È questa la nostra fine?

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"Certo che per essere una streghetta da due soldi te la cavi benino con la bacchetta, non lo nego..." gracchiò, continuando a sorridere come una folle, Bellatrix Lestrange.
I suoi occhi iniettati di sangue e la bocca impastata dalla saliva e dal sangue la rendevano ancora più terrificante di quanto non fosse di solito.
"...peccato che tutto questo sforzo non servirà a nulla se non a ucciderti!" continuò, prima di gettare contro la mora un fascio di luce rosso.
"Lo vedremo" disse, seria, Hermione, pronunciando subito dopo un incantesimo di protezione e attaccando a sua volta.
Sapeva che Bellatrix Lestrange era una delle avversarie più temibili dell'intero mondo magico, subito dopo Voldemort, ma non voleva farsi prendere dal panico e dall'ansia.
Al contrario, la strega era completamente concentrata sulla crudele donna davanti a lei: voleva eliminare quella feccia dal pianeta, voleva vendicare i genitori di Neville e Sirius Black ma, più di ogni altra cosa, desiderava liberare Draco dalle sue grinfie.
Il biondo era rimasto accanto a lei, faccia a faccia con il Mangiamorte Fenrir Greyback, seguace accanito di Voldemort, intenzionato a ridurlo in un mucchio di cenere e sangue.
La battaglia era in corso da più di un'ora e non sembrava ancora intenzionata a terminare: i Mangiamorte erano più forti e in maggior numero del solito, mentre i ragazzi della scuola erano in netta minoranza a causa del grandissimo numero di vittime della maledizione e dell'orario in cui i loro nemici avevano deciso di attaccare.
Minerva McGranitt e gli altri professori presenti stavano dando tutti se stessi nel combattimento, aiutando quanti più studenti possibile e mettendo al tappeto tutti gli stregoni che potevano. Gli studenti come al solito stavano dando il meglio di loro, di qualsiasi casata facessero parte: erano presenti persino alcuni studenti di Serpeverde, tra cui la riccia seppe riconoscere solo Daphne Greengrass e Blaise Zabini, schiena contro schiena e con le mani libere dalla bacchetta intrecciate.
Dal canto suo, Hermione continuava ad agitare la sua bacchetta magica, aumentando la presa su di essa e scrutando con gli occhi, non appena le era possibile, le mosse del mago biondo accanto a lei.
Draco riusciva a essere estremamente bello ed elegante anche durante una lotta e il suo coraggio l'aveva completamente ipnotizzata, come mai prima: stava andando contro i suoi familiari, contro i Mangiamorte, contro le sue tradizioni e contro lo stesso Voldemort per riprendersi la sua libertà e la sua vita, con la stessa foga con la quale lei stava combattendo per salvare lui e i suoi amici.
All' improvviso il mago urlò la maledizione "Sectumsempra" contro Greyback, rimasto per qualche tempo senza fiato: un lampo di un colore azzurro acceso si scagliò contro il lupo mannaro, lacerandogli la pelle e facendogli schizzare il sangue tutt'intorno.
Il Mangiamorte cercò di dimenarsi per sfuggire al dolore lancinante che stava provando in ogni singolo lembo di pelle, ma senza risultati: iniziò a urlare in maniera abominevole, catturando anche l'attenzione di Hermione e degli altri studenti attorno a lui.
L'uomo provò a scagliarsi contro Draco, per ucciderlo o far terminare quell' agonia, ma il dolore fu più forte della sua volontà: distrutto, cadde a terra, tremando per qualche secondo ancora, prima che i suoi occhi e il suo corpo rimanessero immobili, immerso nella pozza del suo stesso sangue scuro.
"M-Malfoy! Quell'incantesimo richiede magia oscura avanzata. Lo sai questo, vero?" chiese Harry, in tono accusatorio, alzando un dito contro di lui e avvicinandosi.
"Potter, non credo sia il momento migliore per un tuo spiegone su quanto sia bella e buona la Magia Bianca, lo sappiamo tutti" rispose Draco, aggrottando le sopracciglia e indicando i compagni attorno a lui.
"C'è altro a cui pensare. L'importante è che Grayback per ora sia morto: un problema in meno a cui pensare"
"Ringrazia che Hermione ti vuole bene, altrimenti saresti ancora in quella dannata cella a morire assiderato" disse il ragazzo, tornando poi a combattere.
Hermione, nel frattempo, stava guardando Draco da dietro le spalle, lanciandogli qualche occhiata fulminea: non appena lui la notò, le indirizzò un mezzo sorriso e le fece un occhiolino, facendola sorridere debolmente.
"Malfoy" lo chiamò lei, girandosi velocemente.
"Cosa c'è?"
"Penso di non essere mai stata più innamorata di te che in questo momento" esclamò la riccia, cercando di mantenersi comunque concentrata sulla lotta e sulla sua magia.
Draco, rimasto allibito da quelle parole così sincere e piene di amore, cercò di avvicinarsi a lei per prenderle la mano e aiutarla contro sua zia Bellatrix.
Si era dichiarata a lui in un momento strano e sbagliato, che però a lui era sembrato tremendamente giusto.
Si fece spazio tra la folla di studenti, cercando di non essere d'intralcio e, a due passi da quella che ormai era sicuro fosse la donna della sua vita, la guardò.
Era bellissima, nonostante i capelli crespi e incrostati di sangue, ricacciati in una mezza coda morbida.
Era bellissima, nonostante gli abiti sgualciti, la fuliggine sul viso e gli occhi stanchi.
Era bellissima e basta ma, cosa più importante, era innamorata di lui.
Di una Serpe dall'orgoglio troppo forte per non aver capito da subito quanto quella Grifondoro fosse speciale.
"Ti amo, Granger" disse, continuando ad avvicinarsi e allungando la bacchetta contro Bellatrix.
La ragazza sorrise, abbassando per un attimo gli occhi al pavimento e arrossendo.
"Anche io ti amo, Malf-" sussurrò Hermione, prima che un lampo di un verde smeraldo accecante la colpisse sul volto, facendola ribaltare indietro e cadere per terra, con un tonfo che a Draco sembrò assordante.
I suoi bei occhi nocciola erano pietrificati e, dopo qualche secondo, assunsero il colore dello smeraldo più bello mai visto sulla terra.
Draco guardò il corpo della strega accasciarsi contro il pavimento freddo e iniziò a urlare e imprecare contro la donna che aveva lanciato la maledizione, lanciando fulmini dagli occhi cerulei.
"Mi dispiace" mormorò Bellatrix Lestrange, ridendo e guardando il nipote negli occhi azzurri.
"Meritavi di più di una Sanguemarcio, Draco. Fidati di me"
Malfoy non le prestò la minima attenzione, buttandosi addosso alla Granger e cercando di svegliarla, scuotendola in tutti i modi.
Nessun movimento però riuscì a far ritornare il bel colore dorato negli occhi della strega più brillante della sua età.
Era immobile,come pietrificata e con il corpo più freddo del pavimento sotto di lei.
Anche lei ormai ne era stata colpita.
Smaragdus Oculus.

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