Distracted

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Faith Davis si girò e rigirò nel suo letto scomodissimo, quasi le sembrava di dormire su di un asso di legno talmente il materasso era sottile e praticamente privo di qualsiasi utilità. Guardò fuori dalla finestra della sua minuscola cameretta, come tutti i bambini fanno prima di addormentarsi.
Ma la ragazza aveva mille ragioni per odiare Morfeo quella notte.
Ancora si ricordava della commessa di polso che si era offerta ad aiutarla per riaccompagnare a casa il professor Downey. Quella donna non si fidava molto dell'uomo era chiaro, e Faith si risparmiò un sacco di dolore.
Con le dita disegnò dei cerchi sulla coperta, silenziosa, che nemmeno Ashley e Aaron avrebbero potuto sentirla.
Quello era solo un tetto dove poter dormire, dei suoi...oh, com'è disonorevole chiamarli "genitori", non le importava niente. Prendeva, si alzava e andava scuola. Non un ciao, non un ti voglio bene.
Eppure da quel male era nata una persona buona, una fenice sempre risorta dalle proprie ceneri.
Ma questa volta prima di poter risorgere dalle proprie ceneri, doveva morire.
Com'è solenne questa parola vero? Morire. Suona profondo, doloroso anche, ma rimane un suono grandioso.
Com'è gloriosa questa magnifica parola.
Faith Davis chiudeva gli occhi e un paio molto più scuri dei suoi le piombavano addosso da un soffitto buio. Chiudeva gli occhi e vedeva Downey pressarla contro il muro, stringendole il collo come si stringe una spugna.
Si sfiorò il braccio umido a causa dell'antidolorifico che lei si era dovuta spalmare, pentendosi subito quando il pizzico di dolore arrivò in ritardo. Il livido c'era ancora, ma la crema in parte era riuscita ad alleviare quell'atroce tortura che stava provando.
Sentiva costantemente lo spettro delle dita del professore penetrarle la pelle, a volte ne percepiva ancora il tocco, come se fossero collegati.
Si addormentò per obbligo umano, non per sua volontà.
La mattina seguente si svegliò con gli occhi incrostati nei rimasugli delle lacrime che aveva versato durante il sonno, aveva delle occhiaie nere da far spavento, sembrava aver appena ricevuto due pugni in faccia.
Ripeté la sua routine con più lentezza e muovendo a rallentatore un braccio, ma alla fine riuscì a fare tutto. Cercò almeno di mangiare una mela, ma non appena intinse gli incisivi nella morbida polpa, il suono di Downey che vomitava le fece cambiare idea.
Era condannata e questa volta da se stessa.
Lei aveva scelto di aiutarlo, e sinceramente non sapeva se pentirsi o altro.
Si vestì più comoda del solito, si spalmò di nuovo l'antidolorifico, prese lo zaino e via a pedalare sulla sua bici con una sola mano sul manubrio. Per lei l'ultimo anno significava anche tante prime ore libere. Era arrivata quasi in ritardo e gli ultimi studenti stavano correndo dentro la Walter High.
Faith a fatica riusciva a tenere gli occhi aperti, perciò decise di trovarsi un posto libero nel giardino della scuola e il più lontano possibile dagli altri alunni che bazzicavano là fuori.
Con un sospiro stanco si lasciò cadere ai piedi di un albero, appoggiando la testa sul tronco. In quel momento avrebbe dovuto essere in biblioteca a ripassare le lezioni, ma aveva troppo dolore alle tempie per potersi alzare di nuovo.
Restò per la prima volta a guardare la nascita del Sole e della natura, trovando un po' di conforto dentro di lei.
Quando la sua lezione suonò la campanella si alzò controvoglia, afferrando lo zaino e trascinandosi verso il corso di tutti i corsi: teatro.
Dio, che giornata.
Più si avvicinava a quella porta e più i ricordi della serata precedente riprendevano vita ad un soffio dalle sue iridi che si schiarirono in uno sguardo già traumatizzato in partenza.
I segni rossi sul collo per fortuna un po' se n'erano andati, ma stranamente nessuno ci fece caso.
Non aspettò i suoi compagni per pregare: se doveva morire allora voleva farlo adesso.
Aprì la porta già consapevole del suo destino, entrando a testa bassa nella classe enorme e spaziosa di teatro che era una materia in sé particolarmente affascinante, ma l'insegnante peccava di questo fascino del farsi piacere dai suoi alunni.
-Ciao Davis!
Esclamò con la solita arroganza il professor Downey che stava leggendo un canto di Shakespeare chino sulla sua cattedra. Faith nel suo piccolo tremolio istantaneo nel posare gli occhi su di lui vide come se non si fosse mai ubriacato.
Era così assorta a stilare tutte le sue domande che non si accorse dei due occhi perforanti fissi proprio sui segni rossi del suo collo.
-Cosa ti sei fatta?
Sobbalzò nel sentirlo alzare la voce con curiosità, guardandolo con distanza mentre si indicava il collo con uno sguardo divertito in volto. Stava pensando a quello che piaceva a lui pensare, pervertito.
Davvero non si ricordava nulla della sua sbronza? Un punto a suo vantaggio e altri due a suo svantaggio.
Un giramento di testa quasi la fece barcollare indietro, ma riuscì a stare ferma dov'era mentre la stanza attorno a lei girava e gli occhi stremati si calavano in picchiata.
-Niente signore.
Downey non ne fu molto convinto, anzi ci ragionò su, ma alla fine tornò a leggere il suo libro e con un gesto brusco le fece segno di andarsi a sedere.
Non posso dirvi precisamente quanto passò lenta quella lezione, ma l'unica cosa che Faith realmente ascoltò quel giorno fu una mano sbattere violentemente sul suo banco tanto da rischiare di farla cadere giù dalla sedia per lo spavento salito alle stelle e anche oltre.
Alzò lo sguardo impastato nel sonno sul volto contratto da una rabbiosa vittoria malcelata di Downey che teneva la classe in un silenzio estenuante.
-Sei ubriaca o cosa ragazzina? Non mi hai ascoltato per tutta la lezione!
La studentessa aprì leggermente la bocca per cercare un modo per respirare, abbassando gradualmente lo sguardo con una tristezza da commuovere i più insensibili.
Finalmente il professore poté dire ciò che per lui valeva più di mille sgridate ai suoi alunni.
-In punizione Davis!
A quanto pare Faith non si era ancora svegliata da quell'incubo, ci viveva dentro.


*no sul serio, adesso dormo come mai in vita mia. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

Dal labiale si legge chiaramente "Diamo una gioia a Faith"

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Dal labiale si legge chiaramente "Diamo una gioia a Faith"

On The Side Of The Angels~Robert Downey Jr (Teacher/Student)Where stories live. Discover now