Capitolo VIII

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Una Jeep nera si fermò proprio davanti a lei, da essa ne scese un Beck tutto fiero e sorridente. Alla fine aveva deciso di chiamarlo, primo perché non aveva voglia di tornare a casa di Cat da sola e a piedi, secondo perché doveva parlare con lui sul serio e questa volta cercando di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni.

"Ciao." - sorrise lui.

Aveva i capelli legati, indossava una camicia a scacchi sopra un maglioncino di lana verde scuro, un paio di skinny jeans neri e i suoi soliti anfibi. Era buffo con quei baffetti e gli occhiali da sole, anche se di luce proprio non ce n'era.

"Ciao" - gli angoli della bocca della ragazza si sollevarono un po'.

Era strano, sembravano due estranei al primo incontro, imbarazzati e incerti su cosa dire.

"Hai cambiato auto?" - chiese Jade osservando l'enorme veicolo dal quale era sceso il ragazzo.

" In realtà no, ma sapendo che eri con la moto ho preso la Jeep di mio padre, così possiamo portarla con noi."

Restarono in silenzio per un po' in imbarazzo, mentre Beck caricava la moto sul retro della macchina.

"Scusami se ti ho disturbato, ma non sapevo chi chiamare e-"'- cercò di scusarsi la ragazza.

"Non preoccuparti"- la interruppe lui voltandosi e alzando una mano - " mi fa piacere aiutarti. Dai sali." - fece indicandole il posto del passeggero.

La ragazza salì,chiudendo la portiera con gentilezza, al contrario di come faceva di solito. "Un giorno lo staccherai quello sportello." Beck glielo diceva sempre.

"Senti... dobbiamo parlare." - esordí Jade non appena Beck fu salito sull' auto e messo in moto.

"Dimmi." - rispose lui, cercando di respingere giù il cuore che gli era saltato in gola. Strinse di più le dita sul volante, senza distogliere gli occhi dalla strada.

"Non possiamo continuare a fare così." - borbottó la ragazza accavallando le gambe e stringendo i pugni.

"Così come?" - cercò di apparire disinvolto, scorgendo con la coda dell'occhio la figura elegante di lei portare la gonna più avanti in modo di coprire le cosce.

"Lo sai." - sbottó acida, poi sospirò - "Non possiamo continuare a litigare ogni volta che ci vediamo... Beck non è salutare né per me né per te. Dobbiamo riuscire a comportarci come due persone civili."

"Ma noi non siamo due semplici persone o conoscenti." - obbiettó lui.

"Beck per favore non complicare le cose." - esclamò esasperata Jade.

"Va bene" - si arrese alzando le mani dal volante,poi sussurró -  "Quindi adesso siamo amici?"

"Sai che non potremo mai essere semplici amici."

"E allora che cosa siamo?"

"Non lo so che cosa siamo. Siamo e basta." - sbottó lei.

Calò un silenzio tombale interrotto solo dai correnti sbuffi spazientiti di Jade. Osservò il ragazzo alla sua sinistra e non poté evitare di pensare a quanto fosse dannatamente attraente, il che certamente non migliorava la situazione. Spostò lo sguardo sul suo petto,dove luccicava un piccolo ciondolo.

"La porti ancora?" - chiese piano Jade.

"Jade! JADE? MA DOVE SEI?!" -sentiva Beck che la stava chiamando.
Si alzò dal pavimento dove stava giocherellando con le sue forbici e andò ad aprire le porta dello stanzino del bidello.Si riufugiava sempre lì quando era arrabbiata o triste o qualunque altra cosa.

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