Seconda possibilità

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Cielo grigio e una fine pioggerella impercettibile.
Bristol era proprio come Hermione se la ricordava, forse solo con qualche palazzo e grattacielo in più.
Quando andava durante l'estate dai suoi nonni in quella cittadina sul fiume Avon, aveva circa cinque anni e i capelli legati in due trecce ordinate.
"È rimasta proprio uguale...incredibile" sospirò Hermione tra sé e sé, osservando la via principale.
"Hm...possiamo muoverci o dobbiamo rimanere qui a fissare il pavimento ancora per molto?" chiese sarcastico Draco, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
Hermione sbuffò, ma alla fine decise di lasciar correre: non aveva tempo da perdere, soprattutto per litigare con un imbecille come Malfoy.
"Allora, dobbiamo scegliere tra un famoso hotel in centro o una villetta verso la campagna, ma é abbastanza lontana da qua" disse la ragazza.
"Io opterei per l'hotel: chissà in che condizioni terribili sarà una villa che appartiene a degli sporchi babbani"
"Oh, vedi di tacere Malfoy! Altrimenti ti mollo qua senza bacchetta e cibo a morire, okay?"
Draco, visibilmente scosso dal tono irriverente di Hermione, digrignò i denti e strinse i pugni.
"Prova a parlarmi un' altra volta in questo modo e ti giuro che ti faccio fuori anche senza l'ausilio di una bacchetta magica, chiaro Mezzosangue?" sputò il mago.
"Allora vedi di abbassare anche tu i toni Mangiamorte, okay?"
"Stron..."
"Zitto! Andiamo all'hotel allora, anche io preferisco perché siamo più vicini alla biblioteca. Silente mi ha consigliato  il Bristol Marriott Royal Hotel: ha detto che il servizio è ottimo e che è abbastanza comodo"
"Allora andiamo: non ne posso più di stare in piedi"
***
A causa della pioggia non si vedeva molto, ma la facciata dell'hotel sembrava davvero meravigliosa: due scale laterali permettevano di raggiungere il portone principale.
All'interno la sala principale era ancora meglio: un grande lampadario illuminava il salone, arredato con mobili antichi e poltrone in tessuto color verde muschio.
"Buonasera Signori, posso esservi d'aiuto?" chiese una voce gentile alle loro spalle.
"Oh, salve! Mi scusi, ero rimasta incantata dalla bellezza di questo salone" precisò Hermione, mostrando un grande sorriso alla signora dietro al bancone.
"La capisco, è davvero un gioiello questo hotel! Comunque, con chi ho il piacere di parlare?"
"G-giusto, io sono Hermione Granger e ho prenotato due stanze a mio nome"
"Allora...Granger, Granger...ah eccola! Si, l'ho trovata! Prego, seguitemi. Le due stanze sono comunicanti, in modo tale che possiate raggiungervi in qualsiasi momento altrimenti potete chiudere la porta"
"Grazie mille Signora"
"Chiamami pure Maggie cara"
"Okay...Maggie" disse Hermione imbarazzata.
"Eccoci qua, queste sono le vostre chiavi. Tra un'ora serviremo la cena. Buon soggiorno!"
"Grazie ancora!" Sorrise la strega, prima di entrare nella sua stanza.
Le pareti era color acquamarina, mentre le tende e l'arredo erano tendenti all'oro e al bianco.
Un enorme letto a baldacchino era posizionato al lato sinistro della stanza, mentre nel lato opposto si apriva un meraviglioso balcone con la vista sul fiume e sul centro.
"È davvero meravigliosa" bisbigliò Hermione, prima di sedersi sul letto.
"Colori terrificanti, mobili vecchi e puzza di chiuso: proprio meraviglioso, hai ragione" sputò Draco, nell'altra stanza.
"Ma smettila, è davvero stupenda. Non apprezzi mai nulla tu, sei davvero un viziato!"
"Non sono viziato, sono solo obiettivo. E obiettivamente questo posto è una merda! Per non parlare di quella che ci ha accompagnati fino qui: ma che cavolo aveva, una paresi alla faccia? Non ha smesso un secondo di ridere!"
"No Draco, non ha una paresi. Si chiama solo gentilezza, ma so che per te questa parola non esiste, quindi posso capirti" disse sarcastica Hermione, iniziando a disfare la valigia.
"Molto simpatica Mezzosangue, davvero. Potresti fare quasi concorrenza a pel di carota" continuò lui, alzando gli occhi al cielo.
"Non parlare di Ron in questo modo! Non lo conosci nemmeno!"
"Oh, vedo che ho toccato un tasto dolente, non è vero?"
"No, semplicemente non sopporto le persone che giudicano senza nemmeno conoscere"
"Allora dovresti starti sui coglioni da sola, lo sai?" disse ghignando Draco.
"C-come ti permetti scusa?"
"Beh, tu, Potter e tutto il tuo gruppetto giudicate noi Serpeverde e prendete per principio il fatto che siamo degli stronzi. Ma non sempre é così, lo sai?"
Hermione rimase spiazzata: non si aspettava una risposta del genere, tantomeno da Malfoy.
Però anche questa volta il suo spirito Grifondoro prevalse.
"Ah no? E allora perché sono sempre i Serpeverde ad attaccare briga a scuola? E perché quasi tutti i Serpeverde sono Mangiamorte? Non penso siano tutte coincidenze"
"A volte non hai scelta: se ti dicessero che il più grande mago di magia nera di tutti i tempi ucciderà la tua famiglia se non fai ciò che vuole, tu cosa faresti?"
"C'è sempre un'altra scelta" disse Hermione, abbassando gli occhi.
"No, non sempre. Questo è quello che pensate voi schifosi Grifondoro! La vita non sempre va come vorremmo e a volte bisogna fare cose che non avremmo mai pensato! Io non vi capisco e non vi sopporto: quello che vi contraddistingue non è il coraggio, ma bensì la stupidità"
"Saremo anche stupidi, ma almeno noi ci proviamo! Noi cerchiamo sempre un'altra possibilità e non siamo deboli come voi"
"Vedi di tacere okay? Cosa ne sai di noi, tu? Tu, che hai sempre vissuto in una famiglia dove tutti ti apprezzano e non ti fanno nulla quando sbagli, soprattutto se sei un bambino!"
"P-perché? Cosa ti facevano?" chiese Hermione, con gli occhi puntati in quelli di Draco.
Dopo un attimo di silenzio, quest'ultimo continuò.
"Nulla che ti riguardi. E ora prepariamoci per la cena: non ho intenzione di morire di fame".

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