Pezzi di vita

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"Granger, come mai sei rimasta più del previsto a Hogwarts?"
"Mi hanno trattenuta" rispose stanca Hermione, sdraiandosi sul letto in accappatoio.
"Chi ti ha trattenuta?" chiese Draco, con un filo di gelosia nella voce.
"I professori, i miei amici e soprattutto tutte quelle persone che stavano soffrendo nei vari reparti dell'infermeria. Compresi Ginny e Ronald"
"Hm. Come sta la Weasley?"
"Male, la sua condizione è davvero critica, la peggiore fra tutte quante. Invece Ron ha contratto la malattia da poco, ma anche lui sta iniziando a perdere la mobilità di braccia e gambe. Vederli in quelle condizioni è davvero..." disse la strega, prima che gli occhi le si velassero di lacrime e le si formasse uno stretto nodo in gola.
"Hey, andrà tutto bene" mormorò Draco, accarezzando il mento della ragazza e guardandola dritta negli occhi. "Sei la strega più brillante che io conosca: tu puoi riuscire in questa impresa meglio di chiunque altro, compreso quel vecchio pazzo di Silente"
Hermione sorrise debolmente.
"Malfoy, quel vecchio pazzo ti ha salvato la vita e concesso il perdono. Ci andrei piano con le parole" continuò, inarcando un sopracciglio.
"Oh, scusami Granger. Non sapevo che avessi questo forte legame nei confronti del vecchio. Forse mi nascondi qualcosa, piccola furbacchiona?" chiese il biondo ironico, prima di beccarsi un pugno ben sestato sulla spalla da Hermione.
"Ahia! Stronzetta, ora te la faccio pagare" esclamò Draco, mettendosi in ginocchio sul letto e iniziando a fare il solletico alla riccia.
"Basta! Basta Malfoy, non ce la faccio più!" disse ridendo Hermione, guardando il ragazzo negli occhi.
Stava ridendo anche lui: aveva gli occhi chiusi e la bocca semi-aperta, che formava delle simpatiche rughe di espressione sulle guance.
Era bello.
Era vero.
Hermione non lo aveva mai visto così vivo come ora e rimase a guardarlo, tra l'estasiato e il commosso.
"Granger, è comparso Silente nudo alle mie spalle e non me ne sono accorto? Cos'è quella faccia da ebete?"
"Malfoy, la vuoi finire con questa storia? Non ho una relazione con Silente, dannazione" rispose la strega, continuando a sorridere.
"E allora cos'hai?"
"Ti guardavo ridere. Non lo fai spesso"
"Non sorrido se non ne ho motivo. E negli ultimi anni devo dire che la gioia e la spensieratezza non sono state emozioni predominanti in me" disse il biondo, con sguardo sincero.
"Mi dispiace Draco. Vuoi parlarne?"
"Hm, meglio di no. Riaprirei vecchie ferite: preferisco di gran lunga farti il solletico. Tu invece? Com'è stata la tua infanzia?"
"Bella, direi. Avevo una casa a Londra dove vivevo con i miei genitori, fino a quando poi sono entrata ad Hogwarts. Non ho mai avuto molti amici prima di iniziare a frequentare questa scuola perché...beh, non ho un carattere semplice, ecco"
"Sei un po' scassapalle, sì" disse ghignando Draco.
"Preferisco considerarmi introversa Malfoy, ma grazie per aver capito il concetto. In ogni caso, l'unico amico che avevo era Charles, con cui passavo la maggior parte del tempo fuori e dentro la scuola babbana"
"Quel Charles. Ricordami di parlargli un giorno di questi: chissà che in un momento di rabbia non riesca a staccargli la testa e a levargli quel sorriso da coglione da quella sua faccia di m..."
"Hai finito?" chiese Hermione, con un leggero sorriso sulle labbra, bloccando il ragazzo sul più bello.
"Scusa, mi sono fatto prendere dalla situazione. Vedi? È sempre colpa sua se impazzisco"
"Smettila Malfoy. O ti schianto!"
"Okay, la smetto"
"Grazie mille"
"Di nulla, Granger. Vuoi andare a dormire?" chiese il mago, guardando la riccia strofinarsi gli occhi per il sonno.
"Sì, sono stanchissima. Domani inoltre dobbiamo anche svegliarci presto per partire..."
"P-partiamo?! E dove dovremmo andare?"
"Ah, giusto, non te ne ho parlato. Silente ha detto che ormai abbiamo controllato tutta la Biblioteca di Bristol, perciò possiamo passare alla seconda tappa. Mi spiace non aver trovato qui il ricettario..."
"Sarebbe stato troppo facile Granger. Qual è la seconda meta?"
"Dublino. Biblioteca del Trinity College. È molto più grande di questa e sicuramente più fornita"
"I miei nonni hanno vissuto a Dublino per un po' di tempo: è bellissima. Sono andato a trovarli solo una volta, ma mi è rimasta impressa da quel momento fino ad ora"
"Quindi sarai tu il nostro Gps umano?"
"Il nostro che...?!"
"Niente Malfoy, non preoccuparti: cose da nati babbani" rispose Hermione, con la faccia divertita.
"Solo perché non so alcune delle vostre parole babbane, non vuol dire che non sia più intelligente di te, sapientona"
"Lo so, lo so Malfoy. Tutti siamo a conoscenza della tua estrema intelligenza. Dormiamo?"
"Ti diverti eh? Prima o poi mi prenderò la rivincita e vediamo chi riderà per ultimo. Ora andiamo a dormire, anche perché sono quasi le tre del mattino" disse Draco, guardando l'orologio della camera. "Quando esci lascia la porta aperta, Granger"
"Malfoy, n-non è che potrei riman..." sussurrò Hermione, prima di zittirsi da sola, poggiandosi una mano sulla bocca.
"Come?"
"Nulla nulla, ci vediamo domani" continuò Hermione, iniziando a scendere dal letto.
Venne però prontamente ripresa da un paio di braccia possenti, che la strinsero in un abbraccio caldo.
"Dove te ne vuoi andare Granger?" chiese ironico Draco, facendola voltare verso di sè. "La prossima volta che vuoi rimanere nel letto con me, per qualsiasi ragione tu abbia, basta dirlo"
"M-ma, non volevo, cioè s-si volevo, però n-non..."
"Shh Granger, fai silenzio, altrimenti ti faccio dormire sul balcone" mormorò il mago, socchiudendo gli occhi blu.
"G-grazie Malfoy. Buonanotte"
" 'notte Granger" disse il ragazzo, prima di rilassare i muscoli di tutto il corpo e di assaporare l'odore di mandorla e miele della strega davanti a lui.

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