Sogno o son desto

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"Draco, aspetta..." mormorò Hermione, tra le labbra del mago dai capelli argentati, ansimando.
Malfoy stava esagerando, iniziando a toccarla con troppo impeto e a tirarle i capelli morbidi, provocandole molto dolore.
"Draco...mi stai facendo male" continuò la strega, iniziando ad allontanarlo da sé e a scostare il volto, cercando una scappatoia da quei baci pieni di rabbia e bramosia.
Malfoy sembrava come posseduto da uno spirito maligno: le sue mani non sfioravano più la pelle della ragazza, ma la graffiavano; le sue labbra non erano più morbide e calde, ma ruvide e sanguinanti; i suoi occhi cerulei non erano più dolci, ma spenti e fissi in quelli dorati di Hermione.
"Malfoy, se non la smetti dovrò usare la magia e ti assicuro che non ti piacerà" disse ironizzando.
"Ah, mia ingenua Mezzosangue, davvero credi di potermi battere? Sono molto più forte di te e non ti basterà una semplice bacchetta magica per annientarmi. Tra poco tempo giungerà la tua fine e il mondo si libererà di un altro sporco essere ripugnante"
"C-cosa stai dicendo Malfoy?" chiede la ragazza, visibilmente scossa.
"Oh, lo scoprirai. Ma non ti preoccupare, non sarai sola: ci saranno con te anche la tua famiglia, i tuoi amici e tutti coloro che ami di più. Sai, a volte basta così poco per uccidervi tutti, che è molto più divertente farvi soffrire e togliervi la vita uno ad uno: ora è Ginny quella in pericolo e tu non potrai fare nulla per salvarla. E il prossimo chi sarà?" continuò il demone che aveva preso le sembianze della Serpe, prima di cominciare a strapparle i vestiti di dosso con foga.
"No! No! No! Aiuto! Draco! DRACO!"

"Granger?! Ehi Granger, che succede?" chiese Draco, seduto accanto a lei.
Hermione si risvegliò, stesa sul letto del ragazzo e con la fronte imperlata di sudore. I suoi occhi erano pieni di paura e orrore e il suo corpo tremava ancora, al pensiero di quel sogno terrificante.
"Era solo un sogno..." Sospirò tra sé e sé la riccia, prima di richiudere di nuovo velocemente gli occhi e espirare a pieni polmoni.
"Granger, mi spieghi cosa sta succedendo? Perché hai urlato come una pazza? Per un attimo mi sei sembrata una di quelle vecchie banshee di cui leggevo le storie da bambino"
"Scusami Malfoy, ho fatto un incubo, ma preferirei non parlarne ora: non riuscirei a non ricominciare a tremare. Ma, perché sono in questa stanza?"
"Quando sono andato ad aprire la porta a Charles ti sei addormentata sul mio letto, quindi per non svegliarti ti ho lasciata dormire qui"
"Malfoy gentile con me: questa me la devo segnare e ne parlerò ai miei figli in futuro. È un evento più unico che raro!" disse Hermione, riprendendo un po' di colorito in viso e sfoggiando uno dei suoi sorrisi più sinceri.
"Quanto sei stupida Granger..." mormorò Draco, accennando un sorriso.
"Ma, sei io ho dormito nel tuo letto, tu dove sei stato?"
"Sulla poltrona: non è il massimo, ma meglio di niente. O almeno, meglio di dormire con te vicino"
"Perché? Perché sono una "mezzosangue"?"
"Ma che Mezzosangue, solo perché russi come un cinghiale! Fidati, non è una bella sensazione risvegliarsi con un cinghiale accanto" rispose Malfoy.
Hermione fulminò Draco con uno sguardo, ma dopo poco tempo entrambi scoppiarono in una sonora risata.
"Malfoy, da quanto tempo non ridevi così?"
"Tanto, troppo tempo. Tu?"
"Anche. Mi mancava"
"Eppure, essendo una Grifondoro, dovresti sempre avere il sorriso sulle labbra. Almeno, questo è ciò che dicono i miei compagni"
"Malfoy, guarda che la caratteristica principale dei Grifondoro è il coraggio, non l'essere rincoglioniti" disse Hermione, continuando a ridere.
"Ah no? Pensavo di sì, conoscendoti"
"No, mi spiace, credo tu ti stia confondendo con i Serpeverde. Loro sì che sono rincoglioniti: uno in particolare, credo si chiami... Draco Malfoy"
"Granger, non ti conviene provocarmi in questo modo, lo sai vero?"
"Perché? Questo Draco é forse tuo amico? Se sì, me lo presenteresti? Vorrei tanto conoscere lui e il suo sorriso ebete"
"Te la sei cercata Granger" disse Draco, prima di prenderla sulle spalle di peso e portarla sul balcone a testa in giù.
"Draco, mettimi subito giù! È un ordine" strillò la strega, iniziando a muovere i piedi per aria.
"No, prima me la devi pagare" rispose lui, tirando fuori dalla tasca la bacchetta magica di Hermione iniziando a farla ondeggiare al di là del balcone.
"Non oseresti..."
"Oh, sì che oserei. A quel punto saremmo entrambi senza bacchetta, perciò non potresti nulla contro di me"
"Malfoy, non fare lo stupido. Ridammi la bacchetta" ordinò Hermione, avvicinandosi a lui con cautela.
"Rimangiati ciò che hai detto sui Serpeverde"
"Non ci penso neanche. E poi stavo scherzando, si chiama ironia Malfoy"
"Rimangiatelo o giuro che butto giù la bacchetta"
"Oh, e va bene. I Serpeverde non sono ebeti. Ora ridammela"
"E chi soprattutto non lo è?" chiese maliziosamente il ragazzo.
"Tu. Ora smettila"
Draco allontanò ancora di più la bacchetta, facendo in modo che la strega si avvicinasse a lui.
"Allora Granger, se non sono ebete, che cosa sono?"
"C-C-Cosa?"
"Rispondi e ti ridò la bacchetta, è una promessa"
"Sei...sei...non so cosa sei Malfoy, possiamo smetterla con questa buffonata?"
"No. Rispond Granger"
"Uff. Sei uno stronzo, freddo e manipolatore mago del cazzo, ma..." disse Hermione, bloccandosi.
"Ma?" chiese ancora Draco, avvicinandola a sé.
"Ma sei anche simpatico. E gentile, qualche volta. E affascinan..." terminò la ragazza, prima di coprirsi la bocca con una mano.
Basta Hermione, stai zitta.
"Ah, quindi mi trovi affascinante"
"Assolutamente no. Hai capito male Malfoy"
"Oh, non penso proprio. Ma sai qual è la cosa divertente Granger?" chiese lui, prendendole una ciocca di capelli fra le dita affusolate.
"Cosa?"
"Che ti trovo estremamente bella anche io" disse Draco, prima di poggiare le sue labbra su quelle della Granger.
Hermione inizialmente sorpresa, dopo poco si lasciò andare alla dolcezza di quel bacio: puro, tenero e liberatorio.
Le labbra di Draco erano calde e morbide, totalmente diverse da quelle del sogno di quella sera.
Questa volta, ne era convinta, anche se si sentiva come in un altro universo, non stava sognando.

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