprenderà appena dopo gli esami, quindi più o meno a metà giugno. Voterò e commenterò le altre storie, quello si, ma il resto no. Lo so che sarà dura per voi, figuratevi per me, ma ho bisogno di mettere davanti a me il mio futuro e poi dopo tutti voi. Mi dispiace, praticamente piango e mi distrugge dirvi che questa storia resterà ferma qui per quattro settimane, e che sarà altrettanto dura cercare di non aggiornare, ma è così. È una sfida per entrambi, credetemi. Ci sono altri scrittori su RDJ che possono intrattenervi con le loro magnifiche storie, come downeystories . Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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On The Side Of The Angels~Robert Downey Jr (Teacher/Student)Where stories live. Discover now