one

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L'aroma alle erbe del tè caldo mi riempì il naso mentre chiudevo gli occhi, assaporando la pace e la calma del bar.

Riempì la tazza in silenzio, mettendoci sopra il tappo e passandola alla ragazza che stava aspettando. Lei mi sorrise e se ne andò ed io mi voltai per salutare il cliente successivo.

"Hey, dolcezza." Mi salutò, facendo un rumore con la bocca e rivolgendomi un occhiolino scherzoso.

"Ciao, cosa posso portarti?" Chiesi in modo esitante. Il ragazzo con la cascata di ricci biondo scuro era un cliente regolare ed io mi ero ritrovata ad essere intimidita da lui e dai suoi commenti maliziosi.

"Hm, proverò il chai tea." Scrollò le spalle, prendendo uno stuzzicadenti dalla scatola sul bancone e infilandoselo al lato della bocca.

Con la maggior parte dei clienti regolari ero in grado di prevedere i loro ordini usuale. Per esempio, il vecchio signore con il cappello prendeva sempre il suo tè nero e la donna d'affari con i capelli corti non prendeva mai niente che non fosse camomilla.

Ma questo ragazzo sceglieva sempre qualcosa di diverso. In un certo senso mi infastidiva, perchè sapevo che lo faceva di proposito.

Dopo aver finito di riempire la sua tazza gliela passai, in cambio di alcune banconote.

"Grazie." Ghignò, una profonda fossetta apparve sulla sua guancia destra mentre si allontanava per sedersi ad un tavolo.

Rimase lì per un po', muovendo la penna su un agenda che portava sempre con se. Non riuscivo mai a capire se disegnava o scriveva, ma mi ritrovavo sempre fissa a guardarlo.

I suoi occhi caldi rimanevano concentrati mentre si mordeva il labbro, leccandosi occasionalmente le labbra soffici e rosa. I suoi ricci color sabbia gli cadevano sulla fronte e lui li spostava continuamente via dagli occhi.

Oggi avevo notato qualcosa che non avevo mai visto prima; mentre si perdeva in quello che stava facendo, picchiettava inconsciamente il piede a ritmo contro il pavimento.

Prima che avessi la possibilità di allontanare lo sguardo i suoi occhi incontrarono i miei e mi rivolse un ghigno, mostrando anche l'altra fossetta.

Allontanai lo sguardo e tornai a servire i clienti, sperando che lui alla fine se ne andasse.

"Pausa." Disse una voce familiare mentre sentivo il campanello sopra la porta che si apriva.

"Hey Luke." Risposi, senza preoccuparmi di guardarlo. Feci un cenno al mio collega e lui sorrise, era il nostro silenzioso modo di dire che mi stavo prendendo la mia pausa.

Superai il bancone mentre mi toglievo l'elastico ai capelli, lasciando che mi ricadessero sulle spalle.

Spostai le mani indietro e armeggiai con il modo del mio grembiule per slegarlo.

"Luke, puoi--"

"Faccio io." Disse una voce diversa. Il mio respiro si fermò nella mia gola mentre una mano callosa mi allontanava i capelli dalla schiena, le sue dita mi sfiorarono gentilmente il collo.

Mi irrigidì mentre le sue dita iniziavano a slegare il nodo del grembiule, il suo respiro mi solleticava il collo mentre sentivo la sensazione calda –ma anche fredda- del suo alito di menta.

"Ecco a te." Disse mentre finiva. Mi tolsi subito il grembiule dal corpo.

"Grazie." Dissi, cercando di sembrare sinceramente grata, anche se non ero sicura di cosa sentissi.

"Quando vuoi." Disse mentre andava verso la porta, aprendola ed uscendo, lasciando che un soffio d'aria fredda entrasse momentaneamente.

Sospirai e mi misi a sedere di fronte a Luke, spostando di nuovo i miei capelli.

"Che cosa ti ho detto riguardo quel ragazzo?" Chiese a bassa voce.

"Lo so, ma cosa avrei dovuto fare? Si stava solo comportando in modo... gentile." Feci spallucce.

"Questo è strano." Commentò Luke.

"Mi stava solo aiutando." Lo difesi di nuovo, non sapendo esattamente perché.

"Scarlett, sono serio. So che pensi che lui sia carino e misterioso-"

"Non l'ho mai detto. Perché, Luke, tu pensi che sia carino?" Lo presi in giro, arricciando il naso.

"No, Scar, sta zitta-"

"E' per questo che vuoi che stia lontana da lui? Puoi tenertelo, Luke, non è il mio tipo." Ridacchiai.

"Davvero? Chi è il tuo 'tipo' allora?" Chiese, ma sembrava disinteressato.

"Michael Clifford." Sospirai in modo drammatico, guardando verso il soffitto mentre mi posavo le mani sulle guance, come se lo stessi sognando.

Cosa che stavo facendo.

"Non so cosa ci vedi in lui, ma sai che siamo amici. Potrei sempre mettere una buona parola." Suggerì lui.

"Luke, lui è esattamente il mio tipo." Dissi.

"Davvero? Pensavo fossi più propensa verso il misterioso ricciolino strano che frequenta il tuo bar di tè." Ridacchiò.

"Non negherò che quel ragazzo è attraente, ma Mike è decisamente il mio tipo." Dissi.

"Pensi solo che sia un duro perché ha i capelli tinti."

"E i tatuaggi." Aggiunsi.

"E allora? Io ho un piercing." Mise il broncio.

"Si, ma tu sei Luke, non sei un duro." Ridacchiai e lui si accigliò. "Comunque." Aggiunsi. "Non sono molto concentrata sui ragazzi adesso."

"Perché no? Penso che sia un bene per te. Non hai avuto molta azione in mesi."

"Non penso sia una buona idea."

"Io, in realtà, penso di si. Scar, sei uscita dall'ospedale da sei mesi e vivi da sola. E' incredibile. Dovresti lasciarti un po' andare, non devi sposarti, solo divertirti." Insistette lui.

"Giusto, voglio dire cosa c'è di male in un po' di divertimento?"

"Niente e se qualche ragazzo ti prende in giro io lo ucciderò per te." Disse, aggrottando le sopracciglia per la serietà.

"Certo, Luke." Risi, immaginando Luke che cercava di ferire qualcuno.

"E intanto" iniziò a dire, ignorando la mia risata. "Stai lontana dallo strano ragazzo del tè, non è niente di buono." Mi avvisò Luke, scuotendo la testa e afferrandomi la mano.

"Quindi è questo il suo nome, strano ragazzo del tè?" Ridacchiai.

"No, il suo nome è Ashton e dico sul serio quando dico di stare lontana da lui."

A/N: sono così di poter pubblicare la traduzione di questa storia, sono sicura che vi piacerà molto. In realtà no, non ne sono sicura, so solo che io l'ho amata da morire e spero che faccia innamorare anche voi.

Baci,

Ambivalence | a.i traduzione italianaWhere stories live. Discover now