eighteen

769 57 3
                                    

"E' troppo da puttana?" Chiesi a Luke mentre uscivo dalla mia cabina armadio. Lui era steso sul mio letto e a malapena mi guardò prima di rispondere.

"Si." Sbuffò.

"L'hai detto per tutto."

"Stiamo andando ad una confraternita." Rispose.

"Esattamente, quindi ci saranno ragazze con niente sopra ed io avrò un vestito solo da mezza puttana." Risposi.

"Perché non ti metti solo un paio di jeans e una maglietta?"

"Non abbiamo appena detto che stimo andando ad una confraternita?" Borbottai.

"Oh si, devi impressionare il tuo stupido ragazzo." Disse.

"Prima cosa: non è il mio ragazzo. Secondo: è il tuo migliore amico. Quindi dovresti aiutarlo." Dissi.

"No, tu sei la mia migliore amica. Non aiuterò uno dei miei amici ad andare a letto con la mia migliore amica." Scosse la testa.

"Chi ha detto niente sull'antarci a letto?"

"Quel vestito." Lo indicò. Sinceramente non era proprio sconcio. Era stretto nei punti giusti ed arrivava fino al ginocchio. Era semplice e nero, ma sapevo che li ci sarebbero stati vestiti che avrebbero fatto sembrare il mio da suora.

"Andiamo!" Borbottai e afferrai le mie cose, uscendo dalla porta.

-

La festa era migliore di quanto pensassi. Conoscevo più persone di quante mi aspettassi ed erano più amichevoli di quello che avevo anticipato. Adesso che avevamo iniziato il secondo semestre le cose erano più calme. Non c'era la pressione degli esami ed io avevo iniziato a conoscere più persone. Il college non era scontato come la scuola superiore ed era semplice parlare con le persone e fare amicizia.

Alla fine Michael si presentò da me e mi salutò, facendo fare una smorfia a Luke. Avevo bevuto abbastanza, giocando ad alcuni giochi con Michael e i suoi amici.

Mi stavo divertendo, finchè non si presentò Ashton.

"Mi piace quel vestito." Sussurrò in un mio orecchio da dietro di me, sorprendendomi come sempre.

"Che cosa ci fai qui?" Dissi. Non sembrava fosse venuto per la festa. Indossava la sua solita felpa con cappuccio e i jeans stretti, ma questa volta aveva un cappellino sulla testa.

"Mi sono solo fermato per salutare degli amici." Ghignò. Avevo sempre dedotto che non aveva amici, perché non parlava mai niente con me. Aveva senso e probabilmente era per questo che l'avevo visto al campus quella volta. Molti ragazzi della nostra scuola superiore erano finiti a quel campus.

"Chi conosci?" Chiesi.

"Qualche ragazzo più grande nella confraternita. Siamo vecchi amici." Fece spallucce.

"Giusto. Beh, continuerai ad evitarmi?" Chiesi all'improvviso per colpa del mix di alcool e irritazione.

"Che cosa intendi? Sono qui a parlarti, no?"

"Dopo l'ascensore, sei sparito per un mese. Poi eri tutto sfuggente quando ti ho incontrato al campus e dopo è passato un altro mese." Scossi la testa e lui si accigliò.

"Quindi? Posso fare quello che voglio, Scarlett. Perché dovrebbe importarti dove sono stato?" Mi guardò.

"Beh, quando me ne sono andata per una settimana tu hai insistito perché te lo dicessi."

"Era diverso." Scosse la testa. "Comunque, Scarlett, probabilmente non dovrei parlarti." Disse, soprattutto a se stesso.

"Che cosa intendi?"

"Qui, adesso." Disse a bassa voce. Anche se non disse perché, la mia mente si riempì di possibili ragioni. Probabilmente era perché ero più giovane, lui era più grande di tre anni quindi perché avrebbe voluto farsi vedere con me.

"Oh." Fu quello che dissi.

"Anche se devo dirti una cosa, ma devo essere veloce." Si guardò intorno, come per vedere se qualcuno stesse ascoltando.

"Um-"

"Penso che dovremmo andare da qualche altra parte-" iniziò a dire, ma venne interrotto da un coro di 'hey' da parte di Michael e Luke ubriachi.

"Hey piccola." Mi salutò Michael mentre stringeva un braccio intorno alla mia vita, versando un po' della sua birra nel mio bicchiere di plastica. Ashton alzò gli occhi al cielo.

"Possiamo parlare dopo." Dissi, anche se sapevo che probabilmente non avremmo avuto l'occasione. Lui se ne andò senza rispondere e sentivo che non mi avrebbe più detto quello che voleva dirmi.

"Hey, vuoi andare sopra?" Chiese Michael, avvicinandosi in un mio orecchio.

"Certo." Risposi mentre lui mi prendeva la mano già sudata. Mi fece strada al piano di sopra e, mentre raggiungevo la fine delle scale, mi voltai e osservai la stanza per cercare Ashton, ma non lo vidi.

Michael mi trascinò nella più vicina stanza vuota, chiudendo la porta dietro di noi. Volevo davvero parlargli della nostra situazione, ma potevo dire che non sarebbe stato molto comprensivo nel suo stato.

Dopo aver pomiciato per alcuni minuti, le sue mani iniziarono a toccarmi il corpo. Quando sentì una scivolare sotto il mio vestito mi tirai indietro per un attimo.

"Qualcosa non va?" Chiesi.

"No, è solo che non voglio farlo qui." Dissi, mentendo in parte.

"Possiamo tornare a casa mia." Suggerì lui, afferrandomi la coscia.

"Si, certo." Ridacchiai in modo nervoso, lasciando che lui mi trascinasse fuori dalla stanza e fuori dalla casa della confraternita.

Sapevo cosa aveva in mente e non era che non volessi fare sesso con Michael, solo che non volevo farlo sapendo che non avevamo stabilito niente. Avevo provato a parlarci con lui, ma non era stato deciso niente. Non sapevo neanche se mi considerava la sua ragazza.

Ma non avrei lasciato che questo mi fermasse ed eccomi qui, a camminare mano nella mano con il ragazzo per cui avevo sempre avuto una cotta verso il suo appartamento per fare sesso con lui, qualcosa che avevo sognato.

Quindi avrei dovuto essere felice, avrei dovuto essere su di giri per la gioia per il fatto che questo ragazzo voleva dormire con me.

Giusto?

Ambivalence | a.i traduzione italianaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant