Capitolo XXIII

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" Oh ti prego non chiamarmi signora, puoi benissimo chiamarmi Anne. Forse hai ragione, ma ha comunque sette anni." - disse la donna, senza smettere di sorridere.

Jade si chiese se per caso non le fosse venuta qualche paralisi alla bocca.

"Senti... mio marito vorrebbe conoscervi entrambi. Mi chiedevo se volessi venire domani, all'ospedale. Naturalmente con Beck, penso che farebbe molto piacere a Milly e anche a noi." - propose.

"Io non lo so, non vorrei essere d'intralcio e-"

"Non dire sciocchezze. Ascolta, pensaci okay? Noi partiamo presto, ma voi potreste fare un salto nel pomeriggio. Hai il mio numero, parlane anche con Beck e decidi d'accordo? Adesso vai o ti prenderai un malanno." - detto questo le diede un buffetto sulla guancia e sparì oltre la porta, chiudendola.

Jade si toccò sorpresa la guancia, fece dietrofront e rientrò in auto.

"Tutto bene?" - domandò Beck, notando l'espressione piuttosto sorpresa sul viso della ragazza.

Possibile mai che quel idiota dovesse farle sempre la stessa domanda?!

"Si." - sbuffò.

Per tutto il tragitto non si dissero una sola parola, limitandosi ad ascoltare la melodia tranquilla che veniva fuori dalla radio. Ogni tanto l'attore fischiettava qualche canzone, muovendo a ritmo le dita sul volante. Una scenetta piuttosto buffa, se solo la ragazza accanto a lui si degnasse di prestargli anche solo un minimo della sua attenzione. Lei invece sembrava troppo occupata a fissare un qualcosa di puramente sconosciuto al di fuori del finestrino. Solo quando furono praticamente a dieci metri da casa sua si decise a parlare.

"Anne, la madre di Milly, mi ha chiesto se domani vogliamo andare in ospedale, suo marito vorrebbe conoscerci. Ha detto che se vogliamo possiamo raggiungerli nel pomeriggio... devo telefonarle per farle sapere, così ci spiegherà dove dobbiamo andare."

"Be' non è una cattiva idea, tu che dici?" - rispose Beck fermando l'auto di fronte alla villetta a due piani di Jade.

Sapeva benissimo quanto odiasse gli ospedali, era già stato difficile per lei starci quei pochi giorni dopo l'incidente e non era sicuro che potesse sopportare il fatto di restare lì dentro anche solo un' altro pomeriggio.

" Dico che potremmo... " - fece un po' incerta.

"Sicura?"

"Mh-mh." - annuì

"Senti... per quello che è successo oggi io-"

"Non è successo niente, oggi." - lo interruppe lei, adesso il tono della sua voce era freddo e tagliente come una lama di ghiaccio.

Beck avrebbe voluto spiegarle che il problema era proprio quello, ma preferì rimanere in silenzio.

"Volevo solo- ah, scusarmi..." - sussurrò dopo qualche momento di silenzio.

"La colpa non è tua."

"Nemmeno la tua, se proprio vogliamo precisare."

Jade non rispose, afferrò la maniglia dello sportello e lo aprì.

"Buonanotte Beck." - disse e fece per uscire.

La mano forte del ragazzo si strinse attorno al suo braccio, proprio quando aveva già messo un piede fuori. Era una presa gentile, dolce. Di quelle delle persone innamorate, che provano a inventare qualunque scusa, solo per passare qualche attimo in più con la persona per cui provano quel sentimento, per molti orribile, che la gente chiama amore.

"Aspetta..."

"Cosa?"

"Uhm... no, nulla." - sospirò alla fine. "Io... ti chiamo domattina okay?"

"Okay."

La osservò scendere dall'auto con la grazia degna di una regina, e chiudere lo sportello con neanche un grammo di essa. Raggiunse la porta camminando lentamente e se davvero la conosceva come proclamava, poteva scommettere che fosse sovrappensiero. Entrò in casa e chiuse la porta senza voltarsi. Aspettò un po', continuando a fissare la porta con il fiato sospeso. Perché poi? Sapeva benissimo che lei non sarebbe tornata indietro, nulla sarebbe tornato come prima. Eppure continuava a sperare che un giorno, così, all'improvviso avrebbe cambiato idea, sarebbe tornata da lui dicendogli che era tutta una stupidaggine, che quello che avevano fatto in quei due anni, quel continuo respingere in giù nel profondo della mente e del cuore sentimenti e ricordi era semplicemente inutile. Però sapeva, sapeva benissimo che Jade non lo avrebbe mai fatto, sarebbe rimasta ferma nelle sue convinzioni, seppellita sotto le macerie di se stessa e del suo cuore. E lì, dentro quella vecchia auto piena di odori e di memorie Beck perdeva fiducia e si chiedeva: sarebbe mai riuscito a convincerla che il loro amore non era poi così fragile come pensava? Che l'unico modo per stare bene era tornare insieme?






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Eccomi qui con il nuovo capitolo. Inizio dicendo che questo è un capitolo di passaggio, perciò mi scuso se si è rivelato un po' noioso, però prometto che nei prossimi si susseguiranno parecchi avvenimenti interessanti. Chiedo perdono anche per il ritardo e per eventuali errori. Lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo e commentate per farmi sapere cosa ne pensate.

Grazie di tutto, siamo quasi a 10k di visualizzazioni e per me è davvero un grande traguardo, in più i vostri commenti mi danno la forza di continuare con questa bellissima avventura.

Passando alla pubblicità, se vi va andate a dare un occhiata alla storia di magiclovelock : Exchange, a mio parere è molto bella!

Detto questo, un abbraccio e alla prossima!

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