epilogo (parte III)

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Un Anno Dopo

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"Non muoverti." Sussurrò Ashton in un mio orecchio mentre mi posava le mani sui fianchi da dietro. Io ero in cucina dove stavo preparando la cena.

"Ashton-" Iniziai a dire, ma mi fermai quando le sue mani si spostarono sulla mia schiena, slegando velocemente il nodo del mio grembiule.

"Come i vecchi tempi." Ridacchiò. Mi voltai e scossi la testa, un grande sorriso sul mio viso. Dopo qualche secondo sentimmo la risatina di Clary e le sue urla.

"Ashton, per favore, stai attento, per l'amor di dio." Sospirai mentre lui correva in corridoio con Clary sulle sue spalle, le sue braccine strette intorno al collo di lui.

"Non farò cadere nostra figlia." Urlò lui e io potevo sentire le loro risate.

"Per favore stai attento e stai attento anche a Bob!" Dissi. Un secondo dopo suonò il campanello e Ashton tornò indietro con Clary ancora sulle sue spalle.

"Rispondo io." Mi sorrise. Fece scendere Clary e la lanciò sul divano, facendola urlare e ridere di più.

"Ashton, l'hai seriamente lanciata-"

"Sul divano, Scarlett." Rispose. Prima ancora che raggiungesse la porta questa si spalancò ed entrò Luke.

"Hey ragazzi." Disse prima di andare verso Clary che stava saltando sul divano, la afferrò e la strinse tra le braccia.

"Lukey!" Lo salutò lei, circondando le braccia intorno al suo collo. Tra Ashton, Calum, Luke e anche mio fratello Scottie (che veniva sempre da noi e si fermava anche per cena) i piedi di Clary toccavano raramente terra perché era sempre sulle spalle di qualcuno.

"Che succede, principessa?" Chiese Luke mentre le punzecchiava il naso.

"Lukey, non fare così." Si lamentò lei, colpendolo sul naso.

"Ouch Clary, penso che tu l'abbia rotto." La prese in giro mentre la rimetteva sul divano. Lei saltò giù e corse via, solo per ritornare un attimo dopo con il suo gattino.

"Bob voleva dire ciao." Disse mentre abbracciava Bob, il suo gattino grigio, probabilmente stritolandolo.

"Perché non lasci respirare Bob?" Suggerì Ashton mentre si abbassava per liberare il gatto. L'aveva ricevuto qualche giorno fa come regalo anticipato di Natale e aveva scelto lei il nome. Bob era una femmina.

"Dov'è Calum?" Chiese Clary a Luke.

"Proprio qui." Calum ridacchiò mentre entrava.

"Calum, guarda il mio gattino!" Esclamò lei, prendendo di nuovo il gatto e correndo verso Calum, lanciandogli il gatto, che fortunatamente lui afferrò al volo.

"E' carino, come si chiama?"

"Bob, ma è una femmina." Rispose lei, rendendo Calum confuso. Mentre lei continuava a mostrare il suo gatto ai nostri ospiti, Ashton tornò in cucina.

"Stai bene?" Chiesi, sistemandogli i capelli disordinati.

"Si, sai, è il primo Natale con la mia famiglia, ma il mio senza mio fratello." Fece spallucce. Io posai le mani sulle sue braccia, accarezzandole e confortandolo.

"Mi dis-"

"Non scusarti. Sono felice di avere te." Scosse la testa. Io guardai oltre lui e vidi Clary occupata con Luke e Calum, quindi mi allungai per dargli un bacio.

"Ti amo." Mormorai.

"Cazzo, anche io." Ridacchiò, usando il nostro vecchio scherzo. Lo colpì con lo strofinaccio con un sorriso sul viso. Era cambiato un sacco in questi anni e sapevo che le cose sarebbero ancora cambiate, era così che doveva essere.

E ogni giorno ero grata per la mia decisione. Ero stata benedetta con una figlia incredibile e, sinceramente, credevo che senza di lei io e Ashton non saremmo andati avanti. Non potevo credere a quanto ero fortunata di avere lui e lei, insieme a Luke e Calum.

Anche se alcune cose erano cambiate, altre no. Pensai a quanto avevamo fatto e quanto ancora avremmo fatto ed ero felice di avere Ashton.

"Ricordi quella parola che avevi usato per descrivermi una volta? Per qualche ragione è una delle poche cose che ricordo di quando eravamo amici." Iniziai a dire.

"Quale?" Chiese.

"Uh... ambiva qualcosa."

"Si, ambivalenza. E' così che mi facevi sentire. Mi rendevi davvero frustrato. Avevo sempre sentimenti contrastanti riguardo te e mi hai causato un sacco di guai, sai?" Mi prese in giro.

"Potrei dire lo stesso di te!" Esclamai. "Mi seguivi in giro e mi infastidivi a lavoro e poi dicevi le cose più pervertite-"

"Eppure eccoci qui." Disse. Io sospirai e mi guardai intorno, vedendo nostra figlia che giocava con il suo gattino. Pensai a quello che avevamo superato.

"Sai" aggiunse "ti devo ancora un vero matrimonio." Mormorò, le sue mani sulla mia vita mentre mi stringeva.

"Magari." Feci spallucce. Lui ghignò e rimanemmo così per un po'. Alla fine arrivò la mia famiglia e noi lasciammo la cucina per essere dei buoni padroni di casa. Ashton parlò del suo lavoro, del suo ufficio al dipartimento di polizia dove aiutava ad analizzare attività legate alla droga. Io li annoiai con il mio di lavoro da infermiera, quello che avevo sempre voluto fare.

Alla fine era andato tutto bene. Nonostante Ashton avesse passato del tempo in prigione e la morte di suo fratello, c'è l'avevamo fatta. Avevamo Clary e noi stessi e i nostri amici e familiari. Eravamo fortunati. Avevamo trovato la felicità in tutte queste cos e l'uno nell'altra.

The End

A/N: E anche questa storia è finita. Come al solito voglio ringraziarvi, perchè anche se le storie non sono mie, mi impegno molto a tradurle e mi fa un sacco piacere che possiate leggerle e apprezzarle e amarle tanto quanto l'ho fatto io. Sopprattutto dobbiamo tutti ringraziare chi scrive le storie che traduco, perchè senza di loro non avremmo queste meraviglie.

Detto questo, vi ricordo di passare a leggere le altre mie traduzioni, se già non lo fate. Trovate tutto sul mio profilo. E, niente, ci vediamo alla prossima storia tradotta (che non tarderà ad arrivare).

Baci, Marta

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now