thirty-three

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"Di nuovo." Borbottò Luke mentre si sedeva sul divano e mi rivolgeva un'occhiata stanca.

"Si, qual è il problema?" Chiesi.

"Sono passate due settimane e sono annoiato, Scar." Si lamentò.

"Vai ad una festa."

"No, sono stanco delle feste." Rispose.

"Invita Calum qui." Suggerì io.

"No!" Rispose troppo velocemente mentre si sedeva.

"Perché no?" Mi accigliai.

"Nessun motivo, volevo solo stare con te perché mi manchi." Luke scrollò le spalle.

"Magari Ashton potrebbe venire qui e potremmo-"

"Cazzo, no." Sbuffò.

"Luke-"

"Non dire niente, ricordi quello che ha fatto?" Chiese mentre si indicava il viso, cercando di ricordarmi quella volta che avevano litigato.

"Ha cercato di scusarsi e tu ti sei comportato come una piccola stronza." Gli ricordai.

"Avevo il naso rotto e un occhio nero per settimane, scusa se non dimentico." Incrociò le braccia al petto.

"Vuoi che ti cucini una fottuta torta?" Sbottai.

"In realtà si, sarebbe gentile. Digli che mi piace il cioccolato." Ridacchiò.

"Fottiti, me ne vado." Annunciai.

"No, non lasciarmi." Mi supplicò.

"Esci con Calum o fatti nuovi amici."

"Ma odio tutti." Sospirò per la centesima volta ed io sentì qualcuno che bussava alla porta.

"E' aperto!" Dissi e sentì la porta aprirsi e il suono dei passi di Ashton sul pavimento.

"Hey." Sorrise mentre entrava ed io gli indicai Luke con un cenno della testa mentre alzavo gli occhi al cielo. Ashton sollevò un sopracciglio, ma sembrò capire.

"Hey, Luke." Disse e Luke mormorò una specie di risposta.

"Okay, ce ne stiamo andando." Dissi e lui rispose con un 'humf'. Feci uscire Ashton dalla porta, chiudendola poi dietro di me prima di voltarmi verso di lui.

"Sono preoccupata per Luke." Ammisi.

"Sta bene. Ha diciotto anni e può occuparsi di se stesso."

"Penso che ci sia qualcosa che non va. Penso che sia arrabbiato con me."

"Non preoccuparti, gli passerà." Sorrise e mi afferrò la mano, stringendola e facendomi rilassare.

"Va bene." Sospirai.

"Dove stiamo andando?"

"Voglio che tu incontri qualcuno."

-

"Okay, vuoi dirmi dove incontreremo questa persona?" Chiesi mentre camminavamo per la città, muovendoci sui marciapiedi affollati.

"Lo scoprirai presto."

"Okay." Sospirai.

"Qui." Si fermò e mi guardò.

"Cosa?" Chiesi, sollevando un sopracciglio. Eravamo di fronte all'ospedale.

"Andiamo." Mi rivolse un piccolo sorriso e mi afferrò di nuovo la mano, trascinandomi attraverso le porte e dentro l'ospedale. C'era quell'odore riconoscibile, uno che mi portava brutti ricordi delle varie volte che ero stata qui.

Ambivalence | a.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora