La donna che mi cambiò la vita

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La prima cosa che Draco riuscì a riconoscere fu il volto magro e stanco della Professoressa McGranitt e, accanto a lei, quello segnato dalle rughe di Albus Silente.
Entrambi stavano bisbigliando velocemente, guardandosi negli occhi e massaggiandosi di tanto in tanto la fronte ampia.
La stanza era quasi tutta al buio, illuminata solo da una lampada ad olio poggiata sul comodino e dalla luce soffusa della luna fuori dalla finestra.
Continuando a sbattere le palpebre per ritrovare una buona vista, la testa del biondo, ripensando in un lampo al discorso di poco prima, venne percorsa da un potente attacco di emicrania che gli fece emettere un debole lamento.

Sua madre era morta.

Non sapeva come, quando o in che modo e sinceramente non gliene importava nulla in quel momento.
Il solo pensiero di non poterle più rivolgere la parola, di non poterla più abbracciare e di non poter sentire il suo profumo lo gettava in uno stato di profonda angoscia e solitudine.
Era incazzato con il mondo: avrebbe voluto uccidere con le sue mani Voldemort, i Mangiamorte, Ronald Weasley, suo padre ma, più di ogni altro, avrebbe voluto avere la forza di uccidere se stesso.
Ancora, nell'arco di pochissimo tempo, non era riuscito a proteggere una delle persone più importanti della sua vita: sua madre, colei che lo aveva messo al mondo e cresciuto, senza badare ai troppi piani malvagi di quel codardo e stronzo di suo padre.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse che gli occhi limpidi di Silente lo stavano scrutando, rivolgendogli un triste sorriso.
"Ti sei svegliato, finalmente" disse l'anziano uomo.
"S-sì"
"Come ti senti?" chiese la McGranitt, voltandosi nella sua direzione.
"Sto bene, credo. Ho solo un po' di mal di testa, nulla di grave. Che ore sono?" chiese il ragazzo, indicando la finestra davanti a sé.
"Quasi le quattro del mattino. Hai dormito per tutta la giornata: hai avuto uno shock e sei svenuto"
"Le quattro del mattino? Ho dormito quasi venti ore! - disse il biondo, alzandosi e poggiando la schiena contro la parete fredda e ruvida - Mia madre? Dov'è?"
"Il suo corpo è stato portato via da suo padre, Signor Malfoy. Lucius ci ha raggiunto verso le sei del pomeriggio e ha portato con sé le spoglie di Narcissa Malfoy"
Draco strinse i pugni con forza, digrignando i denti e facendoli sfregare tra di loro.
"M-mio padre non ha il diritto di prenderla! Dovevate fermarlo o ucciderlo, qualsiasi cosa sarebbe stata meglio che lasciargli mia madre"
"Lo sai bene che non avremmo mai fatto una cosa del genere: non è da noi" disse Minerva, poggiando una mano sull'altra.
"Già, voi Grifondoro e la vostra smania di gentilezza. Quanto siete patetici..."
"Draco, basta così. - disse Silente, alzandosi in piedi e iniziando a incamminarsi verso l'uscita - So quanto volessi bene a tua madre e quanto sei arrabbiato in questo momento, ma nessuno di noi ha colpe. È stata la volontà di tua mamma a spingerla a togliersi la vita"
"Cosa intende?"
"Prima di morire, ha scritto una lettera che ti consiglio di leggere: capirai molte cose, te lo assicuro" disse il mago, appoggiando la lettera sul lettino di Draco e uscendo dalla stanza insieme alla McGranitt, lasciando il ragazzo nel silenzio più completo.

***

"Caro Draco,
Non so se sarai il primo a leggere questa lettera o se mai ne verrai a conoscenza, ma confido nella rinomata bontà di Albus Silente e degli studenti di Hogwarts. Non sono mai stata un'ottima madre, lo riconosco: ho dato prova di cattiveria ed egoismo molte volte, per seguire gli ideali di qualcosa che era più grande sia di me che di tuo padre.
Voldemort ha condizionato fin da quando ero giovane e ingenua la mia vita e non voglia che faccia lo stesso con te: ti ho osservato, negli ultimi giorni e ho riscoperto nell'amore che provi per la Mezzosangue Hermione Granger quello che provavo e, nonostante tutto, provo ancora, per tuo padre.
Quella ragazza, nonostante il suo sangue sporco, ti sta aiutando a cambiare e a renderti l'uomo meraviglioso che ho sempre desiderato che fossi.
Vivi la tua vita, Draco, senza alcun rimorso o pentimento.
Quello che voglio fare è una mia scelta e tu non devi prenderti la colpa di questo mio gesto.
Ridi, viaggia e soprattutto ama: sono le uniche cose che riusciranno a renderti davvero felice.
Sono fiera di te, figlio mio: non cambiare mai.
Ti amo,
- Mamma"

Draco lesse più e più volte quella lettera, soffermandosi su ogni singola parola e cercando di non far uscire delle lacrime dai suoi occhi argentati.
Sua madre si era sacrificata per salvare Hermione.
Sua madre si era sacrificata per renderlo libero e per fargli vivere la sua vita in pace.
Camminò su e giù per la stanza per quelle che a Draco sembrarono ore, ripensando a quando l'aveva lasciata andare in giardino senza nemmeno considerarla.
Quanto era stato stupido e meschino.
Dopo qualche secondo la porta della sua stanza scricchiolò, emettendo un suono stridulo e acuto.
"Chiunque sia, non me ne frega un cazzo! Lasciatemi in pace" urlò il biondo, lasciandosi la porta alle spalle e cercando di mantenere la calma.
"D-Draco?" chiese una vocina femminile, dal tono dolce e sicuro.
Quella voce.
Malfoy la riconobbe in un attimo, senza il minimo dubbio: non appena si voltò, vide indistintamente un faccino sveglio e un paio di occhi dorati fare capolino dalla porta, insieme ad una cascata di ricci dello stesso colore della cioccolata.
"Grang...Hermione? Sei proprio tu?"
"Sì, appena svegliata da una dormita un po' troppo lunga..." disse la ragazza, azzardando un sorriso e mostrando anche il resto del corpo, avvolto da una felpa scura e un paio di pantaloni troppo larghi per i suoi fianchi stretti.
Draco si avvicinò a lei, velocemente, fino a ritrovarsi a pochi centimetri dal suo viso: nonostante i giorni di coma, il suo profumo era rimasto uguale e anche i suoi occhi erano gli stessi, solo contornati da qualche occhiaia scura.
"T-tu sei...la maledizione...la cura ha...mia madre..."
Draco non riusciva a dire una parola, troppo emozionato dal vedere la sua ragazza finalmente viva e allo stesso tempo scosso ancora dalla morte prematura della madre.
"Sì, la cura ha funzionato, ma ho saputo di tua mamma. Mi dispiace, io non aveva idea ch-"
"Non parlare, amore, non parlare. Ti amo" sussurò il biondo, gettandosi ai suoi piedi, trascinandola sul pavimento, e affondando la testa nel suo seno morbido.
Hermione, commossa da quel gesto così dolce, iniziò ad accarezzargli i capelli e lo lasciò sfogare, ascoltando i suoi lamenti tristi e asciugandogli di tanto in tanto le lacrime che sentiva bagnarle il petto.
"Ti amo anche io, Malfoy" mormorò lei, terminando quella frase che aveva causato, qualche giorno prima, tutto quel disastro.
Da quel momento in poi sarebbero stati felici, era una promessa.

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