thirty

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"Stai tremando." Disse Ashton mentre si allontanava. Non volevo che il bacio finisse, ma mi sentivo al limite.

"Ho avuto due pistole puntate alla testa questa sera." Dissi.

"La mia non era neanche carica." Si difese.

"E se lo fosse stata? Se mi avessi accidentalmente ucciso?"

"Non ho nessuna pallottola. Non l'ho mai avuta."

"Chi era quel ragazzo?"

"Uhm, un mio collega."

"E perché mi ha puntato una pistola alla testa e mi ha detto di venire qui?"

"Perché non mi hai chiamato?"

"Cosa?"

"Ti avevo detto di chiamarmi quando Luke non veniva."

"Mi stavi ignorando da settimane."

"E allora?"

"Puoi spiegarmi perché c'erano due pistole puntate alla mia testa?" Chiesi di nuovo.

"Scarlett, stavo solo scherzando. Sai che non ti avrei mai ucciso." Rise, ma io rimasi in silenzio.

"E il tuo amico?" Chiesi e lui si zittì.

"Mi dispiace. Non sarebbe dovuto succedere. Da adesso chiamami sempre, okay? Anche se ti sto ignorando, prometto che risponderò e sarò lì." Disse ed io alzai gli occhi al cielo. "E non ti ignorerò di nuovo." Aggiunse.

"Perché? Perché all'improvviso mi perdoni per il fatto che avevo ancora 17 anni quando hai cercato di fare sesso con me?"

"Lo volevi anche tu." Disse a bassa voce. "E non ero arrabbiato con te. Ma con me stesso."

"E allora perché adesso va bene?"

"Perché sono egoista. E ti voglio." Rispose.

"E l'hai capito questa sera quando mi sono presentata alla tua porta?"

"L'ho sempre saputo, ma adesso che sei qui è davvero difficile resistere." Ridacchiò.

"Non lo so-"

"Scarlett, se non fosse ovvio... mi piaci, tanto. Voglio dire, pensavo di averlo reso abbastanza chiaro, ma penso che tu abbia bisogno di sentirtelo dire." Mi fermò.

"Davvero?"

"No, stavo scherzando." Disse in tono sarcastico. Almeno speravo che lo fosse.

"Parlo sempre di come voglio fare sesso con te, giusto?" Continuò. "Beh, è diverso con te. Vedi, non è che voglio scoparti perché sei attraente, è anche perché mi piaci e non solo il tuo aspetto esteriore, ma tutte le cose come le tue abitudini e la tua personalità." Spiegò mentre giocava con una ciocca dei miei capelli.

"Che romantico." Commentai anche se avevo la terza guerra mondiale nello stomaco.

"Grazie." Ridacchiò.

"Mi piaci anche tu." Ammisi.

"Era abbastanza ovvio." Scrollò le spalle.

"Davvero?"

"Si, voglio dire abbiamo quasi scopato tipo sei volte e non hai neanche protestato-"

"E' successo solo una volta!"

"Sono state almeno tre volte, senza includere questa notte."

"Oh si, tornando a quello –sono ancora arrabbiata con te per aver puntato una pistola alla mia testa."

"Sei solo arrabbiata perché non abbiamo fatto sesso perverso."

"Ashton!"

"Ti ho solo spaventato un po'." Mi prese in giro.

"Un po'!" Urlai e lui rise, mostrandomi le sue fossette.

"Andiamo." Ridacchiò e mi trascinò con se nel corridoio.

"Dove stiamo andando?"

"Voglio mostrarti una cosa." Rispose. Per un attimo pensai che voleva trascinarmi in una stanza, ma mi sbagliai visto che aprì una porta e mi fece uscire su un balcone.

"Oh, fermo." Dissi quando uscimmo e lui si posò contro la ringhiera. Io rimasi sulla porta.

"Cosa c'è che non va?" Si accigliò.

"Sono terrorizzata dalle altezze." Ammisi.

"Questa è una cosa stupida di cui aver paura." Commentò lui.

"No, non lo è." Mi difesi.

"Si, cos'è c'è di così pauroso nelle altezze?" Chiese.

"Potrei cadere!"

"Quindi hai paura di cadere?" Domandò.

"Beh-"

"E cosa c'è di così pauroso nel cadere?" Mi interruppe.

"Beh, se cadessi morirei." Dissi.

"Quindi hai paura di morire?"

"Non necessariamente." Feci una pausa.

"Allora di cos'è che hai paura?"

"Il dolore." Risposi.

Lui mi spostò gentilmente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassandosi così che i suoi occhi incontrassero i miei.

"Non ti farò del male, lo prometto."

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now