Capitolo XXXVII

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"Secondo me dovresti accettare di fare l'audizione, è una grossa opportunità e- Jade, mi stai ascoltando?"

La ragazza aveva il viso rivolto verso finestra, i suoi occhi erano fermi, non guardavano nulla in particolare. Il traffico continuava ad aumentare, nonostante ti sembri che il tempo si sia fermato il mondo non fermerà mai la sua corsa. Tu sarai solo un puntino, bloccato da altri miliardi di essi troppo occupati a continuare a correre per curarsi di uno che rimane fermo al suo posto, che poi infondo il suo posto non è.

"No."

L'uomo sbuffò, abbandonandosi allo schienale della sedia e accendendosi una sigaretta. Jade arricciò il naso non appena l'odore di tabacco bruciato raggiunse le sue narici. Il fumo si aggrovigliava intorno al viso di Josh, giocava e ballava lentamente nella consapevolezza della sua fragilità, venendo spazzato via come non fosse mai esistito, lasciando soltanto il tanfo al suo posto.

"Stavo controllando le e-mail ieri sera."

Di fronte a lei, il manager avrebbe voluto chiederle cosa questo potesse centrare con il loro discorso, ma decise di fare silenzio, aspirando a fondo dalla sua sigaretta, sentendo il sapore forte del tabacco sulla lingua, dentro i polmoni, si allargava e ti mangiava dall'interno, come il morso della fame.

"Ce n'era una dell'ospedale." - disse semplicemente Jade, guardando l'uomo di fronte a lei giocherellare con il pacchetto stropicciato di Marlboro.

"Che significa?" - a questo punto Josh era più confuso di prima. -" E da quando gli ospedali mandano mail?"

L'attrice alzò le spalle.

"Vogliono farmi fare un altro simpatico soggiorno lì."

"Perché?"

Jade gli porse il computer in malo modo, tornando a guardare la finestra. Lui iniziò a leggere, aggrottando le sopracciglia.

"Oltre a questo, hai saputo di Beck?"

Lei non rispose, si limitò a stringere la manica della maglia tra le dita. Sapeva che glielo avrebbe chiesto, ma come al solito cercava di ignorare ciò che sembrava ovvio. Fin dove si era spinta? A che punto era riuscita a portare la situazione soltanto per non essere stata onesta, in primis con se stessa?

"Sono riuscita anche ad allontanarlo dalla recitazione..." - se lo lasciò sfuggire dalla labbra, senza nemmeno notarlo. Un sorrisino amaro le increspò le labbra, ma faceva fin troppo contrasto con i suoi occhi.

Loro avevano qualcosa di diverso.

"Credi sempre sia colpa tua, il mondo non gira intorno a te." - non l'aveva detto con un tono tagliente, anzi, era pacato.

Sembrava stanco.

Jade alzò un sopracciglio, guardando Josh dritto negli occhi. Se solo gli sguardi avessero potuto gelare, quell'uomo in quell'istante si sarebbe tramutato in una statua di ghiaccio.

"Come, scusa?"

Lui non si scompose.

"È così, sei egoista Jade, non puoi negarlo." - nemmeno questa volta era stato aggressivo.

Che tono strano, sembrava stesse cercando di insegnarle pazientemente qualcosa.

Però non è così che si rimprovera qualcuno di essere egoista.

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