Dinner

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-Dove stai andando, mocciosa?
Chiese scorbutico Aaron, appoggiandosi allo stipite della porta del loro appartamento. Faith Davis si fermò in mezzo alle scale, aveva fretta di andare a quella "cena" con il suo professore. Doveva ubbidire, altrimenti a scuola l'avrebbe rinchiusa in classe e torturata fino alla pazzia.
-Ho un appuntamento.
Disse fredda senza nemmeno voltarsi.
-Tu?
Rise.
-Questa è bella!
Stava morendo dalle risate.
-Con il mio ragazzo.
Mentì, iniziando ad inventarsi un nome al più presto e anche l'aspetto fisico, conoscendo il suo "papà".
-Come si chiama?
Strinse i pugni fino a farli scrocchiare.
-Si chiama Evan.
Aaron fece un sorrisetto furbo e la lasciò andare, rinchiudendosi in casa mentre continuava a ridere come un matto da legare. La studentessa, prima che le salisse la collera, raggiunse la sua bicicletta per poi sfrecciare tra le strade della sua città. In quei giorni c'erano le giostre, per ogni vicolo si vedevano giovani ubriachi o con mezzo spinello in bocca.
Pedalò più velocemente quando incontrava i gruppetti della sua scuola, i quali alzavano cori imbarazzanti su di lei o pieni di offese.
Quando giunse davanti al posto predestinato, convinta di essere in anticipo, vide un uomo di media statura attenderla appena fuori dal locale. Faith mise il lucchetto alla bici, avvicinandosi lentamente a quella figura nascosta dall'ombra della notte, iniziando a vederne i contorni.
Indossava una camicia nera coperta da un'elegantissima giacca blu con delle righe verticali azzurro chiaro come la cravatta. Lo stesso tema di colori era riportato nei pantaloni, per poi terminare con delle sneakers nere dai lacci bianchi quasi fluorescenti.
Vide un qualcosa di rosso incandescente accendersi per poi svanire, lasciando spazio ad un fumo che l'avvolse, inebriandola di uno strano odore misto tra il tabacco e il mango.
-Ciao Davis, sempre puntuale.
Disse il professor Downey, togliendosi la sigaretta elettronica dalla bocca per poi spegnerla e riporla nella tasca dei pantaloni. La ragazzina non aveva dubbi, la sua parte più interiore, quella nascosta dal cuore, diceva una sola cosa: quanto cazzo è bello.
Per la prima volta lei si soffermò ad ascoltare la sua femminilità, la quale le faceva notare i particolari più seducenti della figura prestante che si prostrava ai suoi occhi, ma dopo pochi secondi di consultazione la cacciò via.
-Però, anche te non scherzi.
Commentò lui, avvicinandosi di parecchio con la luce del lampione che lo colpì all'improvviso, facendola indietreggiare dallo spavento mentre Downey come un lupo le girava intorno fissandole tutto il corpo. Eppure lei si era messa gonna, maglietta e ballerine, niente di così eclatante.
Deglutì quando l'uomo le sfiorò il collo con le labbra, annusando il suo profumo mentre sorrideva inquietante, fissandole le labbra, leccandosi la corona dei denti.
-Mh, Clair De La Lune.
Indovinò il tipo di profumo, spiazzandola, ma nonostante ciò il suo animo britannico insorse, facendole indovinare con un tiro di dadi il Gendarme V che si era messo lui.
Erano come due cani che si conoscevano per la prima volta, o come due attori fuori da un film.
-Si, ho abbinato bene!
Si pavoneggiò, indicando gli occhi cielo di Faith e le righe della sua giacca, facendola arrossire.
Entrarono nel locale dove il vecchio Hank guardava già male Downey, ricordandosi di quella notte, ma oramai il passato è passato. Nessuno notò che il proprietario aveva sfilato una pistola carica da sotto il bancone, infilandola nei pantaloni.
Il padrone non toglieva gli occhi di dosso dalla strana coppia seduta al tavolo più appartato del ristorante, ad ogni movimento che il professore faceva verso la sua alunna stringeva il calcio della pistola.
Faith aveva un buon angelo custode che poteva difenderla in caso di necessità, perché solo lei dopo un po' notò il comportamento di Hank che le mimò con le labbra un "ci sono qua io stai tranquilla".
Come se l'uomo seduto di fronte a lei fosse un mostro pronto ad uccidere.
-Non ho intenzione di punirti per quello che hai fatto, non lo dirò nemmeno al preside.
La biondina spalancò la bocca.
-C-come ha d-detto?
Balbettò incredula.
-È la verità, me lo meritavo dopotutto. Basta che non lo fai più, voglio darti la mia fiducia.
Lei era lusingata ma al tempo stesso allarmata, non si fidava affatto di lui. C'era quello sguardo che poteva significare tutto o niente, quelle movenze da serpente pronto ad attaccare oppure un sorriso maligno sempre sulle labbra.
Professava di essere il buono, agendo da cattivo.
Hank stava per tirare fuori la pistola e impiantare un proiettile caldo nella tempia di Downey il terribile quando esso prese le mani di Faith, ma la stessa ragazzina con una sola occhiata lo mise a tacere.
La Davis guardò le sue dolci mani intrecciate con quelle del suo professore, la pelle così scura confronto alla sua candida. Erano uno di sabbia l'altra di neve.
-Ascoltami, è difficile chiedere scusa per uno come me, ma...
Non finì mai quella frase, forse le parole che avrebbero terminato questa storia e con essa fatto tornare alla normalità le vite di tutti i personaggi coinvolti, ma il destino aveva già impostato la sua rotta.
Un gruppo di uomini fece irruzione nel locale, dirigendosi verso Downey, prendendolo di peso e portandolo fuori nel retro. Hank fece calmare gli animi dei clienti allarmati, tuttavia non riuscì a fermare Faith che corse dietro quella gang di malintenzionati.
Fermò la sua corsa quando vide il suo professore bloccato da dietro da ben quattro uomini che a fatica lo tenevano fermo.
Il respiro della ragazzina si condensò nell'aria offuscandole la visione del capo del gruppo che tirò un pugno in faccia a Downey.
-La pagherai per quella notte!
Gridò l'uomo ubriaco che era stato pestato dal più elegante di tutti.
Faith aveva il cuore capovolto, non sapeva cosa fare, mosse un passo in avanti al che il moro le gridò di aiutarlo.
-Faith...
Ripeté con voce implorante e le lacrime agli occhi, invogliandola ad avvicinarsi.
-Faith...
La biondina mosse un passo indietro, correndo via come una pazza.
-FAITH!!
Gridò con tutta la sua potenza, i denti perfetti sporchi di sangue che colava giù dal mento.
Faith Davis stava pedalando più forte del vento, non riusciva a pensare a nulla, se non che forse avrebbe dovuto aiutarlo, ma non sempre sono gli eroi ad essere coraggiosi.

*non è più un gioco. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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On The Side Of The Angels~Robert Downey Jr (Teacher/Student)Where stories live. Discover now