two

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"Ti ho beccato a guardarmi ieri." Disse una voce profonda. Non avevo bisogno di sollevare lo sguardo per sapere chi fosse.

"Beh, io ti ho beccato a guardarmi un sacco di volte prima." Feci spallucce, guardando in su e incontrando i suoi occhi color nocciola.

"Touché." Commentò, mostrando una fossetta.

"Allora, cosa sarà oggi, Ashton?" Ricambiai il ghigno.

"Come fai a sapere il mio nome?" Sbottò, chiaramente non felice. Io scrollai le spalle e ignorai la domanda.

"Okay, Scarlett, prenderò un tè verde." Ordinò e io risi.

"Pensi di essere intelligente per aver capito il mio nome?" Chiesi, indicando la targhetta con il nome attaccata al mio grembiule.

"Ho solo pensato di chiamarti così visto che, apparentemente, siamo alla fase dei nomi adesso." Disse con un tono di voce rigido, la sua mascella rigida per i denti digrignati. Mancava qualcosa nei suoi occhi precedentemente caldi e sentì della durezza nel suo sguardo.

"Scusa." Dissi, capendo che non era contento del fatto che sapessi il suo nome. Non capivo perché fosse un argomento tanto sensibile, ma la smisi.

"Non c'è bisogno di scusasi." Disse, ma non sembrava sincero. Mi passò alcune banconote ed io finì l'operazione, prima di passargli la sua bevanda.

Dopo un'ora, il mio collega Elliot mi rivolse il piccolo cenno, facendomi capire che era ora della mia buona pausa.

Di solito Luke veniva a farmi visita, ma non tutti i giorni. Non sapevo mai davvero quando sarebbe venuto e quando no, semplicemente lo aspettavo sempre. Oggi sembrava che non sarebbe venuto.

Mi preparai una tazza di tè e uscì da dietro il bancone. Prima che potessi avere la possibilità di slegare il mio grembiule, Ashton fu dietro di me, facendolo lui stesso.

Non dissi niente mentre lui ripeteva la stessa azione di ieri. Mi spostò i capelli scuri e slegò il nodo.

Rabbrividì quando sentì la stessa sensazione del suo respiro sul mio collo. Era difficile da descrivere, il suo respiro era caldo, ma anche freddo come la menta.

"Grazie." Mormorai, sposando di nuovo i capelli sulla schiena e posando il grembiule sul bancone.

"Che cosa hai preso?" Chiese, indicando la mia tazza.

"Oh, è solo al limone." Risposi.

"Lo prenderò la prossima volta." Sorrise, ritornando al suo posto, dove l'agenda era aperta. Vedevo delle parole che riempivano la pagina.

Lui sollevò un sopracciglio e mi fece segno di sedermi di fronte a lui. Sorprendentemente lo feci.

Lui chiuse l'agenda e posò le mani sul tavolo. Guardandomi intensamente mentre sorseggiavo il mio tè.

Mi schiarì la gola, cercando di pensare a qualcosa da dire. Lui continuò ad osservarmi e io mi sollevai istintivamente la maglietta sul petto, facendolo ridacchiare.

"Sei nervosa." Commentò.

"Non stai dicendo niente." Risposi, le guance rosse.

"Neanche tu." Disse.

Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e feci un altro sorso di tè, chiusi momentaneamente gli occhi mentre bevevo.

"Quanti anni hai, Scarlett?" Chiese.

"Diciotto." Risposi. "Tu?"

"Chi ti ha detto il mio nome?" Ignorò la mia domanda.

"Luke Hemmings."

"Hemmings." Mormorò con tono irritato.

"Lo conosci?"

"Si, è un coglione." Sbuffò.

"E' il mio migliore amico." Sbottai, incrociando le braccia al petto e accigliandomi. Normalmente non ero così coraggiosa con le persone, ma avrei difeso Luke fino alla morte.

"Comunque un coglione." Scrollò le spalle. Non avevo tempo per discutere e non mi piaceva il fatto che Ashton stesse insultando Luke.

"Sei tu il coglione." Mormorai e mi alzai, prendendo la mia tazza.

"Che cosa hai detto?" Chiese, inarcando le sopracciglia e bloccandomi dal camminare via.

"Mi hai sentito." Dissi, volendo essere intimidatoria, ma sembrando più un topo.

Lui rise amaramente e mi afferrò il polso, i suoi occhi bruciavano nei miei.

"Basta." Sentì una voce che stavo pregando di sentire mentre lui afferrava il braccio di Ashton e lo allontanava da me.

"Hemmings." Sbottò Ashton.

"Irwin." Rispose con lo stesso tono duro. Sotto circostanze diverse avrei riso per il tentativo di Luke di essere intimidatorio, ma rimasi zitta.

"Ci vediamo domani, Scarlett." Disse Ashton e si voltò, prendendo le sue cose e uscendo.

"Che diavolo succede con lui?" Luke fece un respiro profondo mentre Ashton spariva dalla nostra vista. Si mise a sedere su uno sgabello davanti al bancone.

Io afferrai il mio grembiule e lo rimisi, legandomi i capelli in una coda da cavallo prima di tornare alla mia postazione.

"Non lo so." Scossi la testa in confusione, la mia mente consumata da pensieri sul misterioso ragazzo.

Ambivalence | a.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora