89- Don't stop until you're proud

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Una volta raggiunta la nostra stanza, Axel si fermò ai piedi del letto e io nascosi le mani dietro la mia schiena prima di appoggiare le mani sulla porta e chiuderla lentamente dietro di me.

Axel: ancora lì?
Io: mi confermi.. che siamo soli?
Axel: sì, non c'è nessuno a casa
Io: perfetto.

I miei piedi si diressero senza esitazione verso di lui e in men che non si dica eravamo di nuovo incollati l'uno all'altro. Mi alzai in punta di piedi e poggiai le mie mani sul suo collo per avvicinare le nostre labbra. Lo baciai ma non per molto, infatti poco dopo mi allontanai leggermente da lui. Axel mi guardò un po' confuso, ma la sua espressione divenne ancora più confusa quando gli diedi una spinta per farlo sedere sul letto. Subito lo raggiunsi e di nuovo feci combaciare le nostre labbra mentre mi sistemavo a cavalcioni su di lui. Inclinò la testa verso l'alto per seguirmi nel bacio e lentamente, gattonando, riuscii a spingere Axel verso l'altra estremità del letto. Infine appoggiai la mano sul suo petto e lentamente riuscii a farlo sdraiare.

Axel: piccola.. cos'hai intenzione di fare? -domandò con il fiato pesante.
Io: una cosa che ti piacerà tanto -ghignai.

Sistemai meglio le ginocchia ai lati dei suoi fianchi e poi mi tirai su per sedermi più comodamente su di lui. Successivamente strinsi i lembi della mia maglietta tra le dita e li tirai su per sfilarmela. Poco dopo feci lo stesso con la sua.

Lui non mi aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.

Poi presi le sue mani tra le mie e le avvicinai al mio corpo. Le lasciai andare quando sentii come le sue dita avevano iniziato a stringere assiduamente i miei fianchi. Nel frattempo io mi ero chinata su di lui e avevo iniziato a baciargli il collo e il petto. Axel era talmente tanto preso dalle mie attenzioni che non si era minimamente accorto che le mie mani avevano iniziato a scendere sempre di più, si stavano lentamente spostando dai suoi fianchi all'elastico dei suoi pantaloncini. Si risvegliò solo quando si rese conto che avevo iniziato a tirarli giù.

Axel: Axera.. cosa stai f-facendo?
Io: ti fidi di me?
Axel: sì, ma~
Io: posso andare avanti?
Axel: non devi se non vuoi
Io: io voglio, tu?
Axel: certo, però non voglio che tu~
Io: allora fidati di me e lasciami fare.

Ripresi da dove mi ero fermata, tornai sul suo collo e ricominciai a baciarlo. Man mano poi mi spostavo lungo le sue clavicole e le sue spalle. In poco tempo ad Axel cominciarono a sfuggire alcuni gemiti di piacere, ma fu uno in particolare a catturare la mia attenzione.

Era più intenso, più acuto.. era diverso.

E lo era perché non era suo.

Era mio.

Ma che cazzo?

Mi bloccai quando mi resi conto che le sue mani si erano fermate sui miei glutei e che li stavano stringendo forte tra le dita.

Io: ..A-Axel.. -mi sfuggì un altro gemito di piacere.
Axel: volevi.. divertirti da sola? -mi domandò - ti amo, ma non ti lascerò vincere. In entrambi i campi il bomber sono io -sospirò.
Io: mettimi alla prova, amore mio
Axel: e che cosa vorresti farmi?
Io: prima di tutto, voglio baciarti
Axel: e poi?
Io: voglio capire come ci si sente
Axel: a fare cosa?
Io: a vincere.

Gli tolsi il fiato nel momento in cui gli diedi l'ennesimo bacio. Lui cercò di tenere le nostre labbra congiunte per più tempo, ma non glielo permisi perché in men che non si dica ricominciai a lasciare baci delicati lungo il suo corpo, partendo dal suo collo e poi man mano scendendo sempre di più. Fu in quel momento che afferrai rapidamente l'elastico dei suoi pantaloncini e lo tirai giù con altrettanta velocità.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeWhere stories live. Discover now