Self control

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-Bene bimbi, la prossima volta iniziamo con i vari gruppi!
Disse il professor Downey al termine della lezione, guardando in alto verso la classe che era in pendenza come fosse un aula magna, o una platea del cinema.
Con un sorriso arrogante passò lo sguardo su tutti i suoi alunni, alcuni abbassavano subito lo sguardo, molte ragazze arrossivano, Hannah ricambiava lo sguardo con il loro segreto e Faith Davis invece si guardava le piccole mani intrecciate fra loro.
-Potete andare, Davis tu rimani qua.
Si sfregò le mani come un bambino che ha appena ricevuto il regalo di Natale quando la classe si svuotò del tutto e la porta si chiuse con un tonfo. Faith aveva gli occhi che bruciavano da morire, perfino la luce le dava fastidio, per questo restava con lo sguardo basso intento ad osservare le sfumature della sua pelle. Downey era felicissimo di averla messa per la prima volta in punizione, fece un salto di felicità quando salì la scalinata per raggiungere il suo banco, vedendola praticamente immobile come una statua.
Per attirare la sua attenzione batté le nocche sul suo tavolo, facendola indietreggiare verso lo schienale della sedia.
La ragazza alzò a fatica lo sguardo evitando di strizzare gli occhi, imbattendosi in un sorriso maligno ma perfido di divertimento.
-Ci sei o ci fai, piccola?
Piccola...Faith rabbrividì visibilmente quando lo sentì chiamarla in quel modo. Forse lui non ricordava, e usava chiamare così le sue alunne per prenderle in giro, ma dopo la notte scorsa quel soprannome aveva tutto un altro effetto su di lei.
Quasi si aspettava che l'avesse presa e picchiata lì, nella sua classe, o che le avrebbe strappato i vestiti per poi violentarla sul suo banco. Si aspettava tutte quelle cose, ma Downey la fissava con la fronte corrugata a chiedersi come mai avesse quell'aspetto trasandato.
-Davis tutto bene?
Inclinò il capo nel chiederglielo, ma in risposta dovette osservare ancora quei due cieli marchiati da un nero stanco, delle occhiaie che risaltavano l'azzurro dei suoi occhi.
Si stufò praticamente subito.
-Ma per favore, muoviti!
Non si lasciò impietosire dal suo stato e l'afferrò per un braccio, alzandola dalla sua sedia. Downey iniziò a strattonarla quando la sentì opporre resistenza, tirandole il braccio talmente forte da farla sbattere contro il suo petto. Faith aveva un fuoco che ardeva dove la mano del professore si era posata, esattamente dove le aveva stretto il braccio la notte scorsa. Iniziò ad impiantarsi nel terreno, ma sbatté il naso contro il petto duro dell'uomo.
-Davis ma che diavolo...ouch!
Tolse subito la mano quando Faith affondò le unghie nel suo braccio, facendolo allontanare dalla studentessa che si sedette sullo scalino, tenendosi il braccio che poco fa aveva tirato. Si guardò i segni rossi sul polso, digrignando i denti quando la prese per il colletto della camicia e l'alzò, tenendola ad un passo dal suo corpo.
-Non ti permettere di toccarmi un'altra volta ragazzina, non ti conviene.
Faith deglutì, inarcando il collo quando Downey arrivò a sfiorarle il naso con il proprio per fulminarla con un solo, penetrante sguardo.
-Ti faccio male se faccio così, non è vero?
Le toccò il braccio, facendola scattare indietro per quanto le fu possibile dato che la stretta sul suo colletto ancora non si scioglieva. Vedeva solo quella notte, quasi sentiva di nuovo il collo stretto nella sua mano sudata e forte. Non le piaceva stare così vicino a lui, lo detestava.
E fare scena muta con il professor Downey non è mai stata cosa buona.
-Allora? Ti faccio male?!
Le riprese il braccio, stavolta avvolgendo le dita attorno ad esso e ottenendo la reazione sperata: il ritiro. Non strinse, solo avvolse le dita in una stretta praticamente inesistente. La sentiva tremare sotto i polpastrelli, tremare come un cane in trappola, ma questo lo fece divertire di più.
-S-si, signore.
Tolse la presa, lasciandole la camicia.
-Bastava dirmelo Davis, la prossima volta non ti prenderò quel braccio.
La prossima volta? Perché ce ne sarebbero state altre?
-Ora seguimi senza fare la lagna.
Faith lo seguì a debita distanza, ritrovandosi seduta al suo fianco dietro quella cattedra grande e pesante. Quel pezzo di legno di quercia aveva nascosto così tante cose che aveva fatto durante le lezioni, quella superficie liscia e dipinta di verde in particolare aveva impressa ancora uno dei segreti più oscuri di Downey. E ne andava fiero, nessuno doveva scoprirlo altrimenti sarebbe stato capace di uccidere pur di non farlo sapere.
-Oggi lavoriamo sull'autocontrollo! Visto che dovrai far parte di Romeo e Giulietta, e vorrò aggiungere delle scene particolari, servirà molto autocontrollo per non far emergere la tua personalità durante la scena. Okay Davis?
Poteva anche essere maligno, cattivo e a volte perverso, ma il modo di spiegare del professor Downey era impagabile. Sapeva come spronarti, come affascinarti nel migliore dei modi.
Con quelle mani che si muovevano nell'aria, quasi a voler disegnare ciò che stava spiegando per fartelo capire meglio.
Faith annuì, vedendolo posare un libro enorme davanti ai suoi occhi. La ragazza iniziò a leggere La Divina Commedia in silenzio mentre l'uomo era intento a fissarla con un pugno appoggiato sulla guancia.
Sentiva il suo sguardo pizzicarle ogni parte del corpo, non le piaceva quella punizione.
Fece finta che non ci fosse, ma quando Downey impercettibilmente avvicinò la sedia a lei a stento trattenne un sussulto o l'impulso naturale che la spingeva ad andarsene.
-Così Davis: tranquilla. Stai nel tuo personaggio.
Ma nulla valse più del percepire il suo leggerissimo tocco sulla spina dorsale.
Faith alzò la testa, fissando il fondo dell'aula mentre si irrigidiva.
Downey sorrise di gusto nel vederla tesa, ma dopotutto moriva dalla voglia di testare il suo autocontrollo.


*non è quello che pensate. Qualunque cosa avete pensato: non lo è. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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On The Side Of The Angels~Robert Downey Jr (Teacher/Student)Where stories live. Discover now