Capitolo VII

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Cat aveva aperto la porta e davanti agli occhi del ragazzo era apparsa l'immagine più bella e dolce del mondo. Jade che rideva e giocava con una bambina. Oh e la sua risata cristallina, che non sentiva da tanto -troppo- tempo, era il suono più bello del mondo. Poi Cat annunciò il suo arrivo e tutto svanì. Jade si era voltata e non appena lo aveva visto aveva smesso di sorridere. Ed eccolo lì, la ragione della sua felicità e della sua tristezza, un cespuglio di capelli castani e le mani cariche di buste della spesa, ecco Beck Oliver.  Non aveva avuto, quella notte, la possibilità di osservarlo bene così adesso Jade lo fissava, con le braccia conserte e le mani che stringevano convulsamente il tessuto del suo maglione blu notte. Non era cambiato molto, i suoi capelli erano più lunghi e sembrava più stressato del normale. La ragazza vide con la coda dell'occhio un lampo rosso-arancio gettarsi tra le braccia di Cat e cadere rovinosamente a terra cercando di aiutarla a portare una grossa busta rossa carica di roba da mangiare.

"Che ci fai qui?" – la voce tagliente di Jade ridestò il ragazzo, che si era incantato a fissarla. 

Anche lui non aveva avuto la possibilità di guardarla bene e adesso gli sembrava la creatura più bella che avesse mai visto. I suoi capelli, tutti arruffati, erano tornati del suo castano naturale e le ciocche colorate non c'erano più. Due ombre violacee le cerchiavano gli occhi, anche se sapeva che lei aveva provato a coprirle con il trucco. E adesso perdendosi nelle sue iridi vedeva il mare in tempesta, scorgeva il dolore e la tristezza che lei cercava di celare dietro maschere di freddezza e cattiveria.

"Io-" – cercò di rispondere Beck ma Cat lo precedette.

"L'ho incontrato al supermercato e siccome ha visto che avevo tante buste – grazie Milly quello mettilo lì – si è offerto di aiutarmi." – spiegò la rossa sistemando un brik di latte nel frigo.

Jade sbuffò, distolse lo sguardo da quello del ragazzo e si sedette sul divano accavallando le gambe. Beck posò a terra le buste che aveva in mano e rimase lì, sulla soglia della porta, spostando il suo peso da un piede all'altro. La tensione era così concreta che sembrava si potesse toccare. A spezzare il silenzio erano solo i costanti borbottii di Milly e Cat.

"Forse – ehm – è meglio che vada, devo ancora portare la spesa a mia madre." – disse alla fine Beck, grattandosi nervoso la nuca.

"Si è meglio se vai." – la voce fredda di Jade non faceva trasparire alcuna emozione.

"Va bene Beck, grazie mille per l'aiuto. Fatti sentire mi raccomando." – rispose con la sua solita euforia Cat, andando verso la porta. Jade trattenne l'istinto di rispondere con un "ma anche no".  Il ragazzo annuì imbarazzato per poi uscire in silenzio.

"Perché lo hai trattato così male?" – domandò la rossa, tornando vicino al cucinino trascinandosi dietro le pesanti buste.
Jade non rispose, si limitò ad accendere la tv.

"Insomma uff"- aggiunse sbuffando per il peso delle buste che aveva cercato di depositare il più delicatamente possibile sul tavolo – "non ti ha fatto nulla" – concluse passandosi una mano sulla fronte, come per asciugarsi il sudore. 

La ragazza avrebbe voluto rispondere "mi ha fatta innamorare" ma decise di continuare a stare in silenzio.

"Cat, ma chi era quel ragazzo?" – chiese Milly, mentre cercava di mordere una tavoletta di cioccolata.

"Vedi Milly, quello era un mio carissimo amico, andavamo a scuola insieme." – rispose Cat prendendole dalle mani la cioccolata tagliandola a pezzettini.

"E perché Jade ce l'ha tanto con lui?" – sussurrò la bambina prendendo la ciotolina piena di cioccolata che la ragazza le porgeva e ficcandosene due quadratini in bocca.
Cat esitò.

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