Torna da me

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"Granger..." sospirò il mago, tra le labbra soffici della Grifondoro, che però non sembrò dargli ascolto, avvolta dalla passione di quel bacio improvviso ed estremamente soddisfacente.
Hermione non aveva mai provato una tale sensazione di pienezza e di felicità, nemmeno quando aveva pensato per un attimo che i suoi sentimenti per Ronald Weasley fossero ricambiati davvero.
Era purtroppo stata una situazione passeggera, perché lo aveva trovato stretto fra le braccia di Lavanda Brown pochi giorni dopo e, in preda al panico e alle lacrime, era scappata nel suo dormitorio e aveva fatto in modo che Ginny riferisse che non voleva avere a che fare con i suoi amici per un po' di tempo.
Piano piano stava recuperando il suo rapporto con l'amico, anche se con parecchia difficoltà da parte di entrambi, e i suoi sentimenti stavano svanendo, trasformati in una forte corazza per preservarla da dispiaceri futuri e per renderla una Grifondoro ancora più coraggiosa di quanto già non fosse.
Ma il ragazzo che aveva di fronte adesso e i suoi occhi cristallini, così profondi e pieni di odio per il mondo che lo aveva fatto soffrire, le ricordavano quello che lei stava provando: si sentiva estremamente legata a Malfoy, alla sua condizione e al suo stato d'animo. Erano entrambi arrabbiati, delusi e sopraffatti dal desiderio di possedere qualcuno che li rendesse finalmente felici, finalmente amati.
"Granger, non vorrei sembrare un guastafeste ma c'è una cosa che dovresti vedere..." disse Draco, suggerendo poi alla ragazza di voltarsi.
Sull'altro lato della terrazza era posato uno splendido esemplare di gufo reale, con due occhi dalle grandi iridi giallo-arancio, sormontati da lunghi ciuffi di penne. Il piumaggio era giallo brunastro con striature fitte e scure e nel becco reggeva una lettera, destinata ad Hermione.
"Di chi è questo pennuto?" chiese il ragazzo, guardando disgustato il volatile davanti a loro.
"È un gufo Malfoy, sii gentile. Penso sia di Hogwarts, mi ricordo di averlo visto nella Guferia della scuola qualche tempo fa" rispose la strega, avvicinandosi all'animale e togliendogli delicatamente la lettera dal becco, per poi accarezzargli il piumaggio.
"Okay, ora basta flirtare con il tuo amico gufo, possiamo aprire la busta e capire chi ci cerca e perché?" chiese stufo Draco.
La Granger alzò gli occhi al cielo e sbuffò ma subito dopo si sedette sul letto e aprì la busta.
Draco si mise in piedi davanti a lei, aspettando che la strega leggesse.
" Cara Hermione,
spero che il tuo viaggio stia andando per il meglio, nonostante la difficoltà della missione che ti abbiamo assegnato. Purtroppo ti scrivo per darti brutte notizie: le condizioni fisiche della Sig.na Weasley peggiorano di giorno in giorno, tanto che ormai non è in grado di muovere entrambi gli arti inferiori. Il suo respiro alle volte è estremamente irregolare ma, grazie alle cure di Madama Chips e di alcuni bravi guaritori, riusciamo sempre a stabilizzarlo dopo poco tempo. Questa pero' non è l'unica brutta notizia purtroppo: durante una partita di Quidditch il suo amico Ronald Weasley è stato colpito dal raggio verde di un Mangiamorte, di cui ci siamo accorti troppo tardi, che ha causato la comparsa della malattia Smaragdus Oculus. Ora il signorino è insieme alla sorella nell'infermeria di Hogwarts ma, più volte al giorno, pronuncia il suo nome e desidera averla accanto. Ti scrivo quindi per chiederti di tornare qualche giorno ad Hogwarts mia cara, per cercare di calmare il tuo amico: il Signorino Draco Malfoy continuerà le ricerche al posto tuo ma da casa, attraverso un incantesimo di reclusione, in modo tale che non possa scappare o essere sorpreso da attacchi nemici.
Spero di ricevere al più presto una tua lettera e di rivederti.
Con affetto,
Minerva McGranitt."

Quando terminò la lettura, Hermione Granger era in lacrime e si stava mordendo il labbro inferiore con foga, fino a causarne il sanguinamento.
"Beh? Cosa c'è scritto in questa fottuta lettera?" chiese Malfoy, prima di osservare il volto della ragazza coprirsi di lacrime e tristezza.
"Granger, ci sono problemi?" chiese di nuovo, questa volta con più dolcezza.
"G-Ginny...R-Ron...M-Mangiamorte..." furono le uniche parole che la ragazza riuscì a pronunciare, prima di scoppiare nuovamente in un pianto disperato.
Draco strappò la lettera dalle mani di Hermione e la lesse con foga, prima di accartocciarla e lanciarla lontano.
"Tu non hai veramente intenzione di fare quello che ti ha detto quella vecchia del cazzo, vero?" chiese con rabbia Malfoy, senza però ottenere una risposta.
"Granger, rispondimi cazzo! Tu non mi puoi rinchiudere qui da solo per non so quanti giorni solo perché Lenticchia si comporta da femminuccia!" gridò iracondo il ragazzo, tanto che la vena del collo sembrava quasi stesse per scoppiare.
"Non chiamare Ron in quel modo Malfoy! Hai letto cosa gli hanno fatto! Io devo andare da lui e Ginny, per vedere come stanno loro e gli altri ragazzi di Hogwarts" dichiarò la strega, senza però guardarlo negli occhi.
"No Granger, no! Non sei mica una guaritrice o un'insegnante! Non mi puoi fare questo!"
"Draco non ho altra scelta, lo capisci vero?" urlò questa volta Hermione, alzandosi in piedi e guardando negli occhi il mago davanti a lei.
I suoi occhi erano spenti, la fiamma che li aveva sempre contraddistinti non c'era più, rimpiazzata da molte lacrime: era disperata e preoccupata per i suoi amici, ma Draco non riusciva a capire i suoi sentimenti e non faceva che peggiorare la situazione, urlandole contro e insultandola.
"Granger, se te vai da questa stanza il nostro rapporto cambierà di nuovo: io tornerò ad essere lo stronzo, egoista e manipolatore di un tempo e tu la so-tutto-io acida e orgogliosa di sempre e ricominceremo ad odiarci. Ti prego, non te ne andare"
Hermione a quelle parole perse un battito, ma sapeva bene qual era la cosa giusta da fare: doveva andare a Hogwarts per aiutare i suoi amici.
"Mi dispiace Draco. Non starò via per molto, solo qualche giorno: il nostro legame non deve per forza spezzarsi di nuovo"
"Si invece. Ora sono di nuovo da solo, come sempre: sono stato un coglione ad illudermi di avere trovato qualcuno che volesse davvero starmi accanto"
"Draco tu non sei solo! Devo solo andare via per poco tempo, non ti lascio qui per sempre"
"Già, queste parole mi suonano familiari" rispose freddo Malfoy, passandosi le mani sulla fronte aggrottata e alludendo ad eventi passati.
"Mi dispiace Malfoy, io devo andare da loro: sono la mia famiglia" disse Hermione, prima di andare in balcone e chiudere a chiave la finestra.
"Granger, non farlo! Cazzo, Mezzosangue, torna indietro!"
Quelle parole arrivarono come lame al cuore della strega, che però rimase concentrata e impassibile, pronunciando l'incantesimo di prigionia, mentre il ragazzo rimase immobile a guardarla scappare da lui.
Poi la Grifondoro, avvicinandosi al vetro della finestra, guardò Draco e sussurrò imbarazzata "Torno, te lo prometto", prima di smaterializzarsi nell'aria fredda di Bristol. 

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