Buio

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"Non permetterò che ti venga torto neanche un capello, mamma. Troveremo un'altra soluzione".

Draco Malfoy era nella sua stanza, appoggiato con il palmo di una mano sul vetro freddo e appannato della sua stanza e con l'altro sul fianco sinistro.
Quella notte non aveva chiuso occhio: la sua testa non riusciva a non pensare alla sua Granger, ancora vittima di quella maledizione terribile, stesa senza conoscenza su un lettino, e contemporaneamente a sua madre, prigioniera di un destino che non meritava.
Bellatrix gli aveva fatto un bello scherzo, doveva ammetterlo: nonostante fosse morta, riusciva comunque a rovinargli la vita e a farlo pentire di qualsiasi sua scelta presa precedentemente.
"Draco, non c'è altro modo. Se non muoio, sarà la tua amica a farlo" disse, con aria triste, la donna dietro di lui.
Era distrutta: gli occhi erano contornati da occhiaie profonde e scure, rese ancora più vivide a causa della sua pelle chiarissima.
I suoi bei capelli lisci erano ormai un groviglio di nodi, senza la minima forma.
Si sentiva spossata e senza più forze per quella situazione.
Quello che però la faceva stare davvero male era vedere il suo unico figlio in quelle condizioni: diviso fra l'amore per la propria madre e quello per la donna che desiderava.
Il biondo stava cercando qualsiasi escamotage, una soluzione a quella situazione terribile e asfissiante ma, purtroppo, Narcissa sapeva che non c'era nulla da fare.
Sarebbe dovuta morire.
Era suo dovere farlo.
Non si sarebbe mai perdonata di causare altro dolore a suo figlio, lasciando morire una povera innocente, nonostante il suo sangue fosse marcio.
Draco l'amava e questo era ciò che contava per lei.
In questo caso non si sarebbe preoccupata di differenze di pelle, lingua o addirittura di nascita, come i nati babbani, ma si sarebbe limitata ad assecondare il desiderio di una vita migliore per il suo bambino.
Decise di prendere una boccata d'aria fresca, per schiarirsi meglio le idee e lasciare il ragazzo tranquillo per qualche tempo.
"Vado a fare due passi in giardino, Draco. Tu riposati un po', devi essere molto stanco" disse, avvicinandosi al biondo e lasciandogli un bacio veloce sulla fronte.
"Va bene"
"Ti voglio bene, figlio mio" continuò la donna, prima di avvolgersi nel suo mantello nero e sparire tra i corridoi della scuola.
"Anche io, mamma"

***

"Hermione e...Malfoy?! Insieme?!" chiese, quasi urlando, Ronald Weasley, tra un boccone di torta alla melassa e un altro.
"Hai capito la fanciulla. L'ho sempre detto che Herm sapeva il fatto suo, Harry" disse la rossa, mettendosi a ridere davanti alla faccia perplessa e arrabbiata del fratello.
Ron infatti aveva la bocca spalancata, a formare una perfetta O con le labbra, mentre la forchetta penzolava tra l'indice e il pollice della mano.
"Ragazzi, posso capire la novità, ma abbiamo problemi più gravi a cui pensare. Hermione non si sveglierà mai se prima non uccidiamo Narcissa Malfoy" disse, puntando gli occhi chiari in quelli dei suoi due amici, il ragazzo sopravvissuto.
"Lo so, Harry. Ma cosa vuoi fare? Non possiamo uccidere Narcissa, non ho intenzione di confondermi con un Mangiamorte. Lei è innocente, questo lo sai anche tu" rispose, a tono, Ginny.
"E lasciamo morire la nostra Hermione?" chiese, ancora più arrabbiato, Ron.
"Non so cosa fare. La maledizione l'ha lanciata Bellatrix, ma con la bacchetta di Narcissa. O salviamo lei o salviamo Hermione: la scelta non è delle più corrette, temo"
"Harry, cosa facciamo?" chiese l'amico, poggiando la forchetta e portando i palmi delle mani aperte sulle cosce.
"I-io...non ne ho idea. Voglio salvare Hermione, senza dubbio. Ma pensate a cosa direbbe lei se uccidessimo una innocente, per di più madre del suo quasi ragazzo, solo per salvare la sua vita"
"Ci odierebbe per il resto dei suoi giorni" concluse Ginny, accarezzandosi una ciocca di capelli con le dita.
"Sì, ma almeno sarebbe viva e vegeta per dimostrarcelo! E preferisco mille volte una Hermione viva e arrabbiata come una serpe piuttosto che una che ci ammira ma è immobile dentro a una cripta o chissà cosa!" urlò, esausto, il rosso, alzandosi in piedi con uno scatto che fece cadere la sedia sul pavimento, causando un forte baccano.
"Ron, ti prego, cerca di capire la situazione...lei non-"
"Non mi interessa cosa lei farebbe o no. Io rivoglio Hermione viva, con le buone o con le cattive" terminò il ragazzo, dirigendosi verso l'uscita.
"Dove pensi di andare?" chiese Ginny, avvicinandosi al fratello con uno sguardo minaccioso e infuriato.
"Da Malfoy. Lui deve risolvere questa situazione altrimenti, parola di Ronald Weasley, ucciderò sia lui che sia madre con le mie stesse mani!" esclamò, sbattendo poi la porta dell' aula.
Ginevra cercò di bloccarlo ma venne prontamente fermata dalla presa forte di Harry Potter, che la strinse in un abbraccio protettivo da dietro le spalle.
"Ginny, non ne vale la pena"
"Combinerà un disastro, me lo sento"
"Ha solo bisogno di sfogarsi: la storia di Hermione lo ha scosso parecchio. Lasciamogli il tempo che merita" disse il ragazzo, puntando lo sguardo sul paesaggio dietro alla finestra.

***

"Tu devi risolvere questa situazione Malfoy o giuro che non risponderò delle mie azioni!"
"Weasley, pensi che io mi stia divertendo?! La mia ragazza è sotto l'effetto di una maledizione mortale e l'unico modo per curarla è uccidere mia madre. Non è proprio una passeggiata di salute, lo capisci?" chiese Draco, massaggiandosi la parte superiore del naso con l'indice e il pollice.
"Ah, quindi ora è anche la tua ragazza? Non mi pareva che la reputassi nemmeno degna di uno sguardo fino a tre mesi fa!" continuò, imperterrito, Ron, mostrando una ruga di espressione sulla fronte.
A quel punto, Draco, fino a quel momento mantenutosi il più calmo e ragionevole possibile, perse totalmente le staffe: si voltò di scatto e con un movimento veloce intrappolò contro il muro Ron, puntandogli la bacchetta sulla giugulare.
"Ascolta Lenticchia, Weasley o come cazzo ti chiami, non so cosa tu voglia da me, ma io non ho assolutamente tempo da perdere. Amo Hermione e sto cercando di cambiare proprio per lei, iniziando con il non saltarti addosso in momenti come questo. Non mi sembri proprio la persona più giusta per giudicarmi, dato che quando hai avuto la possibilità di stare con lei, te la sei fatta sfuggire, preferendo a lei quella puttana della Brown. Ora, o taci e mi dai una mano, o giuro che, per Salazar, non rimarrà neanche un ciuffo di questa tua orribile chioma ros-".
Malfoy, una vena palpitante sul collo, non riuscì a terminare il discorso, preso alla sprovvista dall'arrivo di Blaise e del suo profumo nauseabondo sulla porta.
"Blaise, non è proprio il momento"
"Draco, è successa una cosa terribile" disse il ragazzo, con la fronte imperlata di sudore e gli occhi leggermente lucidi.
"Cosa? Hermione sta bene?" chiese lui, spaventato dal viso paonazzo dell'amico.
"S-sì, la Granger dorme ancora"
"E allora cosa è successo?"
"Nar... Tua madre, Draco" sussurrò Zabini, cercando di regolare il suo respiro affannato.
"Mia madre? Cosa è successo a mia madre, Blaise?!"
"L-lei...lei è morta, Draco. Mi dispiace" disse l'amico, abbassando gli occhi e stringendo saldamente la maniglia della porta.
Draco, in un attimo, non sentì più alcun rumore, se non quello ovattato del suo battito, e l'ultima cosa che vide fu il volto di Blaise, diventare man mano sempre più iridescente.
Dopodiché, il buio.

Epidemic love Where stories live. Discover now