Brandy e noci

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"Uff, Malfoy sono due ore che giriamo in tondo e non troviamo questa dannata via! Possiamo fermarci?" chiese Hermione, con i capelli ormai ridotti a un insieme informe di nodi e grovigli.
Dublino era fredda e ventosa, non proprio la sua città ideale.
Inoltre Malfoy si era ormai perso da più di mezz'ora, ma continuava imperterrito a camminare, sicuro di trovare l'indirizzo che stavano cercando.
"Taci, Granger! La tua voce gracchiante non mi aiuta per niente" sputò il ragazzo, lanciandole uno sguardo pieno di astio.
"Alla fine è un cazzo di hotel, si dovrebbe anche vedere dall'entrata o da qualcuno vestito in modo elegante!"
"Oh. Ehm, Malfoy...mi sono dimenticata di dirti un piccolo particolare..."
"Cioè?"
"Non staremo in un hotel. Silente ha detto che una sua vecchia amica babbana ci ospiterà a casa sua per tutto il tempo che ci servirà..."
"No. No, cazzo! Granger, io non vivrò a casa di una donna babbana per neanche mezza giornata. Già devo sorbire te e il tuo sangue sporco tutto il giorno, ci manca pure la vecchia adesso!" esclamò Draco tutto d'un fiato, esausto, rendendosi conto solo dopo della gravità delle sue parole.
Hermione aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate: per la rabbia, per il ribrezzo, per lo schifo che quel mago le faceva.
"Non l'hai detto davvero" iniziò a sussurrare la riccia, una, due, dieci volte.
"Aspetta Granger, ero..."
"Aspetta un cazzo Malfoy, mi sono rotta le palle. Sei un debole, un codardo, un ragazzo spregevole. Fai tanto il grande con i tuoi soldi, la tua casata, il tuo sangue puro, ma in realtà sei così piccolo... Non apprezzi nulla della tua vita, ma sei sempre il primo a criticare. Giudichi chiunque, me per prima: il mio sangue marcio, la mia famiglia babbana, il mio mondo, i miei amici, la mia vita, persino i miei vestiti e i miei capelli, ma sai qual è la verità? La verità è che invidi la mia vita e tutto quello che ho! Spero che tu un giorno possa capire tutto il male che stai facendo al mondo intorno a te e scenda dal tuo piedistallo. Ah, tornatene pure a Hogwarts, a Bristol o in qualsiasi parte del mondo tu voglia ma ti prego, non farti più vedere da me. Io ti odio e non ne posso davvero più di provare a farti cambiare, perciò addio Malfoy. A mai più" esclamò Hermione in mezzo alla strada, attirando l'attenzione dei passanti.
Gli occhi erano adesso rossi e pieni di lacrime salate, mentre da una ferita presente sul labbro inferiore stava uscendo una goccia di sangue scuro.
Draco, che era rimasto immobile alle parole piene di dolore della strega, avrebbe voluto assaggiarlo, quel sangue.
Sapeva, in fondo, che non era diverso dal suo e che tutte le cose che i suoi genitori gli avevano insegnato sui Mezzosangue non erano altro che un mucchio di schiocchezze, eppure il suo istinto da Malfoy Purosangue era prevalso di nuovo, rovinando il rapporto con la Granger, questa volta per sempre.
Si sentiva strano, come se una parte di lui fosse scomparsa, sepolta da quintali di lacrime.
Non l'avrebbe mai perdonato, ne era certo.
"Non posso tornare a Hogwarts, non ho la bacchetta con me"
"Chiama la tua famiglia o i tuoi amici. Sono o no così fantastici e sempre presenti come dici?" domandò sarcasticamente la ragazza, prima di sparire tra la folla di persone davanti a loro.
Draco Malfoy era rimasto da solo.
Ancora.

***

La Grifondoro impiegò più di tre ore a trovare l'indirizzo che stava cercando, fermandosi prima per fare pranzo e poi per andare in bagno, ma alla fine l'aveva scovata.
La casa era piccola e graziosa, a metà tra la periferia e il centro di Dublino.
Era su due piani e in quello superiore erano presenti due balconi ornati da gerani e viole, che emanavano un profumo buonissimo.
Hermione suonò due volte il campanello: erano le tre del pomeriggio e ormai probabilmente la signora Wyson avrebbe dovuto essere sveglia.
Passarono pochi minuti e ancora nessun segno di vita.
Finalmente la strega, ormai senza speranze,  sentì dei passi leggeri provenire dall'interno della casa e un viso dolce comparve sulla soglia dell'abitazione: la donna avrà avuto intorno ai sessant'anni, aveva i capelli tinti di un rosso acceso e gli occhi verdi vispi e brillanti.
"Oh, tu devi essere Hermione Granger! Albus mi aveva avvisata del tuo arrivo"
"Si, sono io, è un piacere conoscerla Signora Wyson"
"Piacere mio cara e chiamami pure Annabelle" disse lei, facendo entrare la ragazza. "E il tuo amico? D-Draco mi sembra abbia detto il tuo professore o qualcosa del genere..."
"Draco Malfoy, esatto. Oh beh, lui non verrà... Ci sono stati dei piccoli cambiamenti durante il viaggio, ecco"
"Hm, capisco. Problemi di coppia?"
"C-c-cosa? No! Assolutamente no! Siamo solo... Conoscenti" rispose Hermione, le cui gote avevano assunto lo stesso colore dei capelli della signora Wyson.
"Perdonami, non intendevo offenderti o farmi gli affari tuoi. Solo che pensavo steste insieme, dato che Albus vi ha mandato da me con questa indicazione: "Sono due ragazzi particolari e orgogliosi, perciò litigheranno spesso, ma non temere. So che adempieranno perfettamente al loro compito". E se lo dice Silente, non posso che dargli ragione"
"Penso che questa volta abbia sbagliato. Non c'è proprio speranza per noi due" ammise la strega, abbassando gli occhi.
"Qual è il problema? È troppo testardo?"
"Sì, è insopportabile. É un Purosangue, perciò disprezza me e tutti coloro che hanno qualsiasi legame con il mondo babbano"
"Hm, vedo che buon sangue non mente. Ho conosciuto sua zia Bellatrix una volta: una donna davvero amabile" disse ironica Annabelle, sottolineando l'ultima parola. "Ma non penso sia colpa del tuo amico se ha questo caratteraccio: la famiglia Malfoy è conosciuta come una delle più tradizionaliste e detestabili famiglie di tutto il mondo magico. Chissà che cosa gli hanno insegnato i suoi genitori e quante gliene hanno fatte passare!"
"N-non lo so, ma spero nulla di troppo grave" mormorò la ragazza, passandosi una mano fra i capelli. "Posso farmi una doccia Annabelle? Sono un po' stanca"
"Certo, è al piano di sopra, prima porta a destra"
"Grazie mille" disse Hermione, per poi salire le scale e infilarsi sotto la doccia.
L'acqua calda le tolse via le tracce di mascara colato dagli occhi e alcuni pezzi di polline da capelli, mentre le parole taglienti di Malfoy continuavano a ronzarle in testa.
Sentiì due voci chiacchierare al piano di sotto, ma non se ne preoccupò più di tanto.
Probabilmente qualcuno era venuto a trovare la donna.
Dopo una ventina di minuti uscì dalla doccia, s'infilò l'accappatoio e si diresse verso il piano inferiore, per capire dove avrebbe dormito.
"Annabelle qual è la mia stanza?" chiese gentilmente.
"È subito accanto al bagno cara, asciugati con calma e rilassati. Ne hai bisogno"
"Grazie ancora"
Hermione tornò indietro ed entrò nella sua stanza, ma ad attenderla c'era un profumo che lei conosceva fin troppo bene.
Brandy.
Noci.
Mix spettacolare.
"No, non puoi essere ancora qui" esclamò la riccia, brandendo subito la bacchetta.
"Oh, buon pomeriggio anche a te Granger"

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