Capitolo XXIII

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Si chiuse la porta alle spalle, poggiandosi al muro. Tentò di calmarsi, inspirando lentamente per poi rigettare fuori tutta l'aria dalle labbra dischiuse. Resistere si stava dimostrando ancora più difficile di quanto avesse previsto. Un crudele gioco del destino il fatto che, proprio quando la loro relazione sembrava essere indistruttibile, tutto ciò che avevano progettato si fosse pian piano sgretolato. Sapeva però che mai e poi mai avrebbe rinfacciato a Beck di aver fatto quel provino e di aver accettato quel ruolo. Era il suo lavoro, il suo sogno e lei voleva che fosse felice. Mosse il braccio portando la mano a toglierle i capelli castani dal viso. Sospirò di nuovo. Sentì un tintinnio e un rumore di passi, ma era troppo persa tra i suoi pensieri per capire chi fosse.

" Tutto bene?"

Sussultò udendo quella voce. Attese un po' prima di rispondere, umettandosi le labbra con la lingua.

"Si, sto bene." - rispose voltandosi.

Beck la osservava attento, fermo nella sua stessa posizione, se non fosse per la gamba destra piegata.

"Non hai freddo qui fuori?"

Lei scosse la testa, tornando a guardare dritto di fronte a se. Una famigliola teneva per mano il loro bambino, facendolo ridere. Pensò che dovessero essere davvero felici.

"Senti per-"

"È meglio entrare non credi? Abbiamo lasciato le bambine sole..." - disse, impedendo al ragazzo di parlare.

"Sì hai ragione... a dire la verità ero venuto a chiamarti per la torta."

"Entriamo allora." - sorrise.

Un sorriso piccolo, di quelli spenti che la gente stanca tira fuori solo per gentilezza. Non aveva nulla a che vedere a quel piccolo miracolo che le increspava le labbra una manciata di anni fa.

Beck annuì e la fece passare, in modo che lo precedesse ed in fila rientrano nel piccolo locale.

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"Siamo arrivati." - sentenziò Beck fermandosi in un cortiletto ordinato, circondato di piante piene di rose fiorite.

"Le accompagno io." - disse Jade scendendo.

Lui annuì. Le bambine precedettero la ragazza e Milly suonò allegramente il campanello. Una figura familiare dagli occhi grigi aprì la porta. Alla vista delle figlie un grande sorriso che andava da orecchio ad orecchio spuntò sul suo viso tondo.

"Oh, ben tornate!" - esclamò stritolandole in un abbraccio.

Nella foga del momento una ciocca mossa di capelli rossi le ricadde sugli occhi, staccandosi dalla crocchia disordinata in cui li aveva raccolti.

"Mamma è stato bellissimo! Mi hanno fatto anche la torta con le fragoline sopra, proprio come piace a me!"

"È fantastico tesoro, sono contenta che vi siate divertite. Adesso saluta Jade e Beck e fila dentro a farti una doccia, sei tutta sudata. Lo stesso vale per te Liz." - disse gentile.

Liz agitò la mano destra a mo' di saluto ed entrò in casa, Milly invece abbracciò Jade, che ricambiò un po' impacciata, poi corse a dare un bacio sulla guancia a Beck attraverso il finestrino aperto dell'auto. Infine, non prima di averli salutati dalla soglia però, si ritirò nella villetta. Il sole era già tramontato da un pezzo e l'aria tiepida del giorno era già diventata fredda e pungente. Il leggero maglioncino rosso che Jade indossava cominciava a non essere abbastanza. Stava per congedarsi quando la signora McCartney la fermò, afferrandola per un braccio.

"Devo ringraziarti davvero Jade, per quello che hai fatto. Milly non sta vivendo una bella infanzia ed io-"

"È una bambina molto matura, capisce al volo le cose. Credo che lei la sottovaluti un po'. In qualunque caso signora, non c'è alcun bisogno di ringraziarmi."- rispose interrompendola forse un po' troppo bruscamente.

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