twenty-nine

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Mi sfregai gli occhi stanchi prima di afferrare la mia borsa e slegarmi il grembiule. Avevo fatto un favore al mio collega ed ero rimasta fino a tardi per chiudere il bar.

Presi le chiavi e mi assicurai che tutte le porte fossero chiuse e che le luci fossero spente.

Sbadigliai mentre infilavo le chiavi in borsa e tirai le maniche della felpa oltre le mie mani per proteggerle dal freddo della notte.

Era una di quelle sere in cui Luke non era venuto. Ultimamente si era sempre presentato, ma questa sera avevo insistito affinchè non venissi perché aveva piani con una ragazza.

Mi strinsi le braccia intorno al petto e rabbrividì, l'unico suono che potevo sentire erano i miei piedi e il traffico distante.

Non era terribilmente tardi, ma era abbastanza tardi da farmi tenere la guardia alzata. La parte di città in cui ero, di solito, era sicura. Anche se Ashton sembrava non pensarla così.

Una parte di me sentiva il bisogno di chiamarlo mentre mi ricordavo le sue parole di chiamarlo sempre quando Luke non si presentava. Ma sapevo che non ne avrei mai avuto il coraggio. Anche se sarebbe stato bello avere qualcuno con cui tornare a casa.

Vidi una figura che si avvicinava e sperai che fosse lui. Ma mentre il ragazzo si avvicinava notai che non era Ashton, ma qualcuno che avevo già visto prim.

"Sei la ragazza di Ashton?" Chiese mentre si avvicina di più. Mi fermai quando capì che era lo stesso uomo che io e Ashton avevamo incontrato mesi fa.

"Cosa?" Chiesi, congelata sul mio posto.

"Voglio dire, Ashton non è mai serio, ma sei sua amica o qualcosa del genere?"

"Uh, si penso." Risposi in tono nervoso.

"Si o no, tesoro. Sei sua amica, vero?"

"Si." Risposi. Notai che non eravamo più soli. Si era avvicinato qualcun altro e non era Ashton.

"Quindi se dovesse succederti qualcosa –non ne sarebbe contento, vero?"

"Non lo so." Sussurrai.

"Si o no." Disse ed io guardai mentre si toglieva una pistola dai pantaloni e me la puntava alla testa. Sentivo la pelle bruciare. Il mio corpo venne invaso dalla paura. Il secondo ragazzo lo fiancheggiò.

"Se vuoi soldi puoi prendere la mia borsa-"

"Non voglio soldi, voglio una risposta sincera."

"Probabilmente non sarebbe felice." Deglutì.

"No, non lo sarebbe. Voi due vi siete divertiti un po'?" Chiese ed io ebbi difficoltà ad aprire la bocca per rispondere. Spinse di più la pistola contro la mia fronte ed io sussultai.

"Rispondi."

"Si." Balbettai.

"Quindi probabilmente sarebbe davvero arrabbiato." Disse ed io annuì.

"Adesso perché non ti fai un favore e, invece di tornare a casa, vai a casa sua? Penso che sia una buona idea, tu che dici?" Ghignò.

Io annuì.

"Vai." Ordinò. Rimasi in silenzio mentre mi allontanavo e loro andarono nella direzione opposta. La casa di Ashton non era troppo lontana da qui e in pochi minuti arrivai, senza fiato.

Ma non avevo idea di quale fosse il suo appartamento. Era un grande palazzo di 15 piani.

Pensai a quando eravamo rimasti bloccati in ascensore. Aveva premuto il numero nove. Feci lo stesso.

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now