Bene e Male

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Un piacevole odore di arrosto inebriò le narici di Hermione e Draco mentre entravano nella grande sala da pranzo.
I tavoli erano ricoperti da tovaglie blu con ricami argentati e tanti piccoli lampadari creavano un'atmosfera un po' troppo romantica.
"Buonasera Signori, desiderate?" chiese una cordiale voce maschile all'entrata della sala.
"Buonasera, ho prenotato un tavolo per due a nome Granger" rispose Hermione con un largo sorriso.
"Ma certo, il vostro tavolo é il penultimo sul lato sinistro"
"Perfetto, grazie mille" concluse la ragazza, prima di dirigersi verso il tavolo.
"Questo è il tavolo peggiore di tutti" sputò Draco, dopo essersi seduto.
"Perché?"
"È piccolo, lontano dal centro della sala, praticamente al buio e come se non bastasse vicino alla porta del cesso. Può bastare?"
"Finiscila di fare il pignolo: questo tavolo va benissimo e alla fine l'importante è riempirsi la pancia" annuì Hermione, sfogliando le pagine del menù.
Qualche minuto dopo una ragazza bionda e abbastanza giovane si avvicinò a loro con un black-notes è una penna in mano.
"Siete pronti?" chiese timida, osservando i loro menù chiusi sul tavolo.
"Assolutamente" disse Hermione.
"Bene, cosa desiderate?"
"Per me una entrecôte con un contorno di patate al forno" iniziò Draco, senza preoccuparsi della strega davanti a lui.
"Okay, per lei signorina?"
"Per me un risotto ai funghi per favore"
"Perfetto, saranno pronti tra poco" aggiunse la ragazza, prima di allontanarsi verso la cucina.
***
Non appena i piatti arrivarono, i due ragazzi spazzolarono tutto il cibo in pochissimo tempo e senza spiccicare parola.
"Ora sto molto meglio. Era davvero buonissimo" disse Hermione, toccandosi lo stomaco con una mano e tirando leggermente la testa all'indietro.
"Ho mangiato di meglio" sentenziò Draco, posando le posate sul piatto e asciugandosi la bocca con il tovagliolo.
Per la prima volta Hermione osservò con attenzione i movimenti del mago è notò una profonda conoscenza delle regole del Galateo e della buona educazione: probabilmente doveva essere abituato a quei tipi di situazioni.
"Posso farti una domanda?" chiese Draco, attirando l'attenzione della giovane strega.
"O-okay"
"Perché tu e i tuoi amici fate sempre qualcosa per qualcuno? Cioè, cosa provate nel fare del bene a gente che non conoscete nemmeno? Siete tutti pazzi?"
Sulle labbra di Hermione si disegnò un sorriso divertito e al contempo incuriosito.
"Non siamo pazzi, ma semplicemente sappiamo che cosa è giusto e cosa non lo è. Non importa chi o che cosa tu stia aiutando, l'importante è sapere di aver fatto il massimo per salvare delle persone che non possono difendersi da sole e che la maggior parte delle volte non hanno nulla a che fare con quello che sta succedendo"
"Come fanno a non sapersi difendere da sole? Voglio dire, siamo in guerra, bisogna essere preparati"
"A volte capita di non avere più le forze per combattere: magari si è spaventati, si è senza speranza o semplicemente si è perso tutto il coraggio nei confronti di se stessi e del mondo che ti circonda. Ognuno ha le proprie debolezze e paure Malfoy e negare questo, sì, è da pazzi"
Draco, per un attimo intontito dalle parole di Hermione, rimase a fissare gli occhi marroni e profondi, screziati d'oro della strega.
Ritornato in sé, si alzò all'improvviso dalla sedia e si diresse verso l'uscita.
"Andiamocene, mi sono stufato di questo posto" disse, continuando a camminare.
"Va bene. Andiamo in camera"
"No, se vuoi andare vai. Io vado a fare due passi qua fuori: ho bisogno di cambiare aria"
"Okay. Allora ci vediamo dopo"

Mentre entrava in ascensore, Hermione non riusciva a smettere di pensare alla domanda di Draco.
Era stata una domanda inaspettata, ma ancora più strano era stato il fatto che Malfoy fosse rimasto attento al suo discorso e non avesse controbattuto alla fine.
Arrivata in camera Hermione si spogliò e si infilò il suo pigiama preferito, bianco e celeste, prima di mettersi sul divano a leggere un libro.
Completamente immersa nel mondo magico dei suoi eroi immaginari, non si accorse del ritorno di Malfoy.
"Ti piacciono proprio i libri" disse lui, appoggiandosi alla porta della camera.
"O-oh, ciao. Sei tornato?"
"No, stai parlando con una sagoma di cartone. Certo che sono tornato Mezzosangue, che razza di domanda è?"
"Sempre molto gentile"
"É una caratteristica che mi ha sempre contraddistinto"
"Ho notato, potresti almeno evitare di comportarti come un bruto con gli sconosciuti. Io sono abituata"
"Io non prendo ordini da te, chiaro? E parlo come mi pare e piace a chi voglio"
"Certo che sei proprio lunatico, lo sai? Prima fai domande filosofiche e poi ritorni il solito maleducato di sempre"
"Non sono lunatico e mi comporto come cazzo mi pare! Vuoi proprio arrivare ad odiarmi"
"No, è diverso, io ti odio già. E ora, vado a dormire"
"Tsk, sei proprio una senza palle" sputò Draco, staccandosi dalla porta.
"No, tu che sei uno scassa- palle. Buonanotte Malfoy" rispose Hermione, prima di chiudere la porta in faccia al mago.
Si avviò poi verso il letto, ma fu quasi sicura di aver sentito un Buonanotte anche a te Granger, subito dopo aver chiuso la porta.
Ma, probabilmente, se l'era solo immaginato: lei e Draco non sarebbero mai andati d'accordo.
Mai.

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