La mia meta sei tu

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Erano passati ormai sette giorni.
Sette interminabili giorni dalla partenza della Granger.
Sette giorni senza il suo profumo di mandorle sparso per la casa e senza qualche battibecco con lei per chi avrebbe dovuto prenotare un tavolo per la cena per telefono o per chi sarebbe andato a portare i vestiti in lavanderia.
La Granger gli mancava, troppo per i suoi gusti: un Malfoy che si rispetti odia condividere lo stesso ossigeno con i Mezzosangue, non dorme nel suo letto per poterne sentire l'odore dai cuscini e dalle lenzuola.
Draco stava cambiando e se ne rendeva conto: passava la maggior parte del tempo a chiedersi cosa stesse facendo la strega, con chi fosse e se mai sarebbe tornata.
Aveva detto che sarebbe stata via per qualche giorno ma una settimana era già passata e il biondo sapeva come queste cose funzionavano: lei se n'era andata, per sempre.
Lo aveva abbandonato, lo sapeva, solo che una scintilla di speranza ancora bruciava nel suo cuore e gli imponeva di aspettare ancora e che lei sarebbe tornata: in fondo glielo aveva promesso e un Grifondoro mantiene sempre le proprie promesse.
***
"Luna, mi serve ancora essenza di Dittamo per curare la ferita dei due ragazzi. L'andresti a cercare per favore?"
"Certo, vado subito Hermione"
"Fred, tu riusciresti a prendermi del Distillato Soporifero? L'ho già preparato io ma l' hanno messo su quella mensola troppo in alto..."
"Tranquilla, ci penso io" rispose il rosso, passando la pozione a Hermione e facendole l'occhiolino.
"Ti ringrazio, questa ragazzina ha bisogno di dormire per riprendere completamente le forze" disse la riccia, strofinandosi gli occhi per la stanchezza.
"E sai chi altro avrebbe bisogno di un po' di Pozione Soporifera? La strega più brillante di tutta Hogwarts" disse ironico Harry, passando un braccio attorno alla spalla della ragazza. "Dovresti riposare un po', sono giorni che sei chiusa in Infermeria e inizio a preoccuparmi."
"Non posso fare altrimenti Harry, qui hanno bisogno di me. Non posso fare finta di nulla e andarmene a dormire"
"Non dico che tu debba far finta di nulla, ma almeno prenderti qualche ora per riposarti. Hai delle occhiaie mostruose e non tocchi cibo da ieri mattina, quando hai assaggiato la tua fetta di Torta alla melassa"
"Harry, non posso. Ti prego, cerca di capire, non rimarrò a Hogwarts ancora per molto e fino a quando sono qui voglio dare il massimo per tutti voi" rispose Hermione, asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
"Okay, non posso costringerti. Buon lavoro e cerca di non stancarti troppo" concluse il moro, stampando un bacio sulla guancia della strega e andando a parlare con Fred.

"Fred, ho bisogno del tuo aiuto" sussurrò Harry, assicurandosi di non essere sentito da nessuno e di essere abbastanza lontano dall'amica. "Hermione deve riposare, a qualunque costo, anche tu lo sai. Tra mezz'ora le porterò un bicchiere di Acquaviola e dentro le metteremo tre gocce di Pozione Soporifera, in modo che possa dormire un po'. Posso contare su di te?"
"Certo che puoi Harry. Hermione farà la più bella dormita della sua vita, stanne certo".

Dopo poco meno di un'ora Harry ritornò in Infermeria e si avvicinò ad Hermione.
"Herm, ti ho portato un bicchiere di Acquaviola: almeno assumi un po' di zuccheri"
"Grazie mille Harry, ne ho proprio bisogno adesso, anche perché è ora di pranzo" disse la strega con un grosso sorriso sincero, tanto che Harry quasi si pentì della bugia bianca che le stava dicendo.
Ci volle un attimo: la riccia ingollò la bevanda con foga e qualche minuto dopo era stesa su un lettino, completamente addormentata.
"Perdonami Hermione, ma era l'unico modo" mormorò il ragazzo, prima di sedersi su una sedia accanto all'amica e aspettare il suo risveglio.

***

"Io non ci posso credere, tu non puoi aver fatto questo Harry Potter, non puoi averlo fatto!" urlò Hermione, seduta sul lettino da cui si era appena svegliata.
Non appena i suoi occhi dorati si erano aperti, la giovane strega aveva capito tutto e ora stava gridando contro il ragazzo sopravvissuto, che cercava di farle abbassare la voce con vari gesti delle mani.
"Lo so Hermione che ho fatto una cosa davvero sbagliata, ma tu avevi bisogno di riposare e non saresti mai andata a dormire di tua spontanea volontà, perciò mi sono arrangiato come potevo. Cerca di capirmi, ci tengo a te".
La riccia si addolcì alle parole dell'amico e subito rilassò il volto.
"Devo rimettermi a lavoro subito adesso: ho perso troppo tempo"
"Non credo sia necessario Signorina Granger"
"Professor Silente, salve... in che senso non è necessario?" disse Hermione, scossa dall'arrivo improvviso dell'insegnante.
"Nel senso che lei ha svolto un ottimo lavoro in questi giorni a Hogwarts, ma adesso è necessario che torni alla sua missione iniziale. A che punto siete con la cura?"
"Abbiamo visitato solo la Biblioteca di Bristol, ma non abbiamo trovato nulla purtroppo. Abbiamo cercato ovunque"
"Bene, vorrà dire che il prima possibile partirete per la seconda tappa del vostro viaggio: la Biblioteca del Trinity College di Dublino. Molti maghi leggendari l'hanno visitata e hanno riposto alcuni delle loro opere in scaffali nascosti e invisibili agli occhi dei comuni babbani. La cura deve essere trovata in tempi brevi Miss Granger e lei è l'unica in grado di adempiere a questo compito, ora più che mai. La prego, deve tornare a Bristol"
"D-D'accordo, lo farò" rispose Hermione, accennando un flebile sorriso.

Dopo aver salutato i suoi amici e aver abbracciato Harry più volte, ricordandogli di scriverle spesso, Hermione si smaterializzò davanti alla camera d'albergo dove era Draco.
Ripensando a come si erano lasciati, la ragazza arrossì, ma si riprese velocemente e bussò, orgogliosa come sempre.
Poco dopo spuntò dalla porta una testa biondissima e un paio di occhi azzurri come il cielo sereno di Bristol: Draco era rimasto immobile davanti al volto della riccia.
Aveva il viso stanco e consunto, ma gli occhi sembravano brillare, avidi di quei pozzi colmi d'oro che per troppo tempo non aveva potuto vedere.
"G-Granger? Sei tornata" chiese il mago, con un tono di voce tra lo stupito e lo scosso.
"Sono una Grifondoro: mantengo sempre le mie promesse" disse la strega, prima di poggiare la testa sul petto del Serpeverde e stringerlo in un abbraccio sincero.

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