Cambiamenti

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Erano passati quasi sei mesi da quel giorno: l'inverno era passato e aveva portato via con sé anche il freddo e l'aria natalizia che aveva animato Hogwarts fino a qualche settimana prima.
Il clima iniziava a diventare mite e la Primavera era ormai in piena nascita: il cortile della scuola era una tavolozza di colori sgargianti e accesi, mentre un profumo dolce e fresco inebriava le narici di tutti gli studenti.
Finalmente, dopo un anno di terrore, la pace era tornata nella vita di tutto il Mondo Magico: Voldemort era stato sconfitto, una volta per tutte, da Harry Potter, durante una delle battaglie più sanguinose e devastanti di tutti i tempi. Il ragazzo era diventato, insieme ai suoi compagni, un eroe e godeva di grandissima celebrità, tra i più piccoli e non solo.
Inoltre, la maledizione era stata debellata del tutto, non lasciando altro che una marea di ricordi spiacevoli e di periodi orribili a tutti quanti.
Ginny Weasley era in forma smagliante: i capelli rossi e liscissimi le cadevano lungo le spalle, incorniciandole il viso, roseo e pieno. Quando era con lei, Hermione non faceva altro che divertirsi e ridere a crepapelle, sorseggiando dell'acqua viola e ingollando quantità industriali di cioccorane e altre schifezze.
Anche Ron stava bene: si erano parlati, quando tutto era finito, e Hermione era stata chiara sui suoi sentimenti nei confronti dell'amico.
Il ragazzo, anche se leggermente scosso e geloso, non aveva fatto storie, concludendo invece la discussione con un bel sorriso vivace e un abbraccio, che avevano colto Hermione di sorpresa, lasciandola impietrita tra le braccia del rosso.
Anche con Draco andava tutto a gonfie vele: passavano intere giornate divisi fra gli impegni per la scuola e il loro futuro e la camera da letto della Serpe, nudi e avvinghiati l'uno all'altra, guardando il panorama dalla finestra.

Quel pomeriggio però, Malfoy non si era fatto né sentire né vedere: aveva lasciato la sua stanza di mattina presto, con il sole ancora basso, e, senza farsi sentire, era uscito, lasciando Hermione da sola.
Tutto ciò che aveva trovato era stato un biglietto, scritto in bella calligrafia e con un inchiostro blu:
"Sono a fare delle commissioni. Non starò via per molto, non ti preoccupare. A dopo, Draco".

"Idiota" aveva pensato, subito dopo averlo letto, la strega, facendolo passare tra le dita di una mano.
"Avrebbe potuto svegliarmi. O almeno farmi sapere dove sarebbe stato per tutto questo tempo".
Hermione decise di provare a non pensarci e scese a fare colazione in Sala Grande, vestendosi in fretta e svogliatamente.
Non appena arrivò, il volto dolce di Ginny fece capolino tra le milioni di teste presenti in sala, lasciando spazio a due occhi spalancati e increduli.
"Ora, spiegami cosa sono quei capelli terrificanti" esclamò la rossa, avvicinandosi alla riccia e indicando la sua massa informe e annodata di ciocche scure.
"Buongiorno anche a te" rispose, sorridendo, Hermione, prendendo posto poi tra lei e Neville.
"Buongiorno" dissero in coro Harry, Ron e Neville, mostrando un sorrisone e posando per non più di due secondi le brioches colme di crema sul piatto.
"Leonessa, ben svegliata"
"Ancora con questo soprannome, Zabini? Prima o poi ti lancerò un incantesimo per farti chiudere quella boccaccia" disse, scherzando, la strega, arricciando il naso non appena Blaise le fece l'occhiolino.
"Vacci piano, Blaise. Non stai parlando con Pansy: Hermione potrebbe farti fuori in meno di un battito di ciglia. Buongiorno, comunque" sussurrò Daphne, accarezzando la testa a Blaise e indirizzando un sorriso sincero in direzione di Hermione.
I due amici avevano iniziato a sedersi insieme ai Grifondoro, spinti da Draco e dalla volontà di renderlo felice, almeno una volta nella vita.
Avevano poi scoperto che i Grifondoro non erano così noiosi e banali come pensavano ed era ormai loro abitudine passare un po' di tempo con loro, anche solo per mangiare qualcosa o scambiare due chiacchiere.
"Ragazzi, avete visto Draco per caso?"
"No, pensavamo fosse con te. Non siete stati insieme?" chiese Blaise, guardando storto Hermione.
"Sì, ma stamattina non l'ho trovato e mi ha lasciato solo un biglietto con scritto di non preoccuparmi e che sarebbe tornato presto" disse la strega, corrugando la fronte e iniziando a mangiucchiarsi l'unghia del pollice.
"E se gli fosse successo qualcosa? O magari avesse bisogno di aiuto? Come posso aiutarlo se non mi dice nemmeno dov-"
"Herm, non ti agitare, sembri la Umbridge" disse Ginny, addentando subito dopo un pezzo di torta alla vaniglia. "Starà bene, vedrai"
"Se c'è una cosa di cui sono sicura dopo tutti questi anni è che il nostro Draco Malfoy non ha bisogno di una badante. Vedrai che tornerà tra poco, altrimenti non ti avrebbe lasciato il messaggio" disse Daphne, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e mostrando un mezzo sorriso.
"Hm, d'accordo, mi fido. Cercherò di non pensarci" mormorò Hermione, portandosi poi un pezzo di brioche al cioccolato alla bocca, masticando piano e iniziando a fissare un punto indefinito davanti a lei.

***

"Ti conviene spiegarmi, con moltissima calma, tutta la situazione altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni, Draco!" disse Hermione, furiosa e con gli occhi rossi per la rabbia.
Malfoy era arrivato qualche minuto prima della mezzanotte, con i capelli completamente in disordine e una enorme macchia di sangue sulla camicia bianca.
"Ora ti spiego tutto ma, ti prego, non urlare: ho un mal di testa atroce" disse il mago, appoggiando una valigetta nera sul letto e iniziando a sbottonare la camicia.
"Cos'è quella macchia? Sei ferito? Perché non mi hai chiamato?! Avrei potuto aiutarti in qualsiasi modo e-"
"Granger, o la pianti o me ne vado: non sto scherzando"
Hermione si rese conto della sua irruenza e perciò abbassò lo sguardo al pavimento, facendogli segno con la testa di continuare il discorso.
"Ti ringrazio. Allora, per prima cosa, il sangue non è mio. Oggi sono dovuto uscire presto perché avevo un colloquio di lavoro"
"Un colloquio?"
"Sì"
"In quello studio di avvocati vicino a Piccadilly Circus che mi avevi fatto vedere?" chiese lei, accennando a un discorso che avevano avuto qualche settimana prima.
"No. Credo di avere cambiato idea"
"In che senso?"
"Da quando mia mamma è morta le cose sono cambiate, ma sono cambiato anche io, in un certo senso. Ho capito di volere aiutare le persone, di...curarle"
"C-curarle?"
"Esatto: ho fatto un colloquio per diventare un medico"
"M-m-medico? Dici davvero?"
"Sì, sono abbastanza sicuro. Hanno detto che mi procureranno qualche altro colloquio, ma che in linea di massima sono un buon candidato"
"È una notizia splendida, perché non me ne hai parlato?" chiese, raggiante, la strega.
"Volevo provare a prendere una scelta da solo, senza venire condizionato da nessuno"
"Okay, ma il sangue?"
"Come ti dicevo, mentre stavo facendo il colloquio, un infermiere è entrato nella sala e ha urlato come un disperato, portando in braccio un uomo imbrattato di sangue.
Stava per cadergli dalle braccia, perciò mi sono sporto per aiutarlo e mi sono macchiato la camicia, tutto qui" disse Draco, togliendosi l'indumento e rimanendo in canottiera.

"Cosa ne pensi, Granger? Potrebbe essere una buona scelta?"
"Ottima, tua mamma sarebbe fiera di te, ne sono sicura" disse lei, sedendosi poi a cavalcioni su di lui.
"E lo sono anche io" sussurrò poi, iniziando a baciarlo con delicatezza.
"Lo vedo. Ti sono mancato, eh?" mormorò il biondo, abbracciandola e passandole le dita affusolate lungo la schiena.
"Un pochino"
"Tranquilla, ora rimediamo" ghignò lui, facendola stendere sul letto e cominciando a svestirla, alla luce della luna.

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