Direzione Azkaban

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"Com'è successo?" chiese Hermione, con gli occhi lucidi, guardando il corpo di Albus Silente steso su di un lettino bianco.
"Non lo sappiamo con chiarezza. Io stavo andando a parlargli in ufficio e l'unica cosa che ho visto è stato un grande scoppio verde smeraldo e Silente che si accasciava al suolo" rispose Harry Potter, portandosi una mano sulla nuca e massaggiandola.
"Un Mangiamorte deve essere entrato a Hogwarts. Non so come o quando, ma è l'unica scelta possibile" disse convinta la riccia, iniziando a stringere fortemente la bacchetta fra le mani.
"Tutto ciò non è giusto. Come facciamo ora con la cura? Silente era l'unico che avrebbe potuto darci una mano" ammise Neville, continuando a tenere stretta fra le mani quelle piccole e candide di Luna.
"Hermione, hai la testa piena di Gorgosprizzi: ti stanno entrando nel cervello, confondendoti! Probabilmente è per questo che non hai trovato ancora la soluzione al tuo dilemma" disse Luna Lovegood, con la solita calma, facendo voltare tutti verso di sé.
"Luna, ti prego. Non rendere questa situazione più snervante di quanto già non sia" rispose, a tono, Hermione, sedendosi e cercando di calmare il forte mal di testa di quella mattina.

*

"Come hai potuto mandare la maledizione contro Albus Silente? Ti avranno di sicuro visto per i corridoi" esclamò Draco, esausto.
Bellatrix Lestrange non sembrava minimamente scalfita da quelle affermazioni e, anzi, continuava a camminare lentamente, canticchiando un ritornello macabro e angosciante.
Draco avrebbe tanto voluto infilarle la bacchetta nella gola ma sapeva che quel gesto non sarebbe servito a nulla e lui avrebbe fatto la fine del suo tanto amato Preside.
"Non mi ha visto nessuno, Draco. Non preoccuparti" disse lei, iniziando a ridere con voce bassa e roca.
"Come facciamo? Sicuramente verranno a sapere di questa storia e sbatteranno tutti e tre ad Azkaban, per colpa tua!" disse Draco, indicando la zia davanti a lui.
"Io non vado da nessuna parte, se non a Malfoy Manor. Tua madre e io torniamo immediatamente a casa: questa faccenda muore qui e nessuno verrà a scoprire la verità. Non osare aprire bocca con i tuoi amici o giuro che faranno tutti una brutta fine" continuò, prendendo Narcissa sotto un braccio.
"Addio, Draco"
"A presto, mamma" disse lui, subito prima che le due donne si smaterializzassero davanti all'entrata della scuola di Magia di Hogwarts.
"Perché siamo qui?" chiese Narcissa, incredula.
"Sei debole, Narcissa. Non abbiamo abbastanza potere, per adesso. Dobbiamo andare avanti a pied-" sussurrò Bellatrix, prima di venire interrotta da due voci maschili e una femminile dietro di lei.
"Chi è là?" urlò Hermione, puntando la bacchetta contro le due sagome scure poco davanti a lui.
"...quanto odio quella ragazzina. Mi dispiace Narcissa, il nostro viaggio termina qui"
"C-cosa intendi?" chiese lei, sollevando debolmente gli occhi.
"Non mi farò portare ad Azkaban per colpa tua. Mandami una cartolina quando sarai tra le braccia dei Dissennatori" disse lei, gracchiando, prima di sparire in una piccola nuvola di fumo scura.
Narcissa non ebbe il tempo di arrabbiarsi, perché una mano forte le cinse da dietro il collo, puntandole un bacchetta contro la gola.
"Sarà meglio che tu abbia una spiegazione o farai una pessima fine" dissero Fred e George in coro, guardandola negli occhi scurissimi.
"Hermione, fai chiamare Malfoy. Abbiamo qualcosa di cui parlare"

*

Non appena entrò nel Salone, Draco puntò subito gli occhi in quelli della madre, terrorizzata e impotente.
Bloccata dalle braccia dei due gemelli Weasley, sembrava ormai sul punto di esplodere.
"Lasciatela andare!" disse subito, in tono freddo, Malfoy, avvicinandosi alla madre, prima di venire bloccato dalle bacchette di Harry Potter e Neville Paciock.
"Draco, vogliamo solo capire perche tua madre è a Hogwarts e nello stesso momento in cui Silente è stato colpito. Se la riterremo innocente, la lasceremo andare" disse Hermione, portandosi una mano sulla lunga treccia disordinata.
"Non fatele del male, lei non ha fatto nulla" continuò lui, guardando negli occhi la Grifondoro.
"A cosa ti riferisci Malfoy?" chiese Potter, assottigliando gli occhi. "Come fai a esserne sicuro? Sei stato con tua madre?"
"N-non ho detto questo. Solo che non avete le prove per dire che è stata effettivamente lei"
"Nessuno sta incolpando nessuno, Malfoy. Ma se non otterremo delle risposte entro poco tempo, Narcissa Malfoy finirà ad Azkaban, con accusa di omicidio" rispose Neville, spinto da un coraggio che sorpese anche lui.
"Mia madre non ha fatto nulla, ve lo assicuro. Perciò terminate qui questa farsa e lasciatela andare immediatamente" esclamò il biondo, allargando le narici e stringendo i pugni.
Hermione rimase sbigottita da quell'atteggiamento e non tardò a darlo a vedere: le braccia si incrociarono sul suo petto e lo sguardo dolce di poco prima lasciò spazio ad uno più duro è stanco.
"Perché non puoi semplicemente stare zitto e collaborare?" sbottò la mora.
Draco non rispose, cercando di non guardarla negli occhi.
Non poteva dare la colpa a sua madre e tantomeno a Bellatrix Lestrange: avrebbe ammesso di essere rimasto in contatto con loro e di averle ospitate, anche se per poco, a Hogwarts.
Non avrebbe risolto nulla e, anzi, sarebbe passato per un debole agli occhi della sua Grifondoro.
All'improvviso un'idea lo scosse dalla testa ai piedi, quasi come un brivido, dopo qualche minuto di ragionamento.
Era un'idea folle e all'altezza di un paladino della giustizia del calibro di San Potter, ma era pronto a seguirla.
Gli sarebbe costato la fiducia e l'amore della Mezzosangue nei suoi confronti e, molto probabilmente, anche la vita.
Avrebbe perduto tutto e tutti, ma sarebbe riuscito a salvare sua madre e anche Hermione dall'ira di sua zia Bellatrix se mai fosse venuta a sapere della confessione di Narcissa.
Prese un forte respiro e alzò lo sguardo su Hermione, intenta a fissarlo.
"Lasciatela andare, non è stata lei a maledire Silente"
La voce era fredda, come il sudore che imperlava la sua fronte candida.
"E chi è stato allora?" chiese Harry, abbassando la bacchetta.
"Io" disse, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo velocemente e guardarle la mora negli occhi dorati.
"Io ho mandato la maledizione a Silente questa notte, dopo esserci salutati nel corridoio" ammise Draco, continuando a guardare la ragazza.
Hermione nel frattempo aveva iniziato a piangere, più per rabbia che per tristezza, avvicinando una mano alla bocca per lo shock.
Era sconvolta.
"No" sussurrò tra sé e sé la ragazza.
"Non ci credo" disse Harry.
"Pensa quello che vuoi, Potter. Resta il fatto che se dovete mandare una persona alla Prigione di Azkaban, quella sono io" rispose Malfoy, gli occhi bloccati sulla finestra dietro le spalle della Granger e un sapore amaro e metallico in bocca.
Questa volta sarebbe davvero finita per sempre.

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