Capitolo XIX

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- Jade?Jade?! - non la sentiva più.

L'ultima cosa che aveva udito era stato un gemito e poi un tonfo. Non capiva più niente. Jade aveva avuto un incidente e lui non aveva la minima idea di dove fosse nè di come rintracciarla. Cercò di controllare il panico, rigirandosi il cellulare tra le mani e osservandolo distratto. Poi ebbe un illuminazione. Tempo fa aveva installato un'applicazione GPS con un piccolo microcip nel cellulare della ragazza, in modo da poter controllare la sua posizione in ogni momento dal suo telefono. Questo sia chiaro non lo aveva mica fatto per starle sempre addosso o assillarla, ma semplicemente perché era preoccupato che fosse potuta succedere una cosa come quella di poco fa. Jade aveva pochissimo autocontrollo, provava le emozioni al mille per mille e quando era arrabbiata era capace di fare qualunque cosa. Doveva solo sperare che non l'avesse disinstallata...

Sua madre entrò nella stanza canticchiando, bloccandosi all'improvviso alla vista dell'espressione sconvolta del figlio.

"Beck che succede? Qualcosa non va?" - domandò subito premurosa.

Il ragazzo si voltò di scatto superando la donna e afferrando di corsa la giacca e le chiavi dell'auto del padre.

"Jade ha avuto un incidente!" - gridò un secondo prima di uscire dalla porta e correre verso la macchina.

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Frenó di colpo alla vista dell'auto nera tutta accartocciata sul cofano, riconoscendola come quella di Jade. L'ambulanza che aveva chiamato appena scovata la posizione della ragazza non era ancora arrivata. Scese lasciando l'auto in moto, senza curarsi di chiudere gli sportelli.

Poi la vide.

Era rannicchiata per terra, un mucchietto di abiti scuri e i capelli castani in disordine. Corse verso di lei, inginocchiandosi appena fu abbastanza vicino. Le tolse i capelli dal viso pieno di taglietti che ancora sanguinavano, ma i bellissimi occhi che sperava di incontrare non c'erano, erano chiusi, serrati. Quelle bellissime labbra che tante volte aveva baciato erano poco dischiuse, deformate da una smorfia di dolore. Fece scivolare le dita sul suo braccio, seguendone l'andamento con gli occhi, notando un enorme macchia di sangue sul tessuto nero che le copriva il corpo.

Maledizione.

Mai. Paura lui non ne aveva mai, ma in quel momento il terrore lo stava divorando. La ragazza che amava, perché si, questo provava per lei, era stesa a terra priva di sensi e lui non aveva la più pallida idea di quanto grave potesse essere la cosa. Le strinse le dita, macchiando anche le sue di sangue rosso scuro. Posò un piccolo bacio sulla sua fronte.

"Io sono qui." - sussurró con la voce che tremava.

Sperava tanto che potesse sentirlo. Udì le sirene dell'ambulanza.

"Te l'ho promesso... la nostra promessa è per sempre piccola mia."

I soccorritori lo aveva raggiunto costringendolo ad allontanarsi da lei.

"Loro ti salveranno, ed io sarò con te."

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"Oh, andiamo! Non è possibile!"

"Ah ah, si invece! Ammettilo Liz, sei una perdente!"

Cat stava pettinando i lunghi capelli color carota di Milly, acconciandoli in una treccia. Liz e Sam giocavano ai videogiochi da almeno due ore e, inevitabilmente, la ragazzina finiva per perdere ogni partita.

"Mai! Voglio la rivincita!"

La bionda si gettò esausta sul suo letto matrimoniale, come al solito in disordine.

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