twenty-three

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Come sempre non sapevo come mi sentissi verso Ashton, soprattutto quando lui decise di aspettarmi fuori dalla mia classe di biologia il giorno dopo. Non solo non avevo idea di come avesse fatto a capire quale era la mia classe, ma neanche come facesse a sapere che frequentavo quella lezione. Decisi di non chiedere.

"Hey, Scarlett." Ghignò mentre uscivo dal palazzo. Lui era poggiato contro il muro a fumare una maledetta sigaretta.

"Non puoi fumare al campus." Dissi, leggermente spaventata dalla sua presenza.

"Non frequento questo college." Fece spallucce mentre mi prendeva la borsa dalla spalla per portarla lui. Avrei protestato, ma sarebbe stato inutile.

"Allora, che ci fai qui?" Chiesi e lui fece di nuovo spallucce.

"Pensavo solo di salutarti." Rispose.

"Che cosa fai tutto il giorno?"

"Ho un lavoro. A proposito, devi lavorare questa sera?" Rispose, cambiando subito argomento.

"No, ho il giorno libero." Scossi la testa. Mi ero dimenticata che ero un po' arrabbiata con lui per quello che aveva fatto ieri, ma era dura quando si presentava e faceva cose carine come portare la mia borsa per me.

"Visto che adesso siamo amici, pensavo che potremmo uscire." Disse ed io sorrisi.

"Non lo so, sei un po' uno stronzo." Risposi, anche se volevo davvero passare del tempo con lui. Speravo che avrei potuto conoscerlo meglio. La maggior parte del tempo parlavamo di me, su sua insistenza.

"Allora? Non puoi uscire con gli stronzi?" Chiese, rivolgendomi un sorriso scherzoso. Sembrava che fosse di buon umore oggi.

"Ho dei piani con Michael." Mentì, solo per vedere la sua reazione. Guardai il suo sorriso trasformarsi in una smorfia nel giro di un secondo.

"Oh." Fu tutto quello che disse. Lo guardai mentre digrignava i denti e stringeva i pugni.

"Sto scherzando." Risi mentre i suoi muscoli si rilassavano.

"Sei così..." Fece una pausa per pensare alla parola giusta ed io incrociai le braccia al petto. Lui si fermò e mi guardò in una specie di battaglia di sguardi.

"Sono così cosa?" Chiesi, i suoi occhi color nocciola fissi nei miei. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la chiuse subito.

"Andiamo." Disse, tirandomi per un braccio.

"Andremo a casa tua?" Chiesi.

"No, tua." Rispose.

"Oh, non sapevo di averti invitato." Lo provocai e guardai mentre le sue labbra si piegavano verso l'alto.

"Si, grazie." Disse mentre prendeva una sigaretta dal suo pacchetto e un accendino. Mi accigliai.

"Non guardarmi così." Disse.

"Allora soffia il fumo da qualche altra parte, non sulla mia faccia." Dissi e lui rispose mandando una nuvola di fumo praticamente nella mia bocca. Anche se la cosa mi fece innervosire non potei fare a meno di notare quanto fosse vicina la sua bocca alla mia.

"Sai che i tuoi polmoni rigenerano le loro cellule e quindi puoi eliminare qualsiasi danno fatto se smetti in tempo?" Lo informai.

"Davvero?" Chiese, sembrando sorpreso dalla mia informazione.

"Si, se smetti adesso avrai dei polmoni sani in pochi anni."

"Che cosa studi?"

"Infermieristica."

"L'avevo immaginato."

"Cosa c'è che non va con infermieristica?"

"Niente, è solo ironico." Scrollò le spalle.

"Okay, non fumare nel mio appartamento." Ordinai mentre arrivavamo alla porta.

"Luke è a casa?"

"Non lo so, non ricordo i suoi orari, ma ha lezioni soprattutto il pomeriggio perché la mattina non si sveglia mai." Spiegai e Ashton si guardò velocemente intorno prima di seguirmi per le scale. Il suo sguardo si spostò in basso ed io non capì che cosa stava guardando.

"Hey!" gli colpì un braccio quando capì che stava guardando me. lui scoppiò a ridere ed io mi accigliai.

"Ti ho appena beccato a guardarmi il sedere." Urlai. Era il primo giorno caldo della primavera e stavo indossando una gonna, una che sembrava piacere ad Ashton.

"Colpevole." Alzò le mani in aria ed io incrociai le braccia al petto.

"Se questo sarà-" Feci una pausa. Avevamo capito che non eravamo capaci di controllarci quando eravamo soli. Se Luke non era a casa avevo la sensazione che le cose sarebbero potute diventare...fisiche.

"Siamo amici." Dissi alla fine e mi sentì male per averlo mandato nella friend zone così.

"Okay." Ghignò. Io alzai gli occhi al cielo mentre mi voltavo per aprire la porta.

"Luke?" Lo chiamai a voce alta mentre entravo, Ashton dietro di me.

"Luke!" Lo chiamai di nuovo. Nessuna risposta.

"Non è a casa." Scrollai le spalle, voltandomi verso Ashton. Non appena lo feci, lui lasciò cadere la mia borsa per terra e le sue mani volarono sulla mia vita mentre mi bloccava contro il muro.

"Perfetto." Disse con tono roco mentre spingeva le labbra sulle mie.

Ed io ricambiai il bacio. Non potevo dire di essere sorpresa.

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now