nine

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Luke's POV

Maledizione, entra.

Non farlo, finirai con l'essere mutilato.

No, non succederà, sei andato in palestra ultimamente.

I tuoi muscoli sono niente a confronto con i suoi.

Ma ha praticamente messo lui Scarlett in ospedale.

E' un buon punto.

Quindi devo farlo, per lei.

Vai, adesso.

Bene, ci siamo, mi ucciderà.

Riposa in pace, Luke, spero che al mio funerale mettano i Green Day.

Scossi la testa per allontanare i miei pensieri contraddittori e aprì la porta di vetro, sentendo la familiare campanella suonare.

Ed eccolo lì, al suo solito posto, perfettamente normale. Volevo picchiarlo in faccia.

Il mio stomaco si contorse quando guardai verso il bancone, dove sarebbe dovuta essere Scarlett.

Andai verso di lui, il cuore in gola e le mani incredibilmente sudate.

"Irwin!" Sbottai, attirando la sua attenzione.

"Dov'è Scarlett?" Chiese, ignorando il mio tentativo di far sembrare rabbiosa la mia voce.

"Non tornerà per una settimana ed è colpa tua!" Dissi.

"Dov'è andata, è scappata?" Chiese, non preoccupandosi di guardarmi. Non capiva niente di tutto questo, la gravità delle sue azioni. Non avrebbe mai potuto capire, perché non gli avrei detto cose personali di Scarlett, ma volevo che sapesse che quello che aveva fatto era sbagliato e che doveva stare lontano da lei.

"No, maledizione!" Sbottai, incredibilmente frustrato.

"E' uguale, non sono affari tuoi quello che succede tra noi." Lui alzò gli occhi al cielo, si alzò ed uscì dalla porta.

"Non importa!" Lo seguì. "Non capisci che cazzo hai fatto e non lo capirai mai, ma-"

"Lei sta bene?" Chiese, voltandosi verso di me e facendomi finire contro di lui. Indietreggiai.

"No." Risposi, insicuro del tono di voce che avevo usato.

"Beh, cos'è successo." Sbottò, avvicinandosi a me. Era di poco più basso di me, ma il suo corpo era molto più muscoloso. Cercai di sembrare più intimidatorio mentre lo guardavo, ma non sembrava funzionare.

"Prima cerchi di scoparla, poi proprio prima di farlo, la lasci fottutamente sola!" Urlai, mentre l'immagine di Scarlett con il viso bagnato di lacrime mi tornava in mente. Adesso emanavo furia.

"Tu non capisci-"

"E' tutta colpa tua! Stai lontano da lei, le stai facendo male!" Urlai ancora.

"E' venuta lei da me!"

"Ti sei approfittato di lei!" La difesi. Sapevo che avevamo entrambi ragione in qualche modo.

"Mi ha trascinato lei nel suo appartamento-"

"E' più bassa di te di un metro, stronzo! Se volevi fermarti, potevi fermarla. Ti sei approfittato di lei e lo sai." Risposi.

"Alla fine l'ho fermata! Che diavolo vuoi da me, Hemmings?" Disse ed io gli tirai un pugno, sperando di riuscire a colpirlo da qualche parte.

Il mio pugno arrivò nel suo stomaco e lui si strinse la pancia per il dolore, prima di spostarsi e colpirmi in faccia, facendomi volare per terra.

Non mi sbagliavo quando avevo pensato che mi avrebbe sopraffatto facilmente. Sentì altri tre pugni sul viso e alcuni nella pancia. Io fui in grado di ricambiare solo con un altro pugno e pregai che non mi avesse lasciato nessuna ferita sulla faccia.

"Fottiti, Hemmings." Sbottò prima di andare via, lasciandomi dolorante sul pavimento.

A/N: Capitolo abbastanza corto, maaa cosa ne pensate di questo Luke che vuole fare il duro, ma che, povero, fallisce miseramente? Qualcuna si offre volontaria per andare a curarlo? ahahah

Baci, Marta

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now