eight

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"Maledizione, Scarlett! Smettila di discutere con me!" Urlò Luke mentre colpiva il volante con il pugno.

Stava andando oltre il limite di velocità e stava diluviando. Io ero bagnata dalla testa ai piedi per colpa della pioggia, anche se il mio viso era bagnato soprattutto per le lacrime.

"Luke, mi dispiace!" Piagnucolai, continuando a supplicarlo. "Luke, ti prego, non lo farò di nuovo."

"Questo non ti farà male, Scar." Disse con tono più soffice. "E' solo una settimana, questo è tutto, ne hai bisogno. Sarà ristorativo."

"Non ne ho bisogno, Luke. Giuro che non volevo farlo, quella era la prima volta da quando sono tornata a casa sei mesi fa, sto meglio adesso, non succederà di nuovo!"

"Non correrò il rischio." Luke scosse la testa.

"Luke-"

"Scarlett. Ti prego." Mi supplicò e sembrava disperato. Cadde il silenzio tra di noi, l'unico suono era il rumore del motore e la pioggia.

"Va bene, ma solo una settimana, maledizione. E rallenta, cazzo." Mi asciugai il mascara dalle guance.

"Grazie." Sospirò, allontanando il piede dall'acceleratore per rallentare.

"Mi dispiace." Mi scusai di nuovo, sentendo che gli dovevo molte scuse. Aveva fatto così tanto nei mesi passati per evitare di farmi tornare in ospedale ed io avevo rovinato tutto.

"Non essere dispiaciuta, non hai niente di cui scusarti." Mi assicurò.

"Ti ho deluso." Dissi piano.

"No, non l'hai fatto, Scar." Mi prese una mano e la strinse. Ero così incredibilmente grata di averlo come amico. Sinceramente non sapevo cosa avrei fatto senza di lui. Era come un fratello e lo era da quando lo conoscevo. Alcune persone non credevano che la nostra relazione era sempre rimasta platonica per tutto il tempo. Eravamo sempre stati come fratelli e per noi sarebbe stato strano essere romantici in qualsiasi modo.

Certo, avevamo condiviso un letto a volte quando eravamo tristi e ci dicevamo che ci amavamo, ma non avevamo mai condiviso sentimenti romantici l'uno per l'altra.

Come avevo detto, non sapevo cosa avrei fatto senza di lui. I miei genitori erano brave persone, solo che erano vecchio stile. Non capivano tutto, ma erano di supporto e amorevoli. Avrei dovuto andare a trovarli questa settimana, ma avrebbero dovuto aspettare. Almeno sarei stata a casa per Natale.

Alla fine raggiungemmo l'ospedale e Luke andò verso la parte sinistra. Era conosciuto come un centro di riabilitazione e aveva diversi programmi.

Avevo fato il programma di una settimana due volte. Ne avevo fatto uno di un mese e una volta ero stata ricoverata. Era stata l'ultima volta che ero venuta qui.

Visto che adesso avevo diciotto anni non avevo bisogno che i miei genitori mi dessero il permesso. Potevo fare tutto da sola.

Uscì dalla macchina e Luke mi seguì con un borsone pieno di miei vestiti. Posò una mano sulla mia schiena, accarezzandomela dolcemente. Io continuai ad asciugarmi il trucco colato sotto gli occhi, non volendo sembrare una completa psicopatica.

Luke tenne la porta aperta per me, facendomi entrare. Io guardai verso i miei stivali bagnati e vidi che stavo ancora gocciolando acqua. Feci un respiro profondo mentre andavo verso il bancone all'ingresso, dove la donna mi riconobbe immediatamente.

Dopo aver riempito alcuni documenti come al solito e aver firmato un sacco di cose, mi dissero che ero pronta ad andare. Io deglutì e mi voltai verso Luke, che mi strinse in un abbraccio.

"E' meglio che l'appartamento non sia un disastro quando torno o giuro su Dio, Luke." Lo avvisai. Potevo sentire il suo corpo vibrare per la risata.

"E se Michael chiede digli che il mio telefono è rotto che sono andata a far visita ai miei genitori." Dissi mentre lui mi lasciava andare.

"Capito." Annuì, allontanandomi i capelli bagnati dal viso. "Ti voglio bene."

"Ti voglio bene anche io, Luke." Gli rivolsi un piccolo sorriso. "Grazie." Sussurrai.

"Di niente. Voglio solo il meglio per te." Rispose.

"Se dici davvero allora dovresti davvero lavare i piatti." Scherzai, cercando di sollevare il morale.

"Userò la lavastoviglie mentre non ci sei." Scrollò le spalle ed io sorrisi.

"Ci vediamo tra una settimana." Dissi, mentre un'infermiera mi trascinava verso la mia stanza.

"Tornerò a prenderti da esattamente 168 ore." Promise mentre mi salutava.

A/N: Capitolo corto, lo so, però è importante perchè abbiamo un assaggio di quello che succede a Scarlett, anche se non lo spiega ancora bene. Come vi sembra questa storia? Fatemi sapereee

Baci, Marta

Ambivalence | a.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora